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Venezuela: UE lancia un ultimatum a Maduro: “8 giorni per indire elezioni democratiche”

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Gli Stati europei esigono che il dittatore venezuelano riapra subito le urne. In caso contrario delegittimeranno il governo riconoscendo il leader dell’opposizione Juan Guaidó capo dello Stato.

Sabato gli Stati dell’Unione Europea hanno concesso al dittatore Nicolás Maduro 8 giorni per indire “vere” elezioni democratiche, affermando che,  se queste non dovessero svolgersi entro il tempo stabilito, l’UE riconoscerà come legittimo presidente del Venezuela il leader dell’opposizione Juan Guaidó. Quest’ultimo si è autoproclamato presidente di transizione, promettendo ai suoi sostenitori di restaurare la democrazia nel Paese. Tali dichiarazioni hanno infervorato il popolo venezuelano, che è sceso in piazza per chiedere le dimissioni di Maduro, il quale ha apostrofato le proteste contro di lui come “un tentanto golpe orchestrato dagli Stati Uniti”. In effetti gli USA sono stati i primi a garantire supporto economico e politico a  Guaidó, il quale in queste ore sta cercando di convincere  militari e poliziotti a ribellarsi contro il regime, per scongiurare una guerra civile dagli esiti tragici. Da alcuni giorni, nella capitale venezuelana Caracas, le forze armate sono impegnate in una violenta repressione contro decine di migliaia di manifestanti anti-Maduro. Finora si contano 26 vittime civili ma il bilancio potrebbe essere più alto. I militari non esitano a sparare ad altezza d’uomo per respingere  i rivoltosi, che non arretrano non essendo più in grado di procurasi beni di prima necessità e al limite della sopravvivenza perché le loro case sono prive di elettricità, gas e acqua corrente. L’economia nazionale è stata distrutta da anni di forte recessione ed ora lo Stato non riesce a garantire ai cittadini servizi basici come la manutenzione delle infrastrutture strategiche, l’assistenza sanitaria e la sicurezza.

Nel Paese imperversano  gang criminali e regna l’anarchia, in cui si muovono, segretamente, gli agenti dell’intelligence venezuelana, i quali identificano ed eliminano i dissidenti politici e militari del regime. In questi momenti di grande tensione per Maduro è diventato indispensabile assicurarsi la lealtà dell’esercito, in cui recentemente si sono verificati episodi di insubordinazione. Pochi giorni fa, alcuni soldati della Guardia Nazionale Bolivariana hanno dichiarato, via social, il loro sostegno a  Guaidó. Ma, dopo l’annuncio, i militari sono stati localizzati e arrestati dagli uomini dei servizi segreti. Pare che molti agenti dell’intelligence fossero di nazionalità cubana, come la maggior parte degli addestratori dell’esercito venezuelano. Dal 1998, data in cui il padre politico di Maduro,  Hugo Chávez, è salito al governo del Venezuela, l’alleanza tra quest’ultimo e Cuba si è cementata rapidamente. Da allora il Venezuela ha inviato ingenti quantità di greggio a Cuba che, in cambio, ha mandato nel Paese alleato agenti segreti, addestratori militari e medici.

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