Attualità
La Cina non è un altro pianeta, parte XI tris— China is not another planet, part XI tris
La Cina non è un altro pianeta, parte XI tris
di Marco Andreozzi
Il 15 novembre scorso, a pochi giorni dall’incontro a Pechino tra il primo ministro australiano Anthony Albanese e il presidente cinese Xi Jinping, a sette anni dall’ultimo vertice ufficiale tra USA e Cina si è svolto il bilaterale Biden-Xi durante il vertice APEC (Cooperazione Economica in Asia-Pacifico) di San Francisco. Un copione che recita segnali di disgelo con l’obiettivo di evitare un isolamento che può essere letale per il Paese. Basti pensare che la raccolta di capitale privato per investimenti, da quasi 300 miliardi di dollari del 2017 scendeva annualmente a poco sopra 200/170/100/100 rispettivamente, fino a circa 25 miliardi di dollari nel 2022, anno in cui gli USA hanno investito più in India e Vietnam che in Cina. E nel terzo trimestre di quest’anno, per la prima volta il flusso di investimenti esteri diretti ha segno negativo, ovvero profitti rimpatriati, prestiti rimborsati e vendite di attività hanno superato l’iniezione di capitale estero per oltre 10 miliardi di dollari (China SAFE). Sempre l’anno scorso la spesa turistica dei cinesi è risultata più bassa del 10% rispetto al 2019 (HSBC). Altro specchio dell’attuale recessione economica è la progressiva crescita del tasso di disoccupazione giovanile urbana. Tasso ufficiale che, raggiunto il 10% nel dicembre 2018, arrivava progressivamente a quasi il 17% alla fine del 2022 e nel giugno 2023 superava il 21%, tanto che da allora Pechino evita di pubblicare questa informazione.
A completare la fotografia della Cina odierna vi è la questione dello scarso livello di istruzione dei bambini nelle zone rurali, che sono i due terzi del totale. Da uno studio pubblicato tre anni fa circa, il 50% di essi risulta cognitivamente ritardato con QI che difficilmente raggiungerà 90, valore raggiunto in media mondiale dal 16% dei bimbi. Inoltre, si riscontra notevole frequenza di problemi di anemia, vermi intestinali e scarsa capacità visiva. Attualmente il 70% della forza lavoro cinese è non qualificata e molto meno istruita di quella in altri Paesi emergenti come Messico, Sudafrica e Turchia (The Economist). Insomma, la Cina è da molti anni vittima della ‘trappola del reddito medio’ (allorché un Paese smette di crescere all’interno di un reddito lordo pro capite tra 1.000 e 12000 dollari), mentre Xi Jinping è semplicemente arrivato a denunciare la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura come “pericolose idee straniere”, e alla fine di ottobre è entrata in vigore la legge sull’educazione patriottica, di cui si evidenzia l’importanza per i giovani e i bambini, ma anche per i cinesi d’oltremare. Di fatto, tutto questo finisce per favorire il ritardo cognitivo.
In questa realtà che necessiterebbe piuttosto di investimenti nei cervelli c’è da domandarsi quanto ‘aumentata’ sia per la Cina la realtà di andare su Marte. Oppure per mare, a costruire basi navali e danneggiare le relazioni con tutti i suoi vicini. In proposito, sempre durante un incontro a margine del vertice APEC, il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos Jr. ha incontrato Xi per sollevare ufficialmente la questione dei numerosi incidenti avvenuti nel Mar delle Filippine occidentali, comprese collisioni tra pescherecci e persino con la guardia costiera cinese. Nel 2016 le Filippine avevano vinto la causa davanti alla Corte internazionale dell’Aia ad invalidare le vaste pretese marittime della Cina, eppure Pechino ha ignorato quella sentenza continuando con comportamenti provocatori. Incontro inutile visto che il 10 dicembre giungeva la notizia di tre imbarcazioni filippine in missione di rifornimento nelle proprie acque territoriali speronate da una nave cinese che ha anche sparato con cannoni ad acqua. Le controversie di vicinato nel Mar Cinese Meridionale sono diventate politica estera da quando un uomo originario dalle terre nordiche, dove pochi sanno nuotare (regione Shaanxi, e qui trascorse gran parte del periodo della rivoluzione culturale), ha preso il potere. Xi è arrivato al vertice grazie anche ad oltre due decenni quale “principino” predestinato di alto rango del partito nelle regioni costiere meridionali di Fujian e Zhejiang, dove ha trovato sostegno in alcuni ‘antri’ delle “profonde radici” comuniste.
