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Italia

All’università di Tor Vergata al via sperimentazione di maschera da sub per i reparti Covid

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Non abbiamo bisogno solo di mascherine e di guanti, ma di strumenti che possono tenere in vita ogni persona colpita dall’infezione con conseguenti complicazioni polmonari. Le novità dal Dipartimento di medicina sperimentale della facoltà di Ingegneria Medica sotto la guida del Prof. Nicola Rosato

di Vanessa Seffer

L’emergenza Covid19 ha rimesso in moto le idee, tirando fuori la mente creativa e imprenditoriale italiana, vera essenza del nostro patrimonio culturale. Il Paese governato in modo miope e senza una visione per il futuro, che si muove nell’emergenza e mai anticipando i tempi, ha trovato supporto nelle aziende italiane e nell’Università per avere un contributo importante per la lotta contro l’epidemia da Coronavirus.

Così è partita all’università di Tor Vergata, con il Dipartimento di medicina sperimentale della facoltà di Ingegneria Medica sotto la guida del Prof. Nicola Rosato, la sperimentazione di una maschera da sub per i reparti Covid. Per la realizzazione su larga scala si affidano ad un’azienda romana, la Medilife Spa che fa parte della rete The 3d Group in collaborazione con Stratasys, che costruisce macchine americane con tecnologia 4.0, che ha modificato in parte il suo sistema produttivo per sopperire alle necessità incombenti del momento poichè hanno ingegneri, competenze e materiali per farlo.

Non abbiamo bisogno solo di mascherine e di guanti, ma di strumenti che possono tenere in vita ogni persona colpita dall’infezione con conseguenti complicazioni polmonari, con l’obiettivo di non avere più decessi a causa del Covid19. Servono dunque molte macchine per la ventilazione polmonare assistita per la gestione del paziente critico e, meglio ancora, parti di questi macchinari che in Italia non eravamo abituati a produrre come tubi, caschi, maschere, raccordi, adattatori, poiché pare che – come accadeva con la SARS – le cellule aggredite dal virus si stacchino e inizino a inondare i polmoni di residui. Poi, una reazione immunitaria incontrollata dell’organismo finisce per attaccare anche le cellule sane, aumentando un apporto di fluido nei polmoni che rende difficile ossigenare il sangue.

Vista l’emergenza e la carenza di questi macchinari che possono tenere puliti i polmoni, la società romana Medilife Spa si è data alla produzione di questi congegni attraverso la stampa 3D: “l’idoneità del prodotto viene certificata dal comitato etico dei singoli ospedali” – ci dice Emanuele D’Angeli, DG della Medilife Spa – “i prodotti custom made sono adesso una priorità perchè ciò che più conta adesso è proteggere il personale sanitario e salvare quante più vite possibile”.

Nelle ultime settimane Medilife Spa stampa presidi medico chirurgici con tecnologia americana già usata al nord, e soddisfa la richiesta di questi prototipi, fornendo i pezzi nel centro-sud del Paese.

L’azienda già un anno fa aveva puntato sulla produzione di protesi impiantabili, guide chirurgiche e accessori medicali e biomedicali.

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