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Guerrilla posting: il movimento dei professionisti su LInkedin contro la crisi climatica

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Guerrilla posting video L'oroscopo degli ecosistemi infranti
Tempo di lettura: 8 minuti

Guerrilla posting: il movimento ideato dal brand designer Danilo Spanu invade le bacheche di Linkedin. Un’iniziativa nata nel 2021 basata sulla diffusione di post, creati da professionisti del mondo digital, per sensibilizzare sulla crisi climatica.

«Al mio segnale scatenate l’inferno». Se avete pensato al gladiatore Massimo Decimo Meridio, sappiate che non c’entra nulla con la storia che leggerete. Ma la prontezza, lo spirito battagliero, uniti a qualche “mazzaroccata” sui denti (digitale, ovviamente) coincidono perfettamente con Guerrilla posting. Un movimento, ideato nel 2021 dal brand designer Danilo Spanu, alla stregua delle più attive “associazioni segrete” che mira all’assalto delle bacheche degli utenti di Linkedin, per sensibilizzare e informare sulla crisi climatica in atto.

Azioni perpetrate da circa 200 professionisti con skill digitali attraverso post recanti l’hashtag #guerrillaposting su catastrofi climatiche, sul concetto di impronta idrica, che evidenzia quanta acqua serve per produrre alcuni prodotti acquistati e anche grazie a iniziative non convenzionali. Un esempio è #Caldiauguri del 2021: “l’invasione” del Quirinale di cartoline fuori dal comune, con l’invito al presidente della Repubblica a compiere azioni concrete per l’ambiente, agli sgoccioli di una catastrofe. 

Nel 2022 invece la community, portavoce di un mondo alla deriva, ha aggiunto un altro tassello alla loro divulgazione d’impatto con “L’oroscopo degli ecosistemi infranti”. Un progetto realizzato a zero spese, con un sito dall’hosting carbon free e un video, sull’oroscopo immaginario dei 4 elementi (aria, terra, fuoco e acqua). Le immagini catastrofiche che si susseguono, rendono perfettamente l’idea di quello che l’umanità sta attraversando; solo che, in questo caso, la colpa non è del destino ma delle azioni dell’uomo. 

I disturbatori seriali di Guerrilla posting non retrocedono e mirano ad arruolare tra le loro fila i giovani della generazione Z, ospiti futuri di un pianeta esausto.

Danilo Spanu ci parla di questo movimento che agisce nell’ombra, delle caratteristiche per farne parte e, ahinoi, di un esempio di greenwashing da accapponare la pelle.  

Progetto adv Guerrilla posting

Come nasce l’idea di Guerrilla posting?

«Vivo a Roma e qui la situazione è abbastanza grave. Ogni giorno vedo lo scempio e l’abbandono totale, così mi sono detto: “Come potremmo mai uscirne? Ho pensato a noi professionisti e comunicatori su Linkedin che parliamo di sostenibilità, ecosistemi, ambiente e cambiamenti climatici non tanto in prima persona, ma attraverso i brand e a come sfruttare le nostre skill per veicolare i nostri messaggi e quelli dei clienti. Ad esempio, per la mia professione ho scelto di non collaborare con brand che non condividono il mio stesso pensiero ed etica e di creare consapevolezza in quelli rimasti che, magari, non agiscono perché non sanno come fare o non si sono posti il problema.

Se sei un brand e mi chiedi un progetto di brand identity ed è prevista la comunicazione sui social e un sito web posso dirti di scegliere un hosting sostenibile, o se devi fare comunicazione off line lasciamo perdere i volantini, perché è carta sprecata. Queste azioni, le possiamo fare tutti; in più ho pensato che uniti con le nostre capacità e la volontà, si poteva fare qualcosa. E da lì è nato il progetto, una sorta di associazione segreta; abbiamo il nostro gruppo dove, quando mi viene un’idea bislacca, complottiamo e decidiamo di uscire con dei post  senza una cadenza».

 

Perché proprio Guerrilla posting?

«Si chiama così, proprio perché è un’azione mirata e massiccia che sbuca fuori dal nulla. Il motivo di chi ne fa parte è un po’ lo stesso per tutti: ci siamo stancati di vedere la gente parlare, di vedere servizi ai telegiornali e sui quotidiani, mentre nel concreto ogni volta che si prova davvero ad agire, si riduce tutto a un pugno di mosche».

