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Ambiente & Turismo

ECOITALIASOLIDALE, a Zaporizhzhia con il conflitto si rischia un disastro peggiore di Chernobyl

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NUCLEARE: ECOITALIASOLIDALE, a Zaporizhzhia con il conflitto si rischia un disastro peggiore di Chernobyl, NO alla riattivazione di vecchie centrali da fissione, dubbiosi su reattori nucleari modulari ma accelerare con la diffusione dell’idrogeno GREEN

“Il 25 e il 26 aprile di ogni anno ricordiamo l’incidente nucleare del 1986, quando nella centrale di  Chernobyl fu liberata nell’aria una radioattività cento volte superiore a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki. La nube radioattiva si estese per centinaia di chilometri e si spostò verso l’Europa. Ci vollero più di dieci giorni perché si riuscisse a bloccare la fuga di radiazioni e migliaia di uomini al lavoro. Furono loro le prime vittime del più grande disastro nucleare della storia, ma non furono i soli, ancora oggi si muore a causa di quel disastro ed ancora oggi non vi sono dati ufficiali di quante sono state le vittime accertate ”.

E’ quanto dichiarano in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale di Ecoitaliasolidale, il Prof. Fabio Rosati, Vice Presidente di Ecoitaliasolidale e Presidente del Centro Studi sulla Mobilità ed il Prof. Ennio La Malfa, fra i padri fondatori dell’ambientalismo nazionale ed oggi responsaabile scientifico di Ecoitaliasolidale.

“Ribadiamo -proseguono gli esponenti di Ecoitaliasolidale – come il successivo incidente di Fukushima dell’ 11 marzo 2011 in Giappone ha purtroppo dimostrato ancora una volta la pericolosità delle centrali, ma altresì che in caso di emergenza le tecnologie sono a tutt’oggi inadeguate a scongiurare disastri, come rimangono irrisolti i programmi di smaltimento delle scorie radioattive”.

In questo momento siamo preoccupati per il conflitto in essere nel cuore d’Europa, in Ucraina, dove è attiva una centrale nucleare, quella di Zaporizhzhia (molto più grande di quella di Chernobyl), in costante pericolo di essere colpita da razzi e granate. Un disastro in questa centrale vorrebbe dire mettere a rischio la salute e la vita di un numero indefinito di abitanti dell’Europa centro orientale. Oltre a questo c’è anche lo spettro di un possibile utilizzo delle armi nucleari da parte dell’esercito russo, come nel conflitto in essere nel Medio Oriente.

Nel passato abbiamo contrastato lo sviluppo del nucleare in Italia. Ci siamo schierati nel referendum dell’8-9 novembre 1987, a favore della cancellazione del programma nucleare nazionale, come ci siamo schierati nel referendum antinucleare del 12 e 13 giugno 2011 con la stragrande maggioranza degli Italiani che hanno determinato la fine all’energia nucleare da fissione in Italia.

Ora si sta puntando anche su reattori nucleari modulari (SMR, small nuclear reactors) più piccoli e forse più economici (c’è però da definire il quadro regolatorio che disciplini il dispiegamento nel tempo delle tecnologie necessarie, alle migliori condizioni economiche), ma anche con questi il problema reale prosegue ad essere sempre il medesimo -prosegue la nota di Ecoitaliasolidale- lo smaltimento delle scorie prodotte.  Infatti da uno studio pubblicato il 31 maggio 2022 sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS da Lindsay M. Krall e Rodney Ewing della Stanford university e Allison M. Macfarlane della School of Public Policy and Global Affairs, dell’università della British Columbia si evidenzia come “i piccoli reattori modulari produrranno rifiuti più voluminosi e chimicamente/fisicamente reattivi dei PWR. Inoltre i flussi di rifiuti dai SMR che sono suscettibili di reazioni chimiche esotermiche o di criticità nucleare quando sono a contatto con l’acqua o con altri materiali di deposito non sono adatti per lo smaltimento geologico diretto. Di conseguenza, i grandi volumi di rifiuti SMR reattivi dovranno essere trattati, condizionati e adeguatamente imballati prima dello smaltimento geologico”. “Questi processi introdurranno costi significativi e probabili -secondo i ricercatori- esposizione alle radiazioni e vie di proliferazione del materiale fossile fino alla fine del ciclo del combustibile nucleare e non comportano benefici apparenti per la sicurezza a lungo termine”.

Da sempre, quindi, contrari al nucleare da fissione, ma aperti e fortemente interessati al nucleare da fusione, anche se ancora in una fase embrionale di sperimentazione (se ne riparlerà non prima di 5 anni per gli SMR e non prima del 2040 per gli AMR). Una grande speranza per il nostro futuro dove, finalmente anche grazie al recente G7 Energia e Ambiente che si è svolto a Torino con l’impegno di uscire dal carbone entro il 2035 -anche se  Germania e Giappone potranno ritardare l’impegno- la riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei combustibili fossili, si sta delineando un il futuro con  energia in abbondanza, senza più emettere gas serra e senza più scorie radioattive a cominciare dalla produzione, distribuzione e consumo dell’idrogeno “green”, come da anni Ecoitaliasolidale  sta sostenendo anche con convegni a livello internazionale.

Siamo soddisfatti delle scelte ponderate effettuate negli anni da noi e dagli Italiani a differenza di chi voleva invece proseguire con una tecnologia superata ed altamente pericolosa per l’ambiente. Ed anche in questo caso ribadiamo -hanno concluso gli esponenti di Ecoitaliasolidale- i dubbi sulla proposta di “mini-centrali”, ribadendo il nostro netto NO alla proposta parlamentare di riattivazione di vecchie centrali con nucleare da fissione, ma soprattutto chiediamo ogni intervento utile per favorire l’utilizzo dell’idrogeno green.

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