Arte & Cultura
‘Accademia e Accademie’ all’Accademia di Belle Arti della Capitale
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Si potrà visitare, sino la giorno 8 febbraio 2016, la mostra “Accademia Accademie, ricerca, trasmissione e creazione artistica nei secoli XIX-XXI” nella sala “Colleoni”, allestita per l’occasione, con un incantevole rivestimento rosso, dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
di Rosalba Falzone
Voluta dalla Direttrice Tiziana D’Achille dell’Accademia di Belle Arti di Roma, la mostra”Accademia Accademie, ricerca, trasmissione e creazione artistica nei secoli XIX-XXI” è stata organizzata da Marco Bussagli, Sara Linford e Pietro Roccasecca che hanno curato anche il catalogo che raccoglie gli interventi del Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Mario Alì e di Tiziana D’Achille.
Nella sala sono stati esposi documenti, disegni, dipinti, sculture, fotografie, disegni di anatomia, articoli di giornale che testimoniano la presenza degli artisti durante i 350 anni dell’Accademia di Belle Arti di Roma e dell’Accademia di Francia a Roma. Formazione ed evoluzione degli Artisti operanti da fine ‘800 sino ai nostri giorni nella mostra, allestita da Stefania Teodonio raccoglie opere di diversi artisti come Albert Bernard, Denys Puech, Paul Landowski, Oscar Kokoschka, Pino Pascali, Pierre Chabat, Umberto Coromaldi, Pericle Fazzini sino ad arrivare a Giovanni Albanese.
Scorrono su di un video le immagini di opere di artisti contemporanei che contribuiscono oggi a far grande l’Accademia di Belle Arti di Roma, come Vincenzo Varone e Giuseppe Modica. Tra le opere esposte è notevole il dipinto “Pigmalione” di Giulio Bargellini, un olio di tela, 109,5×148, del 1896, di gusto neoclassico e nello stesso tempo surreale, magnifica la composizione, che si presenta originale, nonostante l’apparente impostazione accademica, note di innovazione emergono insieme alle due figure dipinte, che si presentano anatomicamente perfette e paiono emergere all’abbagliante sfondo prospettico.
Opera realizzata con sapiente cura del chiaroscuro, della luce e delle ombre, le ombre proprie e le ombre portate fanno rilevare le figure ed i certosini particolari, le pennellate sicure sfidano l’osservatore che rimane incantato e stupito, catturato come se fosse posto ad ammirare veramente dall’interno della stanza, che da dipinta sembra vera, come un trompe-l’oeil, confonde e sconvolge, rimane stupefatto e a tratti confuso, anche perplesso, ma anche attratto, poiché allontanandosi dal dipinto viene voglia di tornarci su e “rivivere” la scena tantissime altre volte.