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Diritti umani

Conflitto nella Striscia di Gaza: il ministro Tajani apre a futura missione di pace in appoggio all’ipotesi ‘due Stati’

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Si fa strada l’ipotesi proposta già da tempo dalla Lidu onlus per risolvere in via definitiva il sanguinoso conflitto nella Striscia di Gaza. Il ministro Antonio Tajani, impegnando l’Italia in una futura missione di pace a guida Onu, ha ribadito l’impegno diplomatico costante per il cessate il fuoco auspicando la nascita di due Stati distinti.

In queste ultime ore sale la preoccupazione del mondo intero concentrata sugli effetti devastanti che il conflitto Israele – Hamas sta riversando su migliaia di abitanti palestinesi chiusi in trappola nella Striscia di Gaza e bombardati ormai da più di tre mesi dall’esercito israeliano. Così come intrappolati da Hamas nella stessa zona di guerra, restano prigionieri più di 130 ostaggi israeliani, tra cui anche bimbi piccolissimi, di cui non si hanno più notizie e che qualora ancora in vita sono in una condizione anche peggiore della popolazione palestinese.

Hamas, potenzialmente sconfitto militarmente sin dall’inizio, non accenna ad arrendersi per salvare vite palestinesi, che continua ad usare come scudi umani, tenuti di fatto in ostaggio da anni. Continua così a spese dei Palestinesi un’azione terroristica contro Israele e l’Occidente per conto terzi. Elezioni subito sarebbero necessarie sia in Israele che a Gaza, per delegittimare una guerra inutile, che meglio sarebbe stata gestita con mezzi mirati.

“Con un corpo di Peace Enforcement Giordano, Usa, Italiano, ed altri ancora, si può portare giustizia ai palestinesi, che non possono dipendere da tribunali israeliani in tempo di guerra. Con i 2 Stati la Giordania con la Cisgiordania otterrebbero lo sbocco al mare di Gaza.” È quanto afferma Giorgio Fabretti, presidente onorario della Lega Italiana dei Diritti dell’uomo che su questo delicato tema era già intervenuto ad un mese dall’inizio del conflitto.

L’attuale intervento in tutte le reti di informazione italiana del ministro Antonio Tajani, impegnato in una serie di azioni diplomatiche costanti alla ricerca di una soluzione di pace, non lascia dubbi: “Non può essere Hamas a governare un territorio che oggi soffre per colpa di Hamas… la linea che il G7 segue, che l’Ue persegue è due Popoli, due Stati, uno stato palestinese che sia riconosciuto da tutti e che a sua volta riconosca Israele”.

Una posizione sostenuta con forza già dal presidente Usa Biden, che però trova un muro insormontabile da parte di Netanyahu, deciso a sterminare Hamas senza tenere in alcun conto la vita dell’intera popolazione della Striscia e degli stessi ostaggi del suo popolo, ma che resta sempre più solo nella sua negazione dei diritti umani: la popolazione israeliana chiede da giorni la fine del conflitto e di adoperarsi per la liberazione degli ostaggi.

L’ex capo di Stato Maggiore israeliano Gadi Eisenkot che ora siede nel consiglio di guerra ristretto come osservatore, ha smentito pubblicamente le posizioni trionfalistiche di Netanyahu, e sui prigionieri di Hamas ha affermato che “non è possibile restituire gli ostaggi, vivi, a breve termine, senza un accordo… l’unica strada da percorrere al momento è una nuova tregua e un nuovo accordo con Hamas”. Eisenkot, che un mese fa ha perso un figlio per l’esplosione di un ordigno nel campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, ha coraggiosamente preso posizione in difesa della vita degli ostaggi affermando “per me la missione per salvare i civili viene prima di uccidere il nemico. Il nemico può essere ucciso in seguito”.

In uno scenario dove il facinoroso Benjamin Netanyahu è sempre più isolato dai big della politica mondiale, la soluzione due popoli e due Stati distinti, quello di Israele già esistente ed un nascente Stato di Palestina, così come suggerito dalla Lega Italiana dei diritti dell’Uomo, storica organizzazione nata nel 1919 e con un’esperienza centenaria nella difesa dei diritti e dei doveri dei popoli, punterà ad un modello di società aperta valido globalmente per tutti i conflitti identitari, nazionalistici, integralistici. Solo con questa possibile attività di mediazione, riconoscendo eguali diritti alle due popolazioni, si può arrivare ad isolare, condannare e punire le azioni terroristiche. Per questo serve l’aiuto di Governi in linea con gli obiettivi delle Nazioni Unite, nel comune intento di costruire democrazia anche laddove oggi appare impossibile, ma come affermato dal ministro Tajani, “continuiamo a mediare per arrivare alla pace…. E siamo pronti a inviare i nostri soldati per un intervento di pace nella Striscia”.

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