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Diritti umani

Il carcere di Crotone riserva condizioni inumane a detenuti che temono sempre più il contagio del covid-19

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Il garante dei diritti dei detenuti, Avv. Francesco Ferraro, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in accordo con le famiglie di chi sta scontando una pena nel carcere calabrese che da tempo è in sovraffollamento

di Benedetta Parretta

A Crotone in questo momento c’è confusione e allarmismo nelle famiglie dei detenuti che da venerdì avevano cominciato lo sciopero della fame per il rischio di contagio Covid-19, oggi sospeso per l’arrivo di mascherine. Mancano infatti nel carcere crotonese le misure di sicurezza e le regole di distanziamento nelle celle, che non si possono applicare per il sovraffollamento esistente da tempo.

Insieme al garante dei diritti dei detenuti, Avv. Francesco Ferraro, le mogli dei detenuti, hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

La missiva spiega che in una cella al posto di 5 persone ne vivono 9, i detenuti sono in totale 146 nell’Istituto di Pena e in realtà dovrebbero essere 90.

Insieme alle limitazioni dei pacchi e al blocco delle visite dei familiari, si aggiunge il disagio di una comunicazione su skype, inadeguata e troppo breve, che non dà la possibilità di parlare con i propri cari oltre le sbarre.

I detenuti che svolgono un lavoro all’interno del carcere devono continuare a prestare servizio anche nei casi in cui un altro detenuto risulta positivo al Covid-19, nessuna misura di sicurezza tra chi è positivo e chi no.

Le famiglie sono preoccupate e stanno provando a chiedere il carcere domiciliare per questo periodo, per chi non ha pene superiori ai due anni. “Il carcere ce lo siamo meritati. Ma meritiamo una pena non una tortura” Così si esprimono alcuni detenuti ormai sull’orlo della disperazione.

E il fatto che proprio ieri gli stessi detenuti siano stati forniti di mascherine anticontagio, non risolve il fatto che siano ammassati l’uno sull’altro.

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