Attualità
Basilicata. Ricette per raccontare la Storia- Basilicata. Recipes for narrating history – BASILICATË Tu receta, tu historia
L’emigrazione dalla Basilicata nel mondo, un’iniziativa più che lodevole: Ricette per raccontare la Storia
Oggi abbiamo un nuovo articolo interessantissimo della nostra cara amica e collaboratrice in Argentina, Edda Cinarelli.
Però, in questo caso, ci sentiamo in colpa di non poter utilizzare il titolo originale perché non avrebbe effetto con i lettori di lingua inglese. Ma questo non vuol dire che l’articolo non avrebbe importanza per i nostri connazionali in giro per il mondo.
Anzi, l’esatto opposto è vero perché l’iniziativa descritta nell’articolo è più che lodevole perché dovrebbe dare esempio a TUTTE le comunità italiane nel mondo e non solo di coloro di origini lucane.
Difatti, questa iniziativa utilizza un aspetto del nostro Patrimonio Culturale che spesso è diventato un luogo comune, la cucina, che, con le sue variazioni non solo da regione a regione, ma anche da paese a paese, e persino da famiglia a famiglia, rivela dettagli delle origini dimenticati anche da chi è rimasto nel paese perché, la cucina, come ogni aspetto della nostra vita, cambia nel corso del tempo e quel che è normale ora potrebbe essere molto diverso da quel che si faceva nel passato.
Però, questa iniziativa non si limita solo alla cucina, come vedrà il lettore.
Ci auguriamo che questo articolo darà spunti a lettori di origini italiane in ogni paese perché molti sanno poco o niente delle vere origini dei loro avi, particolarmente coloro oltre la quarta generazione che, di solito, sono quelli senza contatti diretti con gli avi emigrati.
Inoltre, dobbiamo ricordare che, benché le prime generazioni all’estero hanno, in generale, mantenuto fede al detto celebre, “donne e buoi dei paesi tuoi”, con ogni generazione i discendenti dei nostri emigrati non solo hanno sposato discendenti da altre regioni italiane, ma con il passare del tempo hanno sposato anche non italiani e quindi hanno sfide importanti per capire non solo le loro origini, ma anche con precisione la loro identità personale che non è solo italiana e del paese di nascita/residenza, ma anche dei rami nuovi entrati nelle famiglie italiane.
E nel ringraziare Edda di nuovo per i suoi bellissimi contributi, invitiamo i nostri lettori a inviare le loro storie per pubblicazione nel giornale a: gianni.pezzano@thedailcases.it .
Basilicata. Ricette per raccontare la Storia – BASILICATË. Tu receta, tu historia
Di Edda Cinarelli
Il 27 febbraio, nella sede della città di Buenos Aires dell’Universidad Nacional de Tres de Febrero (UNTREF) si è realizzata la presentazione dell’esposizione internazionale BASILICATË, tu receta, tu historia, che racconta la Lucania nel mondo, in Italia, in Uruguay, in Argentina e negli Stati Uniti, ed è frutto della collaborazione tra la Regione Basilicata, che promuove e finanzia il progetto e la Federazione dei Lucani in Piemonte, che lo realizza con il supporto del comitato tecnico scientifico del Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice della Regione Basilicata.
Il titolo BASILICATË al plurale sta a significare il fatto che ci sono tante “Basilicata”, la prima, quella in Italia, ma anche quelle che i migranti hanno portato con sé per far rivivere il loro luogo d’origine, rendere il salto nel vuoto meno traumatizzante. Il progetto indaga come le loro usanze sono cambiate con il contatto delle società di accoglienza trasformandosi in tante BasilicatE, secondo i paesi ospitanti.
La grande mostra itinerante sarà inaugurata quasi contemporaneamente a Montevideo, Buenos Aires e New York, nel mese di agosto 2024, a settembre tornerà in Italia, a Torino e a Ottobre il progetto vedrà la sua conclusione a Genova, nel Museo dell’Emigrazione Italiana. Alla fine del suo percorso, la mostra tornerà in Basilicata e diventerà parte del percorso museale all’interno del Museo dell’Emigrazione Lucana di Lagopesole, in provincia di Potenza.
