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Giornata mondiale Lotta alla droga: Ecoitaliasolidale, impatto stupefacente per l’uomo e per l’ambiente

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Solo in Colombia tra il 2001 e il 2014 ogni anno sono stati distrutti 22.400 ettari di foresta ed a Roma l’aria viene inquinata non solo dallo smog, ma anche da cannabinoidi

Oggi 26 Giugno è la Giornata dell’impegno contro l’abuso e il traffico illecito di droga, un problema che tocca da vicino, in qualità di consumatori 271 milioni di persone che hanno fatto uso di droghe, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite del 2017.

Il World Drug Report 2019 evidenzia  come il 5,5% della popolazione mondiale tra i 15 ed i 64 anni ha assunto sostanze stupefacenti, una percentuale rimasta invariata rispetto al 2016 ma che, rispetto al 2009, è cresciuta del 30%.

Un aumento dell’uso di droghe ha comportato anche la crescita di persone con gravi disturbi di salute e dei decessi. I morti totali per droga nel mondo nel 2017 sono stati 585mila, cioè il 30% rispetto ai 450mila del 2015.

Non ultimo l’utilizzo delle sostanze dopanti nel sport sia a livello di professionisti che dei dilettanti, mettendo anche qui a  rischio la salute degli atleti e la validità della stessa pratica sportiva.

A lanciare l’allarme per Ecoitaliasolidale è anche quest’anno Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecoitaliasolidale e Giuliana Salce, oggi Responsabile per il Lazio di Ecoitaliasolidale, nel passato medaglia d’oro ai Campionati del mondo di atletica leggera indoor di Parigi 1985, argento nel 1987 ad Indianapolis ai  mondiali indoor ed a  Liévin 1987 agli europei per  passare al ciclismo e dopo la morte di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004, intraprendere una personale battaglia al doping nello sport.

Oltre alle conseguenze gravissime sulla salute di chi utilizza le  droghe, bisogna evidenziare inoltre gli effetti delle droghe, della loro produzione e lavorazione, del loro trasporto,  sull’equilibrio ambientale e gli ecosistemi mondiali.

La materia prima  viene coltivata, principalmente in Sudamerica e in Asia dove migliaia di ettari di terreno vengono sottratti a boschi e foreste –ricordano  Benvenuti e Salce – per essere destinati alle coltivazioni degli stupefacenti,  con di fatto la distruzione di intere zone di particolare pregio naturalistico, con la realizzazione di strade, strutture e veri e propri aeroporti “clandestini” da dove partono le sostanze trattate.

Secondo i dati contenuti nel rapporto 2016 dall’Ufficio delle nazioni unite per la droga e il crimine, tra il 2001 e il 2014 sono stati distrutti ogni anno 22.400 ettari di foresta in Colombia per lasciare spazio alle coltivazioni di cocaina.  Per la lavorazione degli stupefacenti si fa uso di pesticidi, solventi, ed anche reagenti chimici che vengono chiaramente smaltiti irregolarmente nei terreni, nei fiumi, oppure bruciati determinando un inquinamento di ampie proporzioni.

Inoltre vi è un fattore di inquinamento post-consumo, lo smaltimento fisico delle droghe  comporta problematiche notevoli agli ecosistemi. Insomma, l’impatto ambientale delle droghe colpisce ogni singola fase della loro produzione, dalla semina fino all’espulsione dal nostro corpo.

Un recente studio italiano condotto dall’Università Federico II di Napoli ha dimostrato una concentrazione elevata di cocaina nei fiumi d’Europa, compresi quelli italiani, fenomeno  che mette in grave rischio la sopravvivenza delle anguille.

Anche il prestigioso Istituto Mario Negri di Milano, ha pubblicato nel 2018, uno studio che dimostra come  ogni giorno il capoluogo lombardo scarica circa 400 grammi di stupefacenti, nei fiumi Olona, Seveso e Lambro, la situazione non va meglio  a Firenze, dove nel 2014 nelle acque dell’Arno c’erano percentuali di cocaina superiori a quelle del Tamigi.

Ad inquinare le strade della Capitale –proseguono Benvenuti e Salce- oltre allo smog e alle  polveri sottili vi è  anche cocaina, marijuana, hashish, caffeina e nicotina. E’ quanto è emerso da uno studio dell’Istituto di Inquinamento Atmosferico del Cnr che ha analizzato la presenza di sostanze psicotrope nell’aria e che fa emergere come i livelli di caffeina e cannabinoidi crescano notevolmente a Roma durante la stagione invernale rispetto a quella estiva.

Liberiamoci da ogni droga –concludono Benvenuti e Salce- a garanzia della nostra salute e quindi della nostra vita, ribadiamo la dignità dello sport senza sostanze, difendiamo l’ambiente naturale.

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