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Distrutti in Siria depositi d’armi chimiche. E’ la risposta militare promessa dagli USA

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Centodieci missili, che, per due minuti, hanno martellato incessantemente le postazioni militari siriane situate tra Damasco e Homs, distruggendo tre depositi di armi chimiche con gli annessi centri di sperimentazione.

di Vito Nicola Lacerenza

 

La tanto attesa risposta militare statunitense all’attacco chimico, sferrato dal dittatore siriano Bashar al-Assad contro i suoi connazionali della città di Duma, è arrivata. Centodieci missili, che, per due minuti, hanno martellato incessantemente le postazioni militari siriane situate tra Damasco e Homs, distruggendo tre depositi di armi chimiche con gli annessi centri di sperimentazione. “Un attacco eseguito perfettamente”, per il presidente Trump, che si è complimentato con l’esercito inglese e francese, anch’essi impegnati nell’operazione eseguita in maniera “chirurgica”. Ovvero, colpendo esclusivamente gli edifici presi di mira e scongiurando così un’ escalation del conflitto armato. Scenario possibile, per il Dipartimento di Difesa Americano, vista la presenza, in Siria, di ingenti forze sia della Russia che dell’Iran a sostegno di Assad, le due nazioni sempre più presenti con basi e mezzi militari in territorio siriano, che rappresentano un perenne pericolo per  Israele alleato degli USA.

Infatti Israele è giudicato uno Stato “criminale” dal leader Iraniano l’Ayathollah Ali Khamenei, e autore di “azioni sconsiderate” secondo il ministro degli esteri russo Sergey V.Lavrov. Dichiarazioni che hanno suscitato preoccupazione ai vertici del Dipartimento di Difesa americano sulla possibilità che il regime siriano di Assad, insieme ai suoi alleati, russi e iraniani, inizi a sterminare i civili usando armi convenzionali, non chimiche, come rappresaglia per il bombardamento subito, che, sebbene pesante, non ha eliminato la possibilità che in futuro Assad ricorra all’utilizzo dei gas tossici. «Non direi che siamo stati capaci di impedire all’esercito siriano di utilizzare armi chimiche in futuro- ha detto il generale Kenneth F. McKenzie, del Dipartimento di Sicurezza USA- però credo che, d’ora in poi, ci penseranno due volte prima di usare ancora armi chimiche contro inermi civili».

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