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Attualità

Francesco Micci: l’imprenditore del nuovo “umanesimo del turismo…”

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Tempo di lettura: 4 minuti

Francesco Micci è un imprenditore italiano che si dedica da anni al settore del turismo e della ristorazione, oltre ad aver pubblicato 14 libri

di Giordana Fauci 

Francesco Micci è un imprenditore italiano con la passione per la scrittura: ha pubblicato ben quattordici libri, di cui il primo all’età di cinquant’anni, “per esprimere la sua gratitudine e condividere i suoi sentimenti, i sogni e il quotidiano con l’amata famiglia…”, come confida ai lettori.

Una persona che è, dunque, in grado di offrire non pochi consigli ma, invero, preziosi insegnamenti: a livello umano, prima ancora che professionale.

Non a caso – confida ancora – “la felicità è un bene che si moltiplica, più se ne ha e più se ne dà; e più se ne dà e più se ne riceve. E se la tristezza prova a rincorrerti tu sii più veloce…”.

Così, tenendo conto di questo insegnamento-principe, l’imprenditore-scrittore ha deciso di dedicare diversi libri al tema delle felicità.

Micci ha conseguito una laurea in Scienze Politiche, con Master post-laurea in Diritto, Economia Politiche dell’Unione Europea.

Poi, per diverso tempo, ha vissuto a Bruxelles, ove ha svolto la professione di consulente in materia di progetti di sviluppo europei in svariati ambiti.

Il suo spirito imprenditoriale è, senza dubbio, nato dal connubio tra il suo pensiero di vita e l’indirizzo di studi scelto, oltre che da esperienze maturate all’estero e che ha “trasferito…” nel Bel Paese.

Perciò, dopo aver a lungo viaggiato, Micci ha deciso di tornare in Italia, per dedicarsi al settore del turismo e della ristorazione.

E, dal 1999, visto l’amore che lo lega da sempre all’Umbria, continua a prodigarsi per far conoscere la sua “terra incantata…” al mondo intero.

Perché l’Umbria è “una terra ricca di arte, cultura, storia e natura…”, oltre ad essere il luogo in cui Francesco Micci è nato.

Una terra nella quale, da ormai oltre vent’anni, l’imprenditore, assieme alla moglie e ai figli, persegue ancora il suo sogno che è, ormai, il sogno della sua intera famiglia e dei molti “locali…”, giovani e meno, a cui ha offerto lavoro, così evitando che fuggissero all’estero.

Ed è proprio così che Francesco Micci ha realizzato il suo sogno, rendendo a dir poco affascinante un luogo che era rimasto abbandonato per oltre cinquant’anni e che si affaccia sul Lago Trasimeno, a Magione, un piccolo paesino situato in posizione strategica, proprio per la vista di tanti e tali tesori.

Perché Micci è sempre stato orgoglioso e fiero della sua terra che, perciò, desidera far conoscere agli altri.

Ed è per questo che si dedica ancor oggi, con dedizione profonda, al suo lavoro di imprenditore, al contempo scrivendo: perché “mai si deve dimenticare di alimentare l’anima e lo spirito, oltre il corpo…”.

Del resto, Micci ha la fortuna di vivere in un luogo in cui regna sovrana la pace e l’ispirazione.

Ed è, indubbiamente, da quella stessa pace che ha trovato ispirazione finanche la sua ultima Opera, dal titolo La routine della felicità. Segreti e buone abitudini per vivere bene.

Un libro in cui l’Autore definisce la felicità non certo come un insieme di momenti sfuggenti e irripetibili, bensì come “uno stato dell’anima, che riempie lo spazio ed il tempo…”.

Dunque, un uomo perfettamente conscio che la felicità altro non è se non “un percorso che si realizza giorno dopo giorno, a partire da piccoli gesti, rituali, esperienze, che costituiscono una sorta di routine a cui ci si può allenare…”.

