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Segretari dei partiti al governo, un ossimoro? — Secretaries of political parties in the Government, an oxymoron?

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di emigrazione e di matrimoni

Segretari dei partiti al governo, un ossimoro?

Voglio iniziare questo articolo con un riferimento alla Costituzione italiana. L’Articolo 67 è succinto e preciso, “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Cioè il parlamentare non è un rappresentante del partito ma rappresenta i cittadini del paese. E questo è un concetto fondamentale mentre consideriamo il ruolo dei Segretari dei partiti.

Iniziamo con un video della tradizionale consegna della campanella con cui il Presidente del Consiglio dirige le riunioni del Consiglio dei Ministri. In questa occasione la consegna è accaduta il 22 febbraio 2014 con Matteo Renzi che stava per prendere il posto di Enrico Letta, entrambi del Partito Democratico (PD). Quel giorno Letta entrò nella sala con passo veloce e visibilmente infastidito, e questa è stata indubbiamente la consegna più veloce della Storia con una durata solo 10 secondi.

In questa occasione il cambio di Presidenza del Consiglio non è accaduto a causa di problemi all’interno del Governo, bensì perché l’allora Segretario del PD Matteo Renzi aveva espresso pubblicamente le sue critiche all’operato di Letta e sulla lentezza delle sue manovre. Inoltre, questa decisione di Renzi era vista da molti anche come segno delle proprie ambizioni politiche. Ed è l’immagine perfetta per capire perché il ruolo di Segretario di partito non è consono con quello di chi svolge mansioni istituzionali.

Nell’ultimo articolo “La moglie di Cesare, gli inciuci della politica italiana e i simboli del potere — Caesar’s wife, the ploys and symbols of Italian politics”  abbiamo parlato di come il sistema parlamentare italiano ha bisogno di riforme strutturali e abbiamo iniziato con le modalità con cui i Presidenti della Camere sono eletti e anche sui simboli indossati da chi copre ruoli istituzionali.

Ora diamo uno sguardo agli inevitabili conflitti tra l’amministrazione dei partiti politici ed il ruolo dei rami parlamentari dei partiti nel governare il paese.

Per avere un esempio di come altri paesi risolvono i problemi di conflitti di interessi tra i rami parlamentari e l’amministrazione dei partiti, basta guardare un esempio all’estero che seguiamo da settimane ormai nelle cronache internazionali. Infatti, in questi giorni abbiamo assistito all’elezione del terzo Primo Ministro del Regno Unito in meno di due mesi, ma quel che vogliamo fare notare è che la decisione di chi è il Capo del Governo britannico non è del Partito, bensì dei suoi deputati della “House of Commons” cioè la Camera dei Deputati del paese.

Questo perché nei paesi anglosassoni i partiti non dettano le azioni dei parlamentari e questo vale per tutti partiti in quei parlamenti che utilizzano il sistema parlamentare definito anche come “Westminster”, come anche all’interno del Congresso americano. E benché il Capo del partito potrebbe anche essere deputato, il suo voto conta come il voto di tutti gli altri parlamentari e, a suo turno, deve sottomettersi ai programmi del Capo del Governo in carica.

E la logica di questa pratica nei parlamenti anglofoni è molto semplice, chi ha mansioni come Capo di Governo non può permettersi di partecipare a livello massiccio all’amministrazione del partito.

Considerando il ruolo enorme di essere il Presidente del Consiglio di una delle potenze economiche più importanti del mondo, basta solo pensare che i Segretari hanno un numero di scopi ben precisi, il tesseramento, la formazione dell’identità dei partiti, e questo ricopre anche la redazione del programma politico del partito che, ovviamente, deve essere fatta con la collaborazione del ramo parlamentare. Certo, nei maggiori partiti il lavoro dei Segretari, senza eccezioni, è anche di preparare i rispettivi partiti per future elezioni e per questo obiettivo hanno inizio i conflitti con le responsabilità dei loro parlamentari che coprono i ruoli istituzionali, anche a livello regionale e provinciale, con effetti sul buon funzionamento del governo.

