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Attualità

Il Vangelo degli ultimi

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“Il tuo vangelo, quello degli ultimi, è quello che io amo”, così Marco Pannella scrisse al Santo Padre. Il Papa Francesco pubblica sul giornale “Famiglia Cristiana” la lettera ricevuta il 22 Aprile scorso dal leader radicale protagonista dei diritti civili in Italia, morto a Roma Giovedì 19 Maggio a 86 anni

di Marina d’Angerio di Sant’Adjutore

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ROMA 21 maggio 2016 – Oggi ultimo saluto al leader politico dei radicali Marco Panella in piazza Navona, moltissime persone sono giunte da tutta Italia, in questi giorni, per tributare un ultimo saluto ad un uomo che ha speso la sua vita per le battaglie per la conquista di molti diritti civili. Giacinto, detto Marco, inviò il 22 aprile scorso una bella lettera al Santo Padre e il nostro amato Papa Francesco ha voluto pubblicarla. Martedì 17 maggio  il Santo Padre aveva voluto mandare un ultimo saluto a Marco tramite Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. L’arcivescovo ricorda la sua amicizia e i suoi incontri con il politico: “Una personalità complessa, anche spiritualmente”. ‘E importante  ricordare che negli ultimi anni più volte il Santo Padre lo ha chiamato al telefono per incoraggiarlo ad andare avanti con le sue battaglie per le condizioni dei detenuti e l’abolizione della pena di morte. «Sia coraggioso eh, l’aiuterò», promise il Papa. A fine aprile 2014 Pannella era alle prese con uno sciopero della fame per denunciare le condizioni disumane dei detenuti italiani quando squillò il telefono.— Era proprio il Papa !—  Desiderava affettuosamente informarsi sulle sue condizioni di salute, chiedendogli se corrispondeva al vero quanto letto sui giornali circa la sua intenzione di riprendere subito lo sciopero della fame e della sete. «È così», disse il leader radicale, spiegando che unicamente in questo modo riusciva a tenere alta l’attenzione dei media sulla sua battaglia.  Pannella confidò: «Con il Pontefice ci sono molte affinità. La sua religiosità così vicina alle persone semplici e vere è molto vicina anche alle mie origini». «Papa Francesco? Noi radicali lo amiamo molto, e credo che anche lui…», aveva confidato il leader radicale due anni fa, elogiando il «riaffermarsi grande e grosso della spiritualità». E quando Bergoglio l’estate scorsa aveva cancellato l’ergastolo e introdotto il reato di tortura nella legislazione vaticana, Pannella s’era spinto oltre: «Mi piacerebbe molto lasciare la cittadinanza italiana per diventare un cittadino del Vaticano». Un dialogo diretto era nato tra Papa Francesco e Marco, nato sul terreno di una lotta comune, i diritti dei detenuti e la battaglia contro la pena di morte, che entrambi combattevano, anche se, da posizioni diverse. A Pannella piacevano le visite di Papa Francesco nelle carceri dove il Pontefice ha scelto più volte di celebrare la Messa del Giovedì Santo lavando i piedi ai detenuti. Nel 2013 il leader radicale organizzò la marcia per i diritti dei detenuti facendola partire da piazza San Pietro. Nella Domenica di Pasqua del 2014 Pannella era andato in visita al carcere di Rebibbia. All’uscita aveva lanciato un appello per indulto ed amnistia chiamando in causa Francesco: «Papa Bergoglio rischia di non sapere che l’assenza di una sua parola esplicita, cioè di una sua parola, può avere un effetto disastroso in questo mondo italiano e non solo». Nel maggio 2015, dopo l’intervento all’aorta addominale, e mentre i due tumori avanzavano inesorabilmente, Pannella ricevette un’altra chiamata da Papa Francesco. Fu lui stesso a svelarne il contenuto in un’intervista al giornale ‘Chi’ : «Papa Francesco è l’unico che non mi abbia sgridato per come io tratto il mio corpo. Anzi mi ha detto: “Sia coraggioso, vada avanti così”. L’unico a dirmi una cosa del genere. Perché ha capito». Marco disse in merito al suo rapporto con Bergoglio e con la sua religiosità: «Con Papa Francesco abbiamo molte affinità», spiegò, «noi radicali abbiamo anticipato molte delle cose che Francesco dice e fa. La sua religiosità così vicina alle persone semplici e vere è molto vicina anche alle mie origini. È il terzo Pontefice con cui ho buoni rapporti. Giovanni Paolo II, il “polaccone” come lo chiamavo io, lo sentivo spesso. Quanto a Ratzinger, beh, sapevo che ci avrebbe stupito. Io sono anticlericale, è vero. Sulle cose concrete, però. Il mio spirito è religioso. Ho sempre avuto rapporti splendidi con le suore. Mio zio, poi, era sacerdote e sono cresciuto con quei sentimenti, con quei valori. Per questo le nonne cattoliche si riconoscono in noi. Perché noi radicali ci siamo sempre battuti per la vita, per i temi etici e sociali, non per la politica». Alla fine della lettera al Santo Padre, scritta con una penna blu e le righe leggermente inclinate verso l’alto, i saluti sono scritti in maiuscolo: ‘TI VOGLIO BENE DAVVERO TUO MARCO’.  Ed ancora in fondo alla lettera, un post scriptum: «Ho preso in mano la croce che portava Mons. Romero, e non riesco a staccarmene». Le ultime sue parole in clinica sono state :”AMORE, AMORE, AMORE!”.

Senza-titolo-5Ciao Marco, “BISOGNA AVERE UN CUORE PER CAPIRE QUELLO ALTRUI”-(‘Gustave Flaubert’) – Guarda e proteggi ancora i deboli dal cielo: ‘requiescat in pace’. Prega, ancora, per la PACE NEL MONDO!

NOTA – La lettera di Marco Pannella al Papa Francesco :  “Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano – vicino al cielo – per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano. Questa passione è il vento dello ‘Spirito’ che muove il mondo. Lo vedo dalla mia piccola finestra con le piante impazzite che si muovono a questo vento e i gabbiani che lo accompagnano. In questo tempo non posso più uscire, ma ti sto accanto in tutte le uscite che fai tu . Un pensiero fisso mi accompagna ancora oggi : “spes contra spem”. Caro Papa Francesco, sono più avanti di te negli anni, ma credo che anche tu ti trovi a dover vivere ”spes contra spem’‘.”

TI VOGLIO BENE DAVVERO TUO MARCO           

 p.s. Ho preso in mano la croce che portava Mons. Romero, e non riesco a staccarmene.

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