Italiani nel Mondo
Come e perché la Storia viene riscritta — How and why History is rewritten
Come e perché la Storia viene riscritta
Quante volte abbiamo sentito la frase “la Storia è scritta dai vincitori”? Sembra un’ovvietà, ma non tiene in considerazione che scrivere la Storia non è una procedura semplice e spesso gli storici veri devono combattere barriere che molti di noi non conoscono. E partiamo da una fonte delle nostre informazioni e che esiste almeno sin dalla Rivoluzione Francese nel 1789.
Un altro detto famoso dice “Il giornalismo è la prima brutta copia della Storia”. Infatti, i primi avvisi di avvenimenti storici ci arrivano dai giornalisti sul luogo. Però, come ben sappiamo, i giornalisti seri possono raccontare solo quel che vedono e possono accertare, ma non sanno sempre i retroscena che hanno portato a molti momenti storici che vedono con i propri occhi.
Ed infatti, questo vuoto di informazioni è alla base dei motivi per cui la Storia viene riscritta.
Ora torniamo alla prima frase citata in questo articolo. Certo, i primi libri di Storia vengono spesso, ma non sempre, dai vincitori, però, spesso sono di parte e quasi sempre soffrono gli stessi problemi acuti affrontati dai giornalisti. Cioè, molte informazioni e documentazioni relative a episodi storici sono ancora tenute segrete, oppure sono state distrutte nel corso degli avvenimenti stessi, non solo guerre, ma anche disastri naturali e così via.
Allora quando parliamo di “studiare la Storia” in maniera sistematica e seria dobbiamo tenere sempre ben in mente che i libri veri di Storia, in parole povere quelli utilizzati nelle
università e così via, sono stati scritti in base alla documentazione vera e certificabile e non solo ad opinioni, come fanno certi autori che utilizzano il loro stile retorico per nascondere il fatto che le opinioni espresse non hanno l’appoggio di documentazione vera.
E recentemente abbiamo visto due casi importanti in Europa che in ogni probabilità porteranno alla riscrittura di libri di Storia e non parliamo di periodi storici recenti, ma persino di millenni fa.
Il primo caso viene da San Casciano in Toscana dove sono stati ritrovato 24 bronzi risalenti a oltre un secolo prima dell’epoca cristiana (Questo scoperta è importante perché dimostra che i rapporti tra gli Etruschi ed i Romani erano più vicini e apparentemente più amichevoli di quel che si pensava fino ad ora.
E un’altra scoperta recente, questa volta tramite mezzi elettronici non disponibili fino a pochi anni fa in termini storici, non ha avuto lo stesso impatto giornalistico, però è altrettanto importante perché fornisce prove di un personaggio che fino ad ora era considerato un “falso storico”.
Il nome Sponsiano sarà sconosciuto alla grande maggioranza dei nostri lettori, e confesso che fino a due settimane fa anche al sottoscritto. È il nome di un “presunto imperatore romano” di cui non esistevano prove fosse mai esistito.
Nel ‘700, in quel che è ora la moderna Romania, furono ritrovate monete d’oro con l’immagine di un imperatore romano, ma il nome non era uno di quelli nei libri di Storia romana, ma proprio di Sponsiano.
Esperti di Storia romana all’epoca della scoperta delle monete, convinti che l’imperatore fosse un’invenzione del passato, le hanno dichiarate false. Però, recentemente alcuni accademici delle Università a Londra e Glasgow nel Regno Unito, utilizzando apparecchiature dell’ultima generazione, hanno accertato che in effetti le monete romane non erano false, ma veramente risalenti all’epoca romana.
Inevitabilmente questi due episodi avranno ripercussioni importanti per come vedremo il nostro passato e di conseguenza i futuri libri di Storia delle relative epoche dovranno utilizzare queste e future scoperte che seguiranno ora che i ricercatori hanno indizi di dove cercare per ulteriori prove.
Ma queste scoperte non appartengono solo a epoche antiche, ma anche a tempi moderni con il rilascio di documentazioni tenute segrete all’epoca degli avvenimenti per motivi politici e/o di sicurezza.
Quando ho studiato la Storia Contemporanea all’Università di Adelaide in Australia negli anni ’70, molte delle domande di noi studenti ai docenti hanno avuto la stessa risposta, “Non lo sappiamo ancora” spiegando che la documentazione dell’epoca a disposizione aveva vuoti importanti.