Inoltre, c’è un altro aspetto del ruolo dei Segretari da non sottovalutare. Considerando che uno dei mali di fare politica è la tendenza di chi è in Parlamento di perdere contatto con gli elettori, visto che la grande maggioranza delle informazioni fornite a chi detiene ruoli costituzionali viene dai burocrati in cifre fredde, e senza considerazioni alle reazioni dei futuri elettori che potrebbero non gradire le nuove proposte di legge e riforme, il parlamentare è spesso accusato, non sempre ingiustamente, di non capire più chi lo ha votato. 

Quindi, un partito ben organizzato con una Segreteria efficace ed indipendente potrebbe e dovrebbe essere anche un mezzo importante di buon governo. Non nel dirigere come il ramo parlamentare agisce all’interno del Parlamento, anche perché questo sarebbe contrario allo spirito e il dettato dell’Articolo 67 della Costituzione, ma perché un partito valido e ben radicato sul territorio darebbe ai suoi parlamentari, partendo da chi svolge ruoli istituzionali, le reazioni dei suoi elettori alle mosse all’interno del Parlamento e quindi essere il canale che permetta ai parlamentari di tenere il più possibile contatto con gli umori e la vita dell’ “uomo normale” che è spesso dimenticato nel Parlamento.

Senza dimenticare che i Segretari devono anche vigilare attentamente sui propri partiti per evitare che gli scontri interni tra fazioni ed individui, che esistono in ogni gruppo politico, non mettano in pericolo la sopravvivenza del partito stesso (e quante volte abbiamo visto partiti politici spezzarsi proprio in questo modo nei decenni?) con effetti devastanti per il Governo in carica, e basta vedere l’eterno evolversi del nostro sistema partitico con simboli nuovi di ogni genere e partiti in costante evoluzione, per capire che questo non è un rischio fantomatico ma, purtroppo, un aspetto che crea debolezze nel nostro sistema di governo che ha come prova il grande numero di governi nazionali, ben oltre 60, dalla fine dell’ultima guerra mondiale.

Per tutti questi motivi nessuna persona, non importa quanto brava e con quanta esperienza politica, può ricoprire questi due ruoli, segretario di partito e ruolo istituzionale, senza mettere in pericolo il buon funzionamento sia del Governo che dei partiti.

La politica non è facile, è una vita difficile ed insidiosa, ma non può essere affrontata in modo vago cercando di tenere i piedi in due staffe, ma con un’idea ben chiara sugli scopi da raggiungere, sia di chi agisce nel Parlamento che per chi amministra i partiti, senza le distrazioni create da eventuali conflitti d’interesse tra Governo e Partiti, per cui non esitiamo a dire che avere i Segretari dei partiti che svolgono anche ruoli istituzionali non è una realtà “democratica” ma un ossimoro che dovremo risolvere il più presto possibile.

E la soluzione per risolvere questi aspetti è quasi banale, il Capo del Governo e chi detiene i ruoli istituzionali più importanti non può essere anche il Segretario del proprio partito e dovrà fare una scelta difficile, ma necessaria, nel decidere quale dei due ruoli dovrà svolgere nel futuro, perché il buon governo è garantito solo quando il Parlamento ed i partiti lavorano bene nei rispettivi ruoli senza distrazioni dagli altri rami del nostro sistema politico e partitico.

 

Secretaries of political parties in the Government, an oxymoron? 

I want to start this article with a reference to Italy’s Constitution. Article 67 is succinct and precise. “Every Member of Parliament represents the Nation and exercises his or her functions without the constraint of a mandate”. In other words, the parliamentarian is not a representative of a party but represents the country’s citizens. And this is a fundamental concept as we consider the role of the Segretari (Secretaries, leaders) of the political parties in Italy.

We begin with a video of the traditional handing over ceremony of the campanella (little bell) with which the Prime Minister manages the meetings of Italy’s Consiglio dei Ministri (Cabinet).  On this occasion the handover occurred on February 22, 2014 with Matteo Renzi who was about to take the place of Enrico Letta, both of the Partito Democratico (PD, Democratic Party). That day a visibly annoyed Letta walked into the room with a quick pace and this was undoubtedly the fastest handover in history, lasting only 10 seconds.

