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Arte & Cultura

Magistrale debutto del Balletto di Roma, con “Anima Explora”

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Il 30 aprile, presso il teatro Parioli-Costanzo, il Balletto di Roma si è esibito con “Anima Explora – contaminazioni urbane”: Opera vincitrice del bando S.I.A.E. “Per Chi Crea

 di Giordana Fauci 

Il 30 aprile, alle ore 21:00, presso il Teatro Parioli-Costanzo, ha debuttato il Balletto di Roma con Anima Explora – contaminazioni urbane”, Opera vincitrice del bando SIAE – “Per Chi Crea”.

Un’opera in cui l’intero corpo di ballo si è magistralmente esibito, invero dall’inizio alla fine dello spettacolo.

Il Balletto di Roma ha, al contempo, sapientemente esteso i propri orizzonti, anche grazie alla collaborazione di giovani e valenti artisti, quali Daniele Rommelli, eclettico professionista appassionato di urban, black culture, recitazione e pittura; nonché Jolomi Urunden, musicita, ballerino e coreografo di breakdancing.

Pertanto, “Anima Explora” ha realizzato, con evidente successo, una vera e propria contaminazione di stili e persone, senza tralasciare l’impronta dell’impronta live, dalla coreografia al free style, dalla struttura del sound alla costante ricerca di connessione tra musica ed effetti visivi.

Un intreccio che solamente “Chi Crea” e, invero, sa creare – è in grado di saper affrontare, al contempo superando i propri confini, certamente particolari ma, in ogni caso, comuni ad ogni forma di danza contemporanea, per estetica e forme di rappresentazione.

Non a caso, in scena, per oltre un’ora, si è esibito un incontro-scontro tra due anime-corpo, ovvero tra la Luna ed il Solis.

Così, Solis e Luna hanno risposto ad accordi musicali, sonorità e ritmi tanto incalzanti quanto emozionanti.

Così l’intero corpo di ballo si è contraddistinto, portando in scena differenti qualità di movimento, oltre che modi di essere.

Movimenti e modi di essere che hanno reso perfettamente visibile e, invero, tangibile l’invisibilità della musica, altrettanto straordinarie.

Del resto, la presenza in scena del musicista Jolomi Urunden ha animato costantemente la connessione del suono con il movimento dei corpi dei danzatori, che hanno continuato a plasmarsi sotto quei suoni, fino a subire un’osmosi e, pian piano, una vera e propria metamorfosi.

Perché l’intero Balletto di Roma ha risposto magistralmente a quegli impulsi musicali a dir poco originali e, anzi, unici, perché creati dal vivo e, al contempo, integrati con effetti video, su totem led realizzati da Luca Paoloni e Davide Del Gaudio, due artisti grandi. Anzi, grandiosi.

In effetti, a partire dalla vibrazione iniziale, big bang della performance, è scaturita la danza che ha originato l’intera Opera: una danza che ha continuato ad evidenziare una dualità naturale tra anima e corpo; una dualità che è stata rappresentata dalla Luna e del Solis, che, del resto, non possono non trovare armonia nell’equilibrio e nell’accettazione delle reciproche essenze.

Perciò, la Luna è stata sapientemente espressa nella danza della quiete della notte… Una danza fluida, elegante nel movimento e nell’armonia della sua luce; di contro il Solis si è manifestato con un ritmo incalzante, onde di energia, invero incarando lo spirito della musica con movimenti intensi e dinamici.

E, da ultimo, vi è Capriccio: personaggio di transizione ma, senza alcun dubbio, rilevante e, anzi, fondamentale per l’incontro di Solis e Luna, come pure di ogni dualità.

Capriccio, non a caso, grazie alla sua presenza, sì sfuggente, riflette la molteplicità della relazione tra musica, danza ed arti visive.

Anima Explora” è uno spettacolo in cui nuove forme di drammaturgia scenica stimolano il pubblico, intrattenendolo ed entusiasmandolo dall’inizio alla fine e, invero, permettendoli di vivere momenti di puro svago ed immensa gioia.

Perché quella gioia è generata ed espressa dall’intero Balletto di Roma e, invero, da ognuno dei ballerini che hanno condiviso con le loro danze e, perciò, reso gioia collettiva.

Non a caso, i talentuosi danzatori coinvolti provengono sì da differenti esperienze formative e professionali ma, in ogni caso, accomunate dalla contemporaneità urbana, dislocata: talvolta legata all’emarginata periferia, sempre fonte d’ispirazione.

Un’ispirazione che non può non continuare a generare dinamicità, anche verso inediti linguaggi artistici.

Dunque, uno scatto autentico sulle realtà creative in cui vivono e si muovono le nuove generazioni.

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