Però, nei decenni da allora molti di questi documenti sono stati resi pubblici e ora abbiamo molta più informazione di prima. Ed il caso più celebre di questa segretezza riguarda il cosiddetto “Ultra Secret” britannico della Seconda Guerra Mondiale, quando i servizi segreti britannici, con l’assistenza dei polacchi che avevano trovato il primo esempio del “computer” rudimentale tedesco, hanno potuto decifrare l’ora famosissimo “Codice Enigma” tedesco, dando ai britannici il loro unico vero vantaggio durante la guerra. Ed era per questo semplice motivo che fu deciso che “Enigma” doveva rimanere segreto per decenni, e ancora non sappiamo di sicuro quanti segreti ci sono in vigore non solo riguardo Enigma, ma moltissimi episodi di quel conflitto mondiale.
E questo discorso è altrettanto vero non solo per conflitti internazionali, ma anche per la politica interna in ogni paese perché i documenti dei Consigli di Ministri di molti paesi sono automaticamente segretati per un periodo minimo (in molti casi 30 o 50 anni) che non raramente viene esteso per casi particolarmente delicati.
E per questi motivi, man mano che le autorità rilasciano documenti, spesso con omissis, i nostri storici dovranno rivedere come la nostra comprensione del passato cambia e di conseguenza i libri di Storia vengono riscritti per riflettere le nuove informazioni, che poi sono sempre soggette a verifiche da parte degli accademici.
Perciò, parlare di riscrivere la Storia non dovrebbe essere considerato una procedure di mistificazione ma di educazione perché per capire il passato abbiamo bisogno di sapere il più possibile degli episodi che ci interessano.
Però, prima di concludere, il lettore attento avrà notato che ho sempre utilizzato il verbo “riscrivere” per queste operazioni, ed il motivo è essenziale. Molto spesso si parla di “revisionismo” della Storia, che sarebbe la parola giusta anche per descrivere la riscrittura della Storia, ma “revisionismo” è molto controverso.
Molti dei libri di “revisionismo” non sono scritti per rettificare la nostra visione del passato secondo la documentazione storica e le scoperte archeologiche, ma per motivi legati alla moderna politica di ogni paese.
Allora, gli autori di questi libri cercano di diminuire gli aspetti negativi di periodi storici, e non solo di dittature, e anche di rinforzare e migliorare l’immagine di personaggi storici per fornire motivi di poter “ripristinare” certe politiche del passato.
E questo non coinvolge solo una parte del mondo politico ma tutti coloro che vorrebbero “ripristinare” il passato per migliorare la proprio immagine, oppure per rispondere agli avversari politici, spesso con “informazioni” taroccate, e vediamo questo regolarmente non solo nei dibattiti politici, ma anche e soprattutto nei salotti televisivi ed in modo particolare e virulento sui social dove gli utenti condividono le “informazioni” che riflettono le loro idee e pregiudizi senza controllare se quel che condividono sia vero o falso.
Per questi motivi vogliamo concludere questo articolo chiedendo ai nostri lettori che quando leggono libri e articoli che trattano la nostra Storia di leggerli bene e di capire le differenze tra articoli e libri di “opinioni” e quegli articoli e libri di Storia scritti in modo serio che non solo traggono conclusioni, ma anche forniscono fonti e prove delle considerazioni che hanno portato alle conclusioni.
E ci vuole poco per vedere nei giornali e sui social che questa battaglia di Storia contro “Opinioni” è alla base di moderni dibattiti politici e scontri online che hanno l’effetto di portare ad incertezze elettorali, e quindi ad indebolire la fiducia verso la Democrazia che è alla base della qualità della nostra vita che si deve basare non solo sui diritti, ma anche sulla certezza delle informazioni e delle fonti.
E capire come valutare fonti serie da quelle farlocche che utilizzano i pregiudizi di molti cittadini, di conseguenza influenzando il voto, è un aspetto fondamentale per difendere la nostra Democrazia che noi in Italia abbiamo conquistato dopo una dittatura con un prezzo enorme di sangue umano.
How and why History is rewritten
How many times have we heard the phrase “History is written by the winners”? It seems obvious but it does not take into account that writing history is not an easy procedure and often historians must fight barriers that many of us do not know. And we start from a source of our information that has existed since at least the French Revolution in 1789.
Another famous saying is “Journalism is the first draft of history”. Indeed, the first news of historic events comes to us from journalists on the spot. However, as we well know, serious journalists can tell us only what they see and can ascertain but they do not always know the background that led to the many historical moments that they witness.
And in fact this void of information is the basis of the reasons why History is rewritten.
Now let us go back to the first phrase mentioned in this article. Of course the first history books are often, but not always, written by the winners, however, they are almost always biased and often suffer from the same acute problems suffered by journalists. In other words, a lot of information and documentation relating to historical episodes are still secret or have been destroyed during the events themselves, not only wars but also natural disasters and so forth.