Si declina, come ha spiegato Cristina Amenta, architetto lucano del gruppo indipendente di ricerca “Architecture of Shame”, che per la Federazione delle Associazioni Lucane in Piemonte ha la responsabilità della curatela della Mostra Internazionale, su alcuni temi specifici: la lingua, i riti, le tradizioni culinarie, e gli ambienti domestici dei lucani nel mondo.
La lingua è la prima caratteristica regionale che un emigrante corre il rischio di perdere, per le norme dei paesi che lo adottano ma anche per la necessità di contatto con la popolazione locale.
In questo ambito si è scelto di far leggere a persone di tre diverse generazioni la poesia Serenata al Paese di Rocco Scotellaro, una poesia che appunto parla di emigrazione ed è commovente per qualsiasi emigrante.
Il tema della lingua è intimo, dipende da come ciascuno lo vive, e la forza e determinazione che si può avere per conservarla.
Tra le tradizioni, il rito religioso aveva un grande valore nei paesi d’origine. Durante l’anno, la gente lavorava e la festa religiosa dava la possibilità alla gente d’incontrarsi, celebrare e festeggiare.
Durante le feste patronali i ragazzi e le ragazze s’incontravano, s’innamoravano, spesso si fidanzavano e si sposavano.
Per questo tema, all’interno della Mostra ci sarà un video della festa di San Rocco che si celebra ugualmente a New York, a Montevideo come in Basilicata, mentre a Buenos Aires sarà mostrata la festa di San Francesco da Paola.
Queste celebrazioni sono molto identitarie, per la gestualità, i canti tipici, molti dei quali si stanno perdendo e sarebbe necessario rivalorizzare.
La cucina, cosa dire di quest’arte, delizia degli dei.
I lucani negli anni scorsi avevano organizzato corsi di cucina ed anche un incredibile ricettario.
La casa, questo è il luogo in cui si vive e che ogni persona interpreta a modo suo, in Lucania la casa è disposta in modo speciale e si se ne rendo conto visitando la dimora di un lucano, anche oltreoceano.
A questo punto l’architetto Cristina Amenta ha fatto notare che un trascolo, un cambiamento di casa rappresenta un dolore fortissimo, secondo solo al lutto per la perdita di una persona cara.
Amenta ha concluso il suo intervento invitando i presenti a dare pubblicità alla preparazione della mostra ed invitandoli a collaborare, magari preparando delle scatole di cartone, simbolo importante dell’emigrazione, e di riempirle con qualsiasi oggetto, una lettera, una poesia, una cartolina e tanti altri.
Il “Lic.” Marcelo Huernos del Museo dell’Immigrazione di Buenos Aires (MUNTREF) che lavora in stretta collaborazione con la UNTREF e con le varie realtà che si occupano d’immigrazione e di emigrazione nel Mondo, come il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova (MEI), ha fatto gli onori di casa e ricordato come il fenomeno migratorio sia mondiale e sempre attuale e forte. Maria Eugenia Serrano, giovane presidente del Comites di Lomas de Zamora, ha ricordato le sue origini lucane ed il lavoro che si sta facendo per riunire gli argentini di origine italiana, nel caso specifico quelli di origine lucana.
Alejandro Tosi, presidente della Federazione delle Associazioni Lucane dell’Argentina (FABA) ha rinnovato l’invito a partecipare della mostra e la sua soddisfazione per l’incarico che riveste.
È seguita quindi la premiazione di un concorso su ricette di cucina lucana vinto da: Filomena di Gironimo, originaria di Pescopagano che ha vinto con la ricetta degli Struffoli; Carmela Dabraio, originaria di Tricarico, con la ricetta delle Casatelle, Roberto Papaleo, originario di Latronico, con la ricetta dei Ferretti con i peperoncini cruschi. È seguito un ricevimento dove si sono assaggiati prodotti tipici lucani e dolci deliziosi.
La signora Filomena Di Gironimo terrà un laboratorio alla Scuola Pizzaioli di Buenos Aires, partner tecnico del progetto, durante il quale diciotto lucani e lucane impareranno a preparare gli Struffoli, trasmettendo così la tradizione. Anche questo materiale sarà filmato, fotografato e sarà parte della Mostra internazionale a Buenos Aires ad Agosto.
