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Salute

Didier Raoult e Jean-Michel Claverie, le tesi scientifiche dei due virologi sul covid19 

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Didier Raoult e Jean-Michel Claverie, le tesi scientifiche dei due virologi sul covid19 

Il virologo Jean-Michel Claverie: “vacciniamo i bambini in modo da non dover vaccinare gli anziani ottantenni. È come chiedere a chi non va in bici di indossare il casco per proteggere chi lo fa, è ridicolo!”

di Giuliana Primozich

Sicuramente si possono dire tante cose sulla personalità del Prof. Didier Raoult, ma una cosa è certa: non si tira mai indietro davanti alle sue responsabilità. Per uno scienziato del suo peso il vero centro d’attenzione è la salute dei suoi pazienti e questo i Marsigliesi lo sanno bene.
Nato a Dakar in Senegal non ha mai dimenticato le sue origini e fin dal 2008 ha investito in un’installazione di una piattaforma di ricerca presso l’ospedale principale a Dakar, dotandola di uno spettrometro di massa che facilita una diagnosi rapida.
In tre regioni (Dakar, Fatick e Sine Saloum) sono stati inoltre creati dei punti di cura che permettono un vero screening per il Covid 19.
Chiamato a rispondere davanti alla Commissione d’inchiesta del Senato il 17 settembre 2020, il prof. Raoult ha affermato di non aver mai detto o commesso frode in tutta la sua vita e che delle sue 3.500 pubblicazioni internazionali, non ne ha mai ritrattato una.
A proposito dell’idrossiclorochina il professore conclude che quello che è successo ha dell’incredibile e che segnerà tutta l’epistemologia e la storia della scienza: Come mai uno dei due farmaci più prescritti al mondo ha creato così tanti problemi?
Qui – aggiunge il prof. Raoult – si nota una disconnessione della percezione di cosa sia l’idrossiclorochina, della chimica della molecola, in quanto il farmaco è già stato utilizzato probabilmente da 2miliardi di persone.
Il suo articolo sull’ idrossiclorochina uscito immediatamente all’inizio della pandemia Covid 19 è stato il più citato sull’approccio terapeutico (ben 2.400 volte)
Leggi anche: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.16.20037135v1
Questo articolo pubblicato il 20 Marzo 2020 accolto in un primo tempo come un esile speranza contro l’inarrestabile propagazione del virus, è stato poi rapidamente giudicato e condannato da giornali, colleghi e politici. 

Ma di cosa parlava questo studio? 

Riguardava la gestione clinica di 3.737 pazienti sottoposti a screening, di cui 3.119 (83,5%) trattati con idrossiclorochina-Azitromicina (200 mg di idrossiclorochina orale, tre volte al giorno per dieci giorni e 500 mg di Azitromicina orale il giorno 1 seguiti da 250 mg al giorno per i successivi quattro giorni, rispettivamente per almeno tre giorni, e 618 (16,5%) pazienti trattati con altro regime.
Leggiamo nelle conclusioni che sebbene si tratti di un’analisi retrospettiva, i risultati suggeriscono che la diagnosi precoce, l’isolamento precoce e il trattamento precoce dei pazienti COVID-19, con almeno 3 giorni di idrossiclorochina e Azitromicina portano a un risultato clinico significativamente migliore e a una riduzione della carica virale più rapida rispetto ad altri trattamenti. 

Il 25 marzo 2020  a seguito dell’enorme bufera scatenatasi a causa dell’articolo  del prof Raoult, il virologo  Jean-Michel Claverie in un’intervista su Science et Avenir risponde alle accuse dicendo: Quello che mi scandalizza è che da qui ai risultati del test avremo migliaia di morti. Meglio false speranze che veri morti. Sappiamo che l’idrossicorochina è efficace in vitro per distruggere il virus, perché non provarla su pazienti con Covid-19? E il prima possibile, senza aspettare che la malattia sia in uno stadio grave in cui i polmoni sono già gravemente colpiti.  

Ma come ha potuto un medicinale anti malaria come l’ idrossiclorochina attenuare gli effetti gravi del Covid 19?  

Risponde Jean-Michel Claverie professore ordinario di Genomica e Bioinformatica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Aix-Marseille, direttore dell’Istituto Mediterraneo di Microbiologia e capo del Laboratorio di informazioni strutturali e genomiche, un’unità del Centro nazionale di ricerca francese (CNRS ) che ha fondato nel 1996. Autore di oltre 240 pubblicazioni scientifiche.
« La clorochina agisce bloccando una fase di acidificazione nelle cellule necessaria affinché il virus (un virus a RNA) inizi a moltiplicarsi. Poiché alcune membrane non possono fondersi insieme, in qualche modo rimane bloccata nella porta della cellula. »  

Ma cosa sono i Nidi di ricerca accennati dal prof. Raoult nella sua deposizione al Senato, come essenziali nella lotta contro le pandemie? 

Non sono altro che un gruppo di specialisti altamente qualificati che lavorano insieme in cui sono presenti: un farmacista, uno specialista in ematologia e coagulazione, un immunologo di ricerca a livello molecolare sulla fisiopatologia, un chimico, specialisti in malattie infettive, un virologo, microbiologo ed epidemiologi.  

Ma ora già durante l’estate 2021 con tutte le nuove varianti come quella Delta e con paesi come Israele e Islanda che hanno un tasso di vaccinazione tra i più alti al mondo, cosa sta accadendo?  

In un’intervista rilasciata il 17 agosto 2021 il prof. Raoult spiega che è del tutto possibile che le vaccinazioni siano effettivamente un po’ meno efficaci nei confronti delle nuove varianti
L’Islanda è uno dei paesi che ha dimostrato una migliore lotta contro la malattia in termini di mortalità e di sorveglianza, velocità di rilevamento. Però si ritrova con più casi di prima e così Israele.
La protezione complessiva del vaccino contro le varianti è modesta anche se questo non equivale a non proteggere coloro che hanno maggiori fattori di rischio.
Per il resto, cioè a livello della popolazione generale, non si può dire che ci sia un successo correlato al vaccino. 

Ma i bambini e adolescenti vanno protetti ? Risponde Jean-Michel Claverie in un’intervista rilasciata su CNEWS il 6/9/2021 

“Sono rimasto anche molto scioccato quando si è iniziato a parlare di una vaccinazione dei bambini secondo l’imperativo aritmetico. Non vacciniamo le persone per una malattia che non contraggono.
I vaccinati rimangono il trasmettitore. Questo virus ha un serbatoio animale molto importante che non conosciamo ancora del tutto e inoltre l’immunità che viene acquisita naturalmente dai bambini è di migliore qualità, è più durevole, è più generale perché non poggia solo su una proteina (componente del vaccino) ma è ricca di tutte le proteine che compongono il virus ed inoltre è un’immunità che si acquisisce a livello delle mucose che è molto importante per le malattie respiratorie.
Quindi quello che mi ha scioccato è il motivo per cui vacciniamo i bambini in modo da non dover vaccinare gli anziani ottantenni. È come chiedere a chi non va in bici di indossare il casco per proteggere chi lo fa, è ridicolo!”

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