Scena tratta dal video “L’oroscopo degli ecosistemi infranti”

In quanti siete nel gruppo di Guerrilla posting?

«Attualmente siamo 202 persone, mentre nel momento di maggiore affluenza siamo arrivati a 300/400 persone. Ma la cosa figa è che questo movimento, genera altro movimento spontaneo. Le persone che ci vedono si accodano senza sapere che è un’iniziativa programmata. Il giorno del Guerrilla posting abbiamo invaso Linkedin e figurati che la gente mi silenziato e mi ha scritto in privato per dirmi “guarda ti voglio bene, ma non ce la faccio più. Vedo nel feed solo disastri, alluvioni e incendi e questa cosa mi sta deprimendo”».

 

Caratteristiche di un  perfetto Guerrilla post?

«Deve dare le mazzaroccate sui denti. Si chiama Guerrilla posting per un motivo: è un’attività di disturbo e se vuoi essere fastidioso, devi esserlo fino in fondo. I violini e gli archi, qua non ci sono. Qui si danno le “legnate” e la comunicazione dev’essere d’impatto, devi scrivere quello che pensi. Non c’è più tempo e devi trasmettere questa urgenza, che non vuol dire fare terrorismo, ma c’è un’effettiva urgenza e molte persone non lo sanno.

Il testo è libero e ognuno può dire quello che vuole sui temi di sostenibilità e cambiamenti climatici, usando l’hashtag #guerrillaposting, indicatore di un’iniziativa coordinata e tangibile».

 

 

Chi può partecipare?

«Tutti, non c’è limite d’età e professione, ma a determinate condizioni: la prima è che non va fatto per ricavarne visibilità e pollicioni, altrimenti ti sbattiamo fuori; la seconda è essere convinti e attivi. Gli utenti che non sono attivi e chiedono l’iscrizione al gruppo li rifiutiamo, perché che contributo mi puoi dare se non scrivi mai niente, non sei attivo e non te ne frega niente di Linkedin? Magari motivi la scelta e mi fai capire che vuoi partecipare davvero, ma non posso accettare una persona che non ha intenzione di contribuire. Non ci si iscrive perché fa figo parlare dei temi green, questo è greenwashing e non lo vogliamo.

La terza qualità infine è la volontà; se mi dici una cosa la devi fare. Detesto le persone che si offrono di collaborare solo perché pensano di ricavare un vantaggio».

 

Ti è capitato di avere a che fare con persone di questo tipo?

«Tantissime, non sai quante ne ho sbattute fuori dal gruppo».

Impronta idrica- post su quanta acqua viene consumata per la produzione di alimenti

 

Il caso più eclatante? 

«Me ne viene in mente uno, perché mi dà i brividi. Un professionista che lavora nel settore della sostenibilità mi ha detto “Io non partecipo al Guerrilla posting, perché preferisco dare visibilità al mio gruppo”. Ma che imbecille sei? Hai una community che si occupa di sostenibilità, pure tu in primis e poi mi dici che non partecipi perché non vuoi dare visibilità al nostro gruppo, ma al tuo? Noi parliamo del futuro del pianeta e tu ti preoccupi di chi prende i like? Infatti, è stato lanciato su Marte immediatamente».

 

Cosa mi dici invece di “Caldi auguri”?

«Nasce due anni fa, per distruggere il Natale di tutti quanti (ride) in collaborazione con Pemcards, una start up che permette di compilare cartoline tramite l’app e spedirle fisicamente a chi vuoi tu. Per tre settimane abbiamo invitato le persone a inviare 3 cartoline a 3 contatti, dicendo a loro di fare altrettanto. Ho creato la grafica della cartolina da personalizzare con un messaggio, dove venivano rappresentati i cambiamenti climatici negli ultimi 100 anni mediante linee verticali rosse e azzurre, una per anno.