La presentazione è stata un successo a tutto tondo, c’è da sottolineare che se pur sia vero che si parli poco di quello che hanno fatto i lucani nel mondo, a Buenos Aires, la FABA lavora molto bene sin da prima della sua fondazione. Come non ricordarsi di Giuseppe De Bonis, Lucia Martino, Rocco Curcio, Vito Santarsieri e di tante altre persone che hanno sempre fatto brillare l’associazionismo lucano con il loro persistente lavoro e con la loro dedizione. È il caso di dire che il passaggio generazionale è stato fatto con successo. I dirigenti storici hanno passato la staffetta alle nuove generazioni che continuano il lavoro di chi li ha preceduti con lo stesso amore e la stessa dedizione, orgogliosi delle loro radici.
L’altra osservazione è che in un mondo con la comunicazione sempre più veloce, gli emigranti e i loro discendenti non sono più soli ma hanno la possibilità di comunicare con i loro coetanei lucani in Basilicata ed organizzare con loro, nonostante le lontananze fisiche, molte iniziative interessanti per costruire il futuro onorando il passato e ricordandolo.
Credit Photo: UNTREF Media
Emigration from the Basilicata, a more than praiseworthy initiative
Recipes for narrating history
Today we have a very interesting new article from our dear friend and collaborator in Argentina, Edda Cinarelli.
However, in this case we feel guilty not being able to use the original title because it would not have an effect on the English language readers. But this does not mean that the article would not matter to our fellow countrymen and women around the world.
Indeed, the exact opposite is true because the initiative described in the article should set an example for ALL Italian communities in the world, and not just those originating from the Basilicata Region.
In fact, this initiative uses an aspect of our Cultural Heritage that has often become a cliché, the cuisine, which, with its variations not only from region to region, but also from town to town and even from family to family, reveals details of the origins also forgotten even by those who stayed in the country because the cuisine, like every aspect of our lives, changes over time and what is normal now could be very different from what was done in the past.
But this initiative is not limited to only the cuisine, as the reader will see.
We hope that this article will give insights to readers of Italian origins in every country because many know little or nothing of their real origins, particularly those beyond the fourth generation which is usually the first generation without direct contact with the emigrant ancestors.
Furthermore, we must remember that, although the first generations overseas generally kept faith with the famous Italian saying “donne e buoi dei paesi tuoi”, literally women and cows from your hometowns, in other words they married people of the same town, with every generation the descendants of our migrants not only married descendants from other Italian regions, with the passage of time they also married non-Italians, and therefore they had major challenges in understanding not only their origins, but also precisely their personal identity which is not only Italian and of the country of birth/residence, but also of the new branches coming onto the family tree.
And in thanking Edde once more for her wonderful contributions, we again invite our readers to send in their stories for publication in the newspaper to: gianni.pezzano@thedailcases.it .
BASILICATË. Tu receta, tu historia
BASILICATA. Your recipe, your history
By Edda Cinarelli
On February 27 in the Buenos Aires Offices of the Universidad Nacional de Tres de Febrero (UNTREF), Argentina’s National University of the 3rd of February, the presentation of the BASILICATË, tu receta, tu historia (BASILICATA, your recipe your history) international exhibition took place, which tells the story of the Lucania (another name for the Region of Basilicata) in the world, in Italy, in Uruguay, in Argentina and in the United States, and it is the fruit of the collaboration between the Basilicata Region which promotes and finances the project and Federazione dei Lucani in Piemonte (Federation of the people from the Lucania in the Piedmont Region) which carries it out with the support of the technical scientific committee of the Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice (Nino Calice Centre of the Lucani in the world) of the Basilicata Region.
The title BASILICATË in the plural signifies the fact that there are many “Basilicatas”, the first is the one in Italy, but also the one that the emigrants took with them to live once again their place of origin, to make the leap into the void less traumatic The project investigates how their customs have changed with the contacts with the host societies, transforming into the many Basilicatas according to the host countries.
The big touring exhibition will be launched almost simultaneously in Montevideo, Buenos Aires, and New York, in August of this year, and in September it will return to Italy in Turin in October and will have its conclusion at the Museo dell’Emigrazione Italiana (the Museum of National Migration) in Genoa. At the end of its journey the exhibition will go back to the Basilicata and will become a part of the exhibitions of the Museo dell’Emigrazione Lucana (Museum of Migration of the Lucania) in Lagopesole in the province of Potenza.