La rivoluzione comunista è infatti fermentata nel sud, sulle ceneri della rivolta dei Taiping contro il dominio manciù per instaurare nel 1853 il ‘celeste regno della pace’, revanscista della monarchia Ming (di stampo islamico/manicheista). Rivolta e rivoluzione sorte nell’ambito dalla minoranza Hakka, etnogenesi formatasi dallo sfaldarsi degli eserciti mongoli multietnici al crollo del grande impero (subito dopo la Peste Nera euroasiatica del XIV secolo) sui territori montani d’incontro tra le regioni meridionali di Jiangxi, Fujian e Guangdong (simili etnogenesi degli Hazara in Afghanistan e dei Cosacchi in Ucraina). Erano tempi di pirateria e contrabbando tra le isole nipponiche, Formosa, e le oltre settemila isole del re Filippo II di Spagna che vedevano numerosi insediamenti provenienti dalle coste sud-orientali dell’impero Ming, nonché massacri da parte degli spagnoli. Oggi circa il 20% dei filippini ha parziali origini cinesi (principalmente dalla costa di sud-est, in parte di sangue arabo-persiano, chiamati Sangley) e l’1,5% è di famiglia cinese, il che sembra essere sufficiente al regime comunista per entrare in acque territoriali altrui. In più, nelle Filippine si segnalano da tempo numerose attività illegali cinesi (anche in Cambogia e Myanmar), come il rapimento di uomini d’affari, il traffico di esseri umani dalla Cina, il gioco d’azzardo illegale e lo spaccio di droga; attualmente ci sono indagini su cittadini cinesi che si dice possiedano passaporti filippini e certificati di nascita falsi, e persino benefici governativi. Tutto ciò ha portato il Paese (con un tasso di crescita economica sempre positivo dal 1999 ad oggi, ad eccezione del 2020) a rinnovare l’alleanza con Stati Uniti e Giappone.
In novembre accadevano diversi altri fatti. Il giorno 10 Manila aveva inaugurato cinque navi da pattugliamento costiero proprio grazie al Giappone, e all’indomani dell’incontro Biden-Xi, sempre in California, venivano segnalati i ritrovamenti di agenti patogeni etichettati ‘HIV’ ed ‘Ebola’ all’interno di un bio-laboratorio segreto e illegale di proprietà cinese. Quindi, il 17 novembre, in acque internazionali del Pacifico si verificava una pericolosa provocazione allorché un cacciatorpediniere dell’Esercito e della Marina di Liberazione Popolare si avvicinava ad una fregata australiana dismessa e utilizzava il sonar attivo per molestare i subacquei durante lavori di riparazione. Lo stesso giorno in Cina, Jack Ma, anch’egli affiliato alla fazione meridionale del partito, annunciava la decisione di vendere (per il 21 novembre) 10 milioni di azioni del gruppo Alibaba da lui fondato, per un valore di circa 870 milioni di dollari. Un segno di mancanza di fiducia nel futuro della Cina di Xi tris (terzo mandato): e infatti, crollate le azioni, Ma ha ufficialmente rimandato i suoi piani.
