Diritti umani
La soluzione di pace per il conflitto Israele – Hamas secondo la Lidu onlus
Il video della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo che promuove un messaggio di pace nel conflitto Israele – Hamas. Dieci i punti fondamentali suggeriti da Giorgio Fabretti, professore emerito di Antropologia Culturale e presidente Onorario della Lidu onlus Ops.
Giorgio Fabretti, professore emerito di Antropologia Culturale e presidente Onorario della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, elenca i 10 punti da mettere in campo per arrivare ad una pace stabile nella striscia di Gaza, teatro oggi di un conflitto che nega il più fondamentale diritto umano: quello alla vita. Fabretti nel corso della sua carriera ha insegnato anche Storia delle Religioni e Risoluzione dei Conflitti per mezzo secolo, seguendo tecnicamente sul posto, le transizioni dai sistemi ideologici bellicosi a sistemi commerciali non violenti.
“Nel conflitto Israele-Hamas, proponiamo oggi l’obiettivo umanitario di risparmiare vite e sofferenze umane.
I garanti etici che ci ispirano, i cui rappresentanti dovrebbero tra l’altro tutelare l’autonomia di Gerusalemme come “Capitale Patrimonio dell’Umanità” – spiega Fabretti – Proponiamo una forza di interposizione (peace enforcement & keeping), seguito da un Governo Provvisorio per uno Stato di Palestina, ricostruito laico e non violento accogliente per investimenti internazionali, per fermare un conflitto ormai secolare.
Ecco i dieci punti di evidenza della soluzione di Giorgio Fabretti per la pace immediata nel conflitto Israele – Hamas
- Per uno Stato di Palestina (…ricominciando da Balfour?, 1917)
- Ad oggi ha generato uno Stato di Israele. Ora deve generare uno Stato di Palestina.
- Con l’odio diffuso dai combattimenti, è possibile solo una forza di interposizione o peacekeeping per la formazione di un governo provvisorio di transizione.
- Sarà governato da comitati di giustizia ed amministrative formate da 7 elementi: un palestinese, un israeliano, un giordano, uno statunitense,una un egiziano, un europeo con UK, un osservatore dei diritti umani.
- Si voterà a maggioranza, senza facoltà di veto, e la lingua ufficiale sarà l’inglese.
- Il modello di sviluppo economico necessario alla ricostruzione punterà al benessere che ha contraddistinto Singapore e Dubai.
- Lo spirito del nuovo Stato sarà una democrazia interculturale, e secondariamente interreligiosa (libere religioni in libero stato).
- Si punterà ad un modello di società aperta valido globalmente per tutti i conflitti identitari, nazionalistici, integralistici.
- Se si supera la prova e si avvia una Costituzione Inclusiva, varrà da esempio per il vicino Libano, per l’Iran, l’Iraq, e tutti i conflitti nella crisi epocale di ideologismi nazionalistici.
- Nascerebbe così uno Stato di Palestina ‘aperto’, auspicato dalla Dichiarazione Balfour e dalle Nazioni Unite.