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Italia

“La fattura per il malocchio”: una tradizione diffusa nei paesi della Basilicata

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Nel 2017,ancora sopravvivono diverse credenze popolari che si tramandano da secoli, fin dai tempi della Magna Grecia.

di Nicola Lacerenza

 

Prima della diffusione della conoscenza scientifica, in Basilicata, per trovare rimedio a malesseri ordinari, si ricorreva ad alcune usanze di chiaro segno pagano e per questo sempre combattute e messe all’indice dalla Chiesa. Ancora oggi, nel 2017, in alcuni paesi dell’entroterra della Basilicata, è possibile trovare tracce dell’esistenza e dell’operatività di maghe, fattucchiere e guaritori di ogni genere. «Quando ti senti male, hai vomito e mal di testa, significa che hai il malocchio» spiega una anziana signora di Venosa, un paese in provincia di Potenza. La donna, conosciuta come “la maga”, confessa che fino a qualche tempo fa era solita “togliere il malocchio” con alcune formule che lei solo conosce. Ma, confessa che “ ora mi limito ad intervenire solo per qualche conoscente”.Insomma, non pratica più. In molti paesi della Basilicata, soprattutto tra quelli sperduti tra i monti e le campagne desolate della regione,  prima dei microscopi e della scoperta dei vaccini contro l’influenza, la “sfiga” dell’evento in sé era ciò che spingeva la “fattucchiera” o “la maga” ad agire.

“La fattura”, infatti, era il nome con cui si indicava il rito con cui si sarebbe dovuto togliere il “malocchio”. Anche a Carlo Levi esiliato ad Aliano, una donna gli aveva consigliato di ricorrere ad una “maga” di Sant’arcangelo, un paese poco distante, per assicurarsi che non fosse stato “colpito dal malocchio”. Come avviene la liberazione del malocchio l’ha spiegato l’anziana maga di Venosa. «Preparo un piattino colmo d’acqua e lo poso sul tavolo – racconta la maga- Poi riempio un cucchiaino d’olio e con il dito indice della mano sinistra faccio cadere un numero dispari di gocce di olio nel piattino dell’acqua. Nel frattempo recito, solo con la mente, la formula, che conosco a memoria,e con il dito pollice segno per tre volte con tre croci la fronte del colpito dal malocchio . Se cadendo nell’acqua le gocce d’olio si espandono e si sciolgono vuol dire che ha il “malocchio”». Avere il malocchio, spiega la maga, vuol dire che “qualcuno ti vuole male, è invidioso delle tue capacità e ti augura qualche disgrazia”. «Solo a Natale si può imparare a togliere il malocchio e io stessa ho imparato a togliere il malocchio da mia nonna – aggiunge la “maga”- La formula è segreta, come le preghiere che si recitano solo con la mente.” Certo Fa sorridere come il sacro ancor oggi conviva con il profano e tradizione natalizia e tradizione popolare decidano di convivere lo stesso giorno. Il giorno in cui tutti i fedeli lodano il Signore, da qualche parte, tra le quattro mura di una casa, una “fattucchiera” recita, in modo sacrilego, fuori dal coro.

 

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