Sempre in quel mese, in un Paese dove da tempo si denunciano come deleterie le “influenze straniere” e i cittadini dei Paesi ricchi sono additati quali potenziali “spie” (alcuni sono stati arrestati negli anni e di recente), veniva annunciato che dal primo dicembre i cittadini di Italia, Francia, Germania, Malesia Olanda e Spagna possono entrare in Cina senza visto (provvedimento valido un anno), mai successo dalla fondazione della repubblica popolare (1949). Frattanto, l’Italia è ufficialmente uscita dall’iniziativa ‘nuova via della seta’, unico Paese ricco a farne parte e, come è evidente, senza alcun vantaggio particolare rispetto agli altri europei/G7. Viceversa quello è stato un accordo negativo per il Bel Paese se fin dal primo anno (2020) il deficit commerciale italiano perdeva un ulteriore miliardo di dollari circa, arrivando a quasi 19 miliardi, e nel 2022 il deficit bilaterale sfiorava 40 miliardi di dollari; leggermente migliorativo il dato tra ottobre 2022 e ottobre 2023 con le esportazioni in Cina aumentate del 17,8% e le importazioni cinesi diminuite dell’1,51%. Ora è davvero tempo di rafforzare la promozione della via italiana in seta di qualità; della gioielleria anche innovativa dei tre distretti storici di Arezzo, Valenza e Vicenza; e del resto. Una via del raviolo italiano , che è poi piatto tipico lungo le antiche carrettiere mercantili dell’Eurasia.
La Cina non è un altro pianeta – Marco Andreozzi – Libro – Mondadori Store
China is not another planet, part XI tris
by Marco Andreozzi
Last November 15, a few days after the meeting in Beijing between Australian Prime Minister Anthony Albanese and Chinese President Xi Jinping, seven years after the last official summit between the USA and China, the Biden-Xi bilateral meeting took place during the APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) summit in San Francisco. A script that recites signs of a thaw with the aim of avoiding an isolation that could be lethal for the country. Suffice it to say that the global private-equity capital raised for investments have been falling annually from almost $ 300 bln in 2017 to just respectively above $200/170/100/100 billions, and up to around $ 25 bln in 2022, year in which the USA invested more in India and Vietnam than in China. And in the third quarter of this year, for the first time the flow of direct foreign investments turned negative, i.e. repatriated profits, reimbursed loans and asset sales have surpassed the injection of foreign capital by over $ 10 bln (China SAFE). Also last year, Chinese tourism spending was 10% lower than in 2019 (HSBC). Another proxy of the current economic recession is the progressive growth of the urban youth unemployment rate. Official rate which, having reached 10% in December 2018, had jumped progressively to almost 17% at the end of 2022, exceeding 21% in June 2023, so much so that since then Beijing has avoided publishing this information.
Completing the picture of China today is the issue of the poor level of education of children in rural areas, who make up two-thirds of the total toddlers. From a study published about three years ago, 50% of them are cognitively retarded with an IQ unlikely to reach 90, a value reached on average by 16% of children worldwide. Furthermore, there is a notable frequency of problems with anemia, intestinal worms and poor vision. Currently 70% of China’s workforce is unskilled and much less educated than the one of other emerging countries such as Mexico, South Africa and Turkey (The Economist). In short, China has been a victim of the ‘middle income trap’ for many years (when a country stops growing within a per capita gross income between $ 1,000 and 12,000), while Xi Jinping has simply come to denounce the separation of powers and independence of the judiciary as “dangerous foreign ideas”, and at the end of October the Patriotic Education Law came into force, highlighting its importance for young people and children, but also for overseas Chinese. As a matter of fact, all this ends up promoting cognitive gaps.
In this reality that would rather require investments in brains, we have to ask ourselves how ‘augmented’ the reality of going to Mars is for China. Or going at sea, to building naval bases and damaging relations with all its neighbors. In this regard, again during a meeting on the sidelines of the APEC summit, Philippine President Ferdinand Marcos Jr. met Xi to officially raise the issue of the numerous incidents that occurred in the West Philippine Sea, including collisions between fishing boats and even with the Chinese coast guard. In 2016, the Philippines won its case at the International Court in The Hague to invalidate China’s vast maritime claims, and yet Beijing ignored that ruling and continued its provocative behavior. A useless meeting given that on December 10 the news arrived of three Philippine boats on a refueling mission in their territorial waters rammed by a Chinese ship which also fired water cannons. Neighborhood disputes in the South China Sea have become foreign policy since a man from the northern lands, whereas few can swim (Shaanxi region, where he spent much of the Cultural Revolution period), seized power. Xi joined the top thanks also to more than two decades as the party’s predestined high-ranking “princeling” in the southern coastal regions of Fujian and Zhejiang, where he found support in some ‘dens’ of the communist “deep state”.