It is set up, as explained by Cristina Amenta, an architect from Lucania of the independent research group “Architecture of Shame”, which, for the Federazione delle Associazioni Lucane in Piemonte is responsible for the curating the International Exhibition, on some specific themes: the language, the rites, the culinary traditions and the domestic environments of the Lucani around the world.
The language is the first regional characteristic that a migrant risks losing due to the laws of the countries that adopts him or her, and also due to the need for contact with the local population.
In this context, it was decided to choose people from three different generations to read the poem “Serenata al Paese” (Serenade to the town) by Rocco Scotellaro, a poem that talks about migration and is moving for any migrant.
The issue of language is intimate and depends on how each person experiences it, and the strength and determination that one can have in preserving it.
Among the traditions, the religious rite had great value in the towns of origin. During the year the people worked, and the religious feast gave people the opportunity to meet and to celebrate.
During the feasts of the Patron Saints of the towns the young men and women would meet, they fell in love, often they got engaged and married.
For this theme, within the Exhibition there will be a video of the Feast of Saint Rocco which is celebrated equally in New York, Montevideo, as well as the Basilicata, while in Buenos Aires the Feast of Saint Francis de Paola will be shown.
These celebrations are very identifying due to the gestures, the typical songs, many of which are now being lost and it would be necessary to reevaluate them.
The cuisine, what to say about this art, the delight of the Gods?
Over the years the Lucani had organized cooking classes and also an incredible collection of recipes.
At home, this is the place in which we live and which every person interprets in his or her own way. In Lucania the home is set up in a special way and you realize this when you visit the home of a Lucano, also overseas.
At this point the architect Cristina Menta pointed out that a trasloco, a change of the home, represents a very strong pain, second only to the mourning for the loss of a loved one.
Amenda ended her speech inviting the guests to publicize the preparation of the exhibition and inviting them to collaborate, perhaps preparing cardboard boxes, an important symbol of migration, and filling them with any object, a letter, a poem, a postcard and many other things.
The “Lic”, Marcelo Huernos of the Museo dell’Immigrazione di Buenos Aires (MUNTREF) which works in close collaboration with the UNTREF and with the various realities that deal with immigration and emigration around the world, such as the Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) in Genoa, was the host and he reminded us how the phenomenon of migration is worldwide, and is still current and strong. Maria Eugenia Serrano, the young President of the Comites (the representative body of Italian citizens at a consular level) of Lomas de Zamora, recalled her origins in Lucania and the work being done to reunite Argentinians of Italian origins, in the specific case, those from Lucania.
Alejandro Tosi, the President of the Federazione delle Associazioni Lucane dell’Argentina (FABA, Federation of the Lucani Association in Argentina) renewed the invitation to participate in the exhibition and his satisfaction in the role that he holds.
This was then followed by the award ceremony of the competition of recipes of Lucano tradition won by Filomeno di Gironimo from Pescopagano who won with her recipe for Struffoli, Carmela Debraio from Tricarico with her recipe for Casatelle, Roberto Papaleo from Latronico with his recipe for Ferretti with pepperoncini cruschi. This was followed by a reception where typical products of Lucania and delicious sweets were tasted.
Mrs. Filomena Di Gironimo will hold a workshop at the Pizzamakers School od Buenos Aires, a technical partner of the project, during which eighteen Lucani men and women will learn to prepare Struffoli, thus passing on the tradition. This material will also be filmed, photographed and will be part of the international Exhibition in Buenos Aires in August.
The presentation was an all-round success. It must be noted that although it is true that little is said about what the Lucani have done around the world, in Buenos Aires the FABA has done a lot of work since before its foundation. How can we not remember Giuseppe De Bonis, Lucia Martino, Rocco Curcio, Vito Santarsieri and many other people who made the associations of the Lucani shone with their hard work and with their dedication?
It must be said that the passage of generations has been done successfully. The historical managers have passed the baton onto the new generations who have continued the work of those who preceded them with the same love and the same dedication, with pride in their origins.
The other observation is that, in a world with faster and faster communications, migrants and their descendants are no longer alone, but they have the possibility to communicate with their Lucani peers in the Basilicata and to organize many initiatives with them, despite the physical distances, for building a future by honouring the past and remembering it.
Credit Photo: UNTREF Media