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Attualità

In Cina la morale è imposta per legge

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cina anzianiApprovata una norma che obbliga all’amore filiale

Roma, 2 luglio – E’ entrata in vigore ieri con il titolo  “Protezione dei diritti e degli interessi degli anziani” la nuova legge cinese in tutela dell’amore filiale. Un provvedimento necessario anche in vista dell’aumento progressivo della popolazione anziana in Cina: gli ultrasessantenni, oggi 185 milioni, diventeranno 487 milioni nel 2053, il 35% della popolazione, secondo le proiezioni della Commissione governativa sull’invecchiamento.
Con la nuova normativa i figli adulti sono obbligati a fare visita “più spesso” a papà e mamma e se lavoratori avranno 20 giorni di permesso per andare a trovare i loro vecchi genitori che vivono lontano. Ci sono poi una serie di divieti: dall’abbandono agli insulti, fino agli atti di violenza domestica. Alla decisione del Governo ha fatto eco l’Associazione nazionale per gli anziani, che dipende dal ministero per gli Affari civili, con un vademecum di 24 consigli: portare anche moglie e figli a trovare suoceri e nonni, ricordarsi dei loro compleanni e festeggiarli, telefonare. Ma anche ascoltare con attenzione i racconti dei genitori, insegnare loro l’uso di internet, andare insieme al cinema, appoggiarli se restano vedovi e decidono di risposarsi, parlare di cose profonde. Tra i 24 consigli è emblematico il “Ricordatevi di dire loro che li amate”. Impensabile per la nostra cultura occidentale.padre-anziano-figlio-cina_470x305

Uno degli estensori della legge per la protezione degli anziani genitori, il professor Xiao Jinming della Shandong University, giustifica il perché di questa legge: “È soprattutto un modo per sottolineare il diritto dei nostri anziani a chiedere sostegno emotivo, noi vogliamo enfatizzare questa esigenza”.

Ma dal web il giudizio è polemico ed un blogger riassume così la sua visione: “La pietà filiale dovrebbe essere naturale. Questa legge svela la tragedia della nostra generazione”.

Anche questo è il simbolo di una Cina che sta cambiando; l’industrializzazione ha portato profondi cambiamenti, con milioni di giovani che si sono trasferiti per lavoro lontani dalle proprie famiglie e un welfare state inadeguato, che non provvede alle fasce più deboli della popolazione.

 

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