Un imprenditore-scrittore, quindi, fin troppo consapevole che per essere felici si deve “coltivare gratitudine e ottimismo, con costanza e dedizione… Includendo entrambi nella nostra routine quotidiana…”.

Perché essere felici fa la differenza e, in ogni caso, “è doveroso essere pronti ad essere felici…”, aggiunge sicuro Micci.

Del resto, ogni evento della vita può divenire elemento determinante per la nostra felicità: “Il cibo, ad esempio, che non nutre di certo il solo corpo, bensì la stessa mente, il cuore e finanche l’anima…”. Perché il cibo “ci costruisce ogni giorno, alimentando ogni singola cellula del nostro corpo, non solo di componenti chimiche bensì di energia, di emozioni…”. Ed è, perciò, “specchio del nostro stato fisico, dei nostri pensieri, del nostro stato d’animo…”.

Ed è in un altro libro, dal titolo La felicità è possibile che Francesco Micci chiarisce ancor meglio il suo punto di vista, definendo la felicità “non solamente un insieme di momenti brevi, sfuggenti e irripetibili…” ma, prima ancora “un modo privilegiato di percepire la vita…”.

In effetti, “esseri unici e irripetibili rappresenta un’opportunità grandiosa per ognuno…”.

Perché ciascuno – nessuno escluso! – “possiede un talento ed un potenziale da esprimere, che lo può portare alla realizzazione di una vita più piena…”, sempre che lo desideri, si intende!

Una vita da vivere intensamente: in ogni momento.

Ed è proprio questo piccolo impegno quotidiano che non potrà non renderci felici e liberi.

Perché la nostra vita è un viaggio affascinante, che non si può mancare. Probabilmente è anche il più impegnativo ma, al tempo stesso, il più meraviglioso…”: Francesco Micci ne è certo e, perciò, ha desiderato condividere questo saggio pensiero con chiunque voglia coglierlo, soprattutto i più giovani che, scoraggiati, abbandonano spesso l’Italia per recarsi all’estero.

Micci, dunque, non ha potuto non consigliare a tutti – giovani ma non solo – di “mantenersi al centro delle proprie attenzioni in ogni pensiero, gesto, emozione da vivere intensamente, così conducendo la nostra esistenza nella direzione desiderata…” e, al tempo stesso, ha concluso: “La vita non va presa troppo sul serio, tanto non ne usciremo vivi…”.

Mai dimenticarlo!

Perché la vita è e resta un’opportunità grandiosa di cui “arte, natura, amore ed amicizia rappresentano le sfumature… Sfumature che la rendono entusiasmante se riusciamo a vederla con gli occhi di un bambino…”. E le gioie di un bambino – si sa – rimangono sempre vive nel profondo: nessuno ce ne può privare, a meno che non siamo noi stessi a decidere di addormentarle, così sprecando la nostra stessa esistenza.

Tanta e tale saggezza lo scrittore Francesco Micci manifesta nel quotidiano e, finanche, nel suo lavoro di imprenditore, tenendo sempre a mente che “in un mondo in cui ognuno è ospite, ciascun ospite diviene finanche un target…”.

Ed è per questo che anche lo stesso concetto di turismo, a suo dire, va rivisto: non solo come “scambio tra persone…” ma finanche “tra anime…”.

Ecco perché è importante saper parlare, oltre che alla mente, al cuore, regalando esperienze uniche e personalizzate, come quelle che si adopera a donare questo saggio scrittore-imprenditore, prima ancora imprenditore-scrittore: sia in ambito turistico ma, invero, esistenziale.

Un uomo che, perciò, ha ancora molto da comunicare, soprattutto ai giovani che intendono occuparsi del settore turismo.

Un settore che ha saputo rendere felice Francesco Micci e che, perciò, ha giustamente definito “il nuovo umanesimo…”, generosamente condividendo finanche il segreto del suo successo.

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