So, when we talk about “studying history” in a systematic and serious way we must always bear well in mind that real history books, in other words those used in universities, etc, were written on the basis of real and verifiable documentation and not only of opinions as do some authors who use their rhetorical style to hide the fact that the opinions expressed are not supported by true documentation.
And recently we saw two major cases in Europe which in all likelihood will lead to the rewriting of history books and we are not talking about recent history but even millennia ago.
In the first case is from San Casciano in Tuscany where 24 bronze statues dating back to more than a century before the Christian era were found. This discovery is important because it demonstrates that the relations between the Etruscans and the Romans were much closer and apparently friendlier than what was thought until now.
And another recent discovery, this time through electronic means that were not available until a few years ago in historical terms, did not have the same media attention, however, it is just as important because it provides proof about a person who up to now was considered as a “historical fake”
The name Sponsian will be unknown to the vast majority of readers, and I confess that until two weeks ago it was to me too. This is the name of an “alleged Roman Emperor” about whom we had no evidence of his existence.
In the 18th century, in what is now modern Romania, gold coins were found with the image of a Roman emperor but the name was not one of those in the books of Roman history but precisely that of Sponsian.
Convinced that the Emperor was an invention of the past, experts on Roman history at the time of the discovery of the coins declared that the coins were fakes. But recently some academics from Universities in London and Glasgow in the United Kingdom, using latest generation devices, ascertained that in fact the Roman coins were not fake but really dated back to Roman times (https://www.bbc.com/news/science-environment-63636641 )
Inevitably these two episodes will have major repercussions of how we will see our past and as a result future history books of the related eras will need to use these and discoveries in the future now that researchers have clues as to where to look for more evidence.
But these discoveries do not belong only to ancient times but also to modern times with the release of documents kept secret since the events for political and/or security reasons.
When I studied Modern History at Adelaide University in Australia in the mid ‘70s many of the questions from us students to our lecturers had the same reply, “We don’t know yet”, explaining that the available documentation of the time had important gaps.
But, in the decades since then many of these documents have been released, and we now have more information than before. And the most famous case of this secrecy concerned the so-called British “Ultra Secret” of World War Two when the British secret services, with the assistance of the Poles who had found the first example of the rudimental German “computer”, were able to decipher the now very famous German “Enigma Code”, giving the British their only real advantage during the war. And it was for this simple reason that it was decided that “Enigma” had to remain secret for decades, and we still do not know for sure how many of these secrets are still in place not only concerning Enigma but very many episodes of that worldwide conflict.
And this applies not only for international conflicts but also for internal politics in every country because Cabinet documents of many countries are automatically classified secret for a minimum period of time (in many cases 30 or 50 years) which is not infrequently extended for particularly delicate cases.
And for these reasons, as the authorities release the documents, often with omissions, our historians must review how our understanding of the past changes and subsequently history books are rewritten to reflect the new information which is always subject to verification by the academics
Therefore, speaking of rewriting history should not be considered a procedure of mystification but of education because to understand the past we have to know as much as possible about the episodes that interest us.
However, before concluding, attentive readers will have noticed that I have always used the verb “rewrite” for these operations and the reason is essential. Very often people talk about “revisionism” of history, which could also be the right word to describe the rewriting of history, but “revisionism” is very controversial.
Many of books of “revisionism” are not written to rectify our view of the past according to historical documentation and archaeological discoveries but for reasons connected to the modern politics of each country.
So, the authors of these books try to diminish the negative aspects of historical periods, and not only dictatorships, and also reinforce and improve the image of historic figures to provide reasons to be able to “restore” certain policies of the past.
And this does not involve only one part of the political spectrum but all those who would like to “restore” the past to improve their own image or to respond to political rivals, often with fake”information” and we see this regularly not only in political debates but also and above all in TV talk shows and in an especially virulent way on the social media where users share “information” that reflects their ideas and prejudices without checking whether what they share is true or false.
For these reasons we want to conclude this article by asking our readers that when they read books and articles about history to read them carefully and to understand the difference between articles and books of “opinions” and those history books and articles written in a serious way that not only draw conclusions but also provide sources and evidence of the considerations that led to the conclusions.
And it does not take much to see in the newspapers and the social media that this battle between history and “opinions” is the foundation for modern political debates and online clashes which have the effect of leading to electoral uncertainty and therefore to weakening trust in Democracy which is the basis for the quality of our life that must be based not only on rights but also on certainty of the information of the sources that inform us.
And understanding how to tell the difference between serious sources and fake sources that use the prejudices of many citizens, and subsequently to influence how they vote, is a fundamental aspect for defending our Democracy that we in Italy after a dictatorship have won back with an enormous price in human lives.