On this occasion the change of Prime Ministers did not happen due to problems within the Government but because the then Segretario of the PD, Matteo Renzi, had publicly expressed his criticism of Letta’s work and the slow pace of his manoeuvres. Furthermore, Renzi’s decision was also seen by many as a sign of his own political ambitions.  And this is the perfect image for understanding why the role of Segretario of a political party is not in keeping with that of those who carry out institutional duties

In the previous article “La moglie di Cesare, gli inciuci della politica italiana e i simboli del potere — Caesar’s wife, the ploys and symbols of Italian politics” we spoke about how Italy’s parliamentary system needs structural reforms and we began with the method with which the Speakers of the Chambers are elected and also of the symbols worn by those who have institutional roles.

Now we look at the inevitable conflicts between the administration of political parties and the role of the parliamentary branches of the political parties in governing the country.

To have an example of how other countries resolve the problems of conflicts of interest between the parliamentary branches and the administration of the political parties we only have to look at an example overseas that we have been following for weeks in the world news. In fact, we have recently seen the election of the United Kingdom’s third Prime Minister in less than two months but what we want to point out is that the decision of who is the British Head of Government is not made by the Party but is made by its parliamentarians in the House of Commons.

This is because in the English speaking countries the parties do not dictate the actions of the parliamentarians and this applies to all the parties in the parliaments which use the parliamentary system defined as “Westminster”, and also in America’s Congress. And although the Leader of the Party may also be a Member of Parliament, his or her vote counts like the votes of all the other parliamentarians and in turn must submit to the plans of the current Head of Government.

And the logic of this practice of the English speaking Parliaments is very simple, those who have duties as the Head of Government cannot afford massive participation in the administration of the party. 

Considering the enormous role of being the Prime Minister of one of the world’s most important economies we only have to think that the Segretari of the parties have a number of very precise objectives, the membership, the formation of the party’s identity, and this also covers the drafting of the party’s political agenda that obviously must be written with the collaboration of the parliamentary branch. Of course, in the major parties the work of the Segretari, without exception, is also to prepare for future elections and for this objective the conflicts with the responsibilities of their parliamentarians who have institutional roles, also at a regional and provincial level, begin, with effects on the proper functioning of the government.

In addition, there is another aspect of the role of the Segretari that must not be underestimated. Considering that one of the faults of being involved in politics is the tendency of those in Parliament to lose touch with the electors, given that the vast majority of the information provided to those who have constitutional roles comes from the bureaucrats in cold figures and with no thought to the reactions of future electors who might not appreciate the new proposed laws and reform, the parliamentarian is often accused, not always unfairly, of no longer understanding those who voted for him or her.

So, a well organized party with an effective and independent Secretariat could and should also be an important means of good government. Not in directing how the parliamentary branch acts in Parliament, also because this would go against the spirit and provisions of Article 67 of the Constitution, but because a valid and well rooted party in the territory would give the parliamentarians, starting with those with institutional roles, the reactions of their electors to the moves in Parliament and therefore to be a channel that allows the parliamentarians to keep in touch as much as possible with the moods and life of the “common man” who is often forgotten in Parliament.

Without forgetting that the Segretari must also keep a careful watch over their parties to ensure that internal conflicts between factions and individuals that exist in all parties do not threaten the survival of the party itself (and how many times have we seen political parties split in precisely this way over the decades?) with devastating effects for the Government in office and we only have to see the eternal evolution of our political party system with new symbols of every kind and constantly evolving parties to understand that this is not an imaginary risk but, unfortunately, an aspect that creates weaknesses in our system of government that has as proof the large number of national governments, well over 60, since the end of the Second World War.

For all these reason no one person, no matter how skilled and with how much political experience, can fill these two roles, Segretario of the party and institutional role, without endangering the proper functioning of the both the Government and the parties.

Politics is not easy, it is a difficult and insidious life, but it cannot be approached in a vague way trying to keep both feet in two camps but with a very clear idea of the objectives to be achieved, both of those in Parliament and those who administer the parties, without distractions created by any conflicts of interest between the government and Parties, so we do not hesitate to say that having Segretari of the parties who also carry out institutional roles is not a “democratic” reality but an oxymoron that we must resolve as soon as possible.

And the solution for resolving these aspects is almost trivial, the Head of Government and those who hold the most important institutional roles cannot also be a Segretario of his or her party and must make a difficult but necessary choice, to decide which role must be carried out in the future because good government is guaranteed only when the Parliament and the parties work well in their respective roles without distractions from the other branches of our political and party system.

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