The communist revolution in fact fermented in the south, on the ashes of the Taiping rebellion against the Manchu rule to establish the ‘heavenly kingdom of peace’ in 1853, revanchist of the Ming monarchy (of Islamic-Manicheist imprinting). Rebellion and revolution born within the Hakka minority, ethnogenesis formed by the disintegration of the multi-ethnic Mongol armies at the collapse of the great empire (immediately after the Eurasian Black Death of the 14th century) on the mountainous territories where the southern provinces of Jiangxi, Fujian and Guangdong meet (similar ethnogenesis of the Hazaras in Afghanistan and the Cossacks in Ukraine). These were times of piracy and smuggling among the Nippon islands, Formosa, and the over seven thousand islands of King Philip II of Spain which was home to numerous settlements from the south-eastern coasts of the Ming empire, as well as massacres by the Spaniards. Today about 20% of Filipinos have partial Chinese ancestry (mainly from the southeast coast, partly of Arab-Persian blood, named Sangley) and 1.5% have Chinese family heritage, which seems to be enough for the communist regime to enter territorial waters of others. Moreover, numerous Chinese illegal activities have long been reported in the Philippines (as well as in Cambodia and Myanmar), such as the kidnapping of businessmen, human trafficking from China, illegal gambling and drug dealing; currently there are investigations into Chinese citizens who are said to have fake Philippine passports and birth certificates, and even government benefits. All of this has brought the country (with a consistently positive economic growth rate from 1999 to date, with the exception of 2020) to renew the alliance with the United States and Japan.
In November several other events occurred. On the 10th, Manila had inaugurated five coastal patrol ships just thanks to Japan, and in the aftermath of the Biden-Xi meeting, again in California, the findings of pathogens labeled ‘HIV’ and ‘Ebola’ were reported inside a Chinese-owned secret and illegal bio-laboratory. Then, on November 17, a dangerous provocation occurred in international waters of the Pacific when a People’s Liberation Army and Navy (PLA-N) destroyer approached a decommissioned Australian frigate and used active sonar to harass subs during repair works. On the same day in China, Jack Ma, also affiliated with the southern faction of the party, announced the decision to sell (for November 21) 10 million shares of the Alibaba Group Holding he founded, for a value of approximately 870 million dollars. A sign of lack of confidence in the future of Xi tris’ China (i.e. the third term): and in fact, with shares plummeting, Ma has officially postponed his plans.
Also in that month, in a country where “foreign influences” have long been denounced as harmful and citizens of rich countries are pointed out as potential “spies” (some have been arrested over the years and recently), it was announced that from December 1st citizens of Italy, France, Germany, Malaysia, Netherlands and Spain can enter China without a visa (valid for one year), which has never happened since the foundation of the People’s Republic (1949). Meanwhile, Italy has officially left the ‘Belt and Road’ initiative (alias ‘new silk road’), the only rich economy to be part of it and, as evident, without any particular advantage compared to the other European/G7 countries. Vice versa that was a deleterious agreement for the Bel Paese if from the first year (2020) the Italian trade deficit lost around a further billion dollars, reaching almost 19 billion, and in 2022 the bilateral deficit was close to 40 billion dollars; the data between October 2022 and October 2023 has improved slightly with exports to China increasing by 17.8% and Chinese imports decreasing by 1.51%. Now it’s really time to strengthen the promotion of an Italian quality silk roadmap; of innovative jewelry from the three historic districts of Arezzo, Valenza and Vicenza; et cetera. A road of, say, Italian ravioli, actually a dish we can find along the ancient trade routes of Eurasia.
La Cina non è un altro pianeta – Marco Andreozzi – Libro – Mondadori Store
Marco Andreozzi, è Dottore in Ingegneria Meccanica, Economia/Amministrazione (Politecnico di Torino), tecnologo industriale e specialista del settore energetico, proviene da esperienze professionali in cinque multinazionali in Italia e paesi extra-europei, e come direttore generale; nomade digitale dal 2004, e sinologo, parla correttamente il mandarino.
Marco Andreozzi, is Doctor of mechanical engineering (polytechnic of Turin – Italy), industrial technologist and energy sector specialist, comes from professional experiences in five global corporates in Italy and extra-European countries, and as business leader; digital nomad since 2004, and China-hand, he is fluent in Mandarin.