Quando durante l’anno la temperatura si era alzata la linea era rossa, mentre quando si era abbassata, azzurra. Tutto fatto tramite un sito dove verifichi com’è cambiata la temperatura media in qualunque parte del mondo. Abbiamo “fotografato” la situazione italiana e ci abbiamo messo sopra una palla di natale appesa con l’effetto ottico di bruciare dietro la cartolina; il messaggio era: “Mentre tutti siamo qui a scartare pacchi di Natale e a buttare plastica, carta, ridiamo e scherziamo, in realtà non c’è un cacchio da ridere”. All’iniziativa hanno partecipato anche molti influencer».

Iniziativa #Caldiauguri

È vero che con questo progetto avete bussato al Quirinale?

«Sì, abbiamo deciso che ognuno di noi avrebbe mandato una cartolina con un messaggio personale a Mattarella. Ci sono state delle cartoline bellissime, di chi ha fatto scrivere la figlia di 5 anni che ancora non sapeva scrivere e chi ha fatto scrivere il gatto (io). Immaginati una scena con il Quirinale sommerso da centinaia di cartoline tutte uguali con scritto di fare qualcosa per l’ambiente. Il problema però è stato delle Poste. La maggior parte delle cartoline sono andate perse, quelle che sono arrivate puntuali sono state pochissime, mentre la maggior parte sono arrivate dopo settimane o mesi. Così, l’effetto dirompente che volevamo non c’è stato». 

 

Avete pensato di riproporlo?

«Sì, ci sto pensando, ma per ora non ti dico nulla».

Cartolina #Caldiauguri del gatto Perseo

 

Quest’anno a cosa avete pensato?

«Abbiamo creato uno spot e perché il messaggio fosse onesto ed efficace, doveva essere interamente creato dalla community e non dovevamo spendere neanche un euro. Ci siamo riusciti. Volevamo far capire alle persone che è la volontà che smuove le cose, così ogni figura professionale (art director, copywriter, videomaker…) ha messo a disposizione il proprio tempo. Dopo aver votato l’idea, è stato scritto il soggetto, la sceneggiatura, lo storyboard, sono state effettuate le riprese, il montaggio, la post produzione, gli effetti, il sito e una volta finito abbiamo deciso di lanciarlo a San Valentino, giocando sul tema dell’amore e del disamore delle persone per il pianeta.

Se non amiamo il posto dove viviamo, come possiamo amare noi stessi? Così nasce “L’oroscopo degli ecosistemi infranti”, un oroscopo al pianeta non in quanto entità, ma in relazione ai suoi 4 elementi: terra, acqua, aria, fuoco. Poi, abbiamo aggiunto l’elemento dell’urgenza, il più importante, perché non c’è più tempo. Ergonet ci ha fornito l’hosting gratuito e totalmente carbon free e tutti i partner hanno partecipato a titolo gratuito».

 

La colpa, dunque, non è data al fato ma all’uomo che, a volte, non si accorge di quello che sta accadendo a meno che non succedano fatti catastrofici. Secondo te, come si può essere più consapevoli e guardare in faccia la realtà?

«Una domanda veramente difficile. Credo che quando vengono alla luce queste azioni succede come in tv, quando guardi le pubblicità dell’ennesima onlus che ti spiega come stiamo distruggendo il pianeta. Quella roba lì ha effetto solo su chi è già sensibile, mentre su chi butta la bottiglia di birra fuori dal finestrino o getta le cartacce a terra non arriverai mai, perché non c’è la predisposizione. Il problema, quindi è a monte, manca proprio la cultura del rispetto per l’ambiente e la maggior parte delle persone è rassegnata. Se invece da oggi decido di non inquinare, il tuo amico fa altrettanto e il vicino di casa pure, le cose cambiano. Ci metteranno un po’, perché di casini ne abbiamo fatti tanti, ma pensare che non si possa fare niente è un alibi per i pigri.

Dobbiamo ricreare proprio la cultura del rispetto, spiegando alle persone che tutti dobbiamo rispettare ogni giorno il pianeta. Le grandi rivoluzioni non partono mai dall’alto, ma sempre dal basso, ecco perché esiste Guerrilla posting».  

 

I prossimi step per sensibilizzare le coscienze?

«Uscire da Linkedin e rivolgersi a chi deve e può fare la differenza in futuro, cioè i giovani già molto più sensibili. Loro erediteranno questo disastro, per cui dobbiamo dare gli strumenti e instillare un mindset diverso».

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