Ambiente & Turismo
“Stagione d’Oro” per il Vesuvio che, nel 2023, ha superato mezzo milione di visitatori
Il Vesuvio è la “punta di diamante” della Campania, senza far torto ad altre meraviglie: a confermarlo il numero dei turisti e le attività ricettizie che vi ruotano attorno
di Giordana Fauci
Il Vesuvio, nell’anno 2023, ha superato ampiamente il numero di mezzo milione di visitatori, che non si sono limitati a visitarlo ma hanno voluto raggiungere la sua maestosa vetta.
Il Vesuvio, in effetti, rappresenta la “punta di diamante” del turismo campano, senza voler far torto ai molti altri tesori presenti nella stessa regione.
Non a caso, si tratta di un vulcano che rappresenta una meta facilmente raggiungibile, attraverso la scelta di ben undici sentieri, messi a disposizione degli escursionisti.
…Sentieri ben differenti gli uni dagli altri e con diversi gradi di difficoltà ma il cui perseguimento è unico per tutti: raggiungere la cima, ovvero il cratere del Gran Cono, da cui si gode di uno spettacolo indimenticabile e che, invero, rimarrà nel cuore e nell’animo di ciascun visitatore.
Ed è stato proprio il Gran Cono ad aver fatto attribuire al Vesuvio il nome di “Sterminator”, ricordando l’eruzione, fin troppo nota, accaduta nell’anno 79 d. C. e che ha comportato la scomparsa delle città di Ercolano, Stabia e Pompei, oltre a provocare non poche vittime: un’eruzione talmente violenta ed i cui segni sono fin troppo tangibili ancor oggi, testimoniati dalle riscoperte di cotanti tesori.
E, da allora, a dire il vero, non poche altre volte “Sterminator” ha eruttato, cagionando ulteriori distruzioni: la più violenta eruzione è, senza alcun dubbio, quella avvenuta nel 1944, pur senza dimenticarne altre, quali quella occorsa nel 1906 o, prima ancora, nel 1631.
Non è un caso, quindi, che dall’anno 1841, per volere del Re Ferdinando II di Borbone, il Vesuvio sia costantemente monitorato dall’Osservatorio Vesuvio, al fine di poter dare l’allarme in tempo utile, qualora fosse necessaria l’evacuazione del territorio circostante.
Perché, il vulcano è fin troppo attivo ancor oggi: per questo genera quotidianamente non pochi smottamenti, frane e piccole scosse, con le quali la gente del luogo ha imparato a convivere, più o meno serenamente.
E pure questo “mostro” così potente e che non poca paura crea quando erutta, è giustamente amato: non solo dagli abitanti della Campania ma nel mondo intero.
Ed è sicuramente questo il motivo per cui continua ad essere visitato da non pochi turisti ogni anno: turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Sono i dati ufficiali a confermarlo: l’anno 2023, ad esempio, si è chiuso con un trend in aumento per visite al Parco Nazionale del Vesuvio. E, ad onore del vero, ha registrato oltre il 10% in più di visitatori rispetto al 2022, arrivando a toccare ben 523.183 presenze rispetto alle 472.217 mila dell’anno precedente.
E ciò al di là delle problematiche insorte proprio nel 2023, visto che dagli inizi del mese di novembre fino al 7 dicembre l’accesso al cratere è stato chiuso per rilevanti frane e, quindi, sono stati necessariamente eseguiti non pochi lavori di messa in sicurezza che non ne hanno consentito la visita.
Dunque, un andamento – quello attuale – che non può non ritenersi eccellente e che, invero, assesta la fase vissuta dal Vesuvio subito dopo il periodo di emergenza Covid: un periodo caratterizzato da molti mesi in cui si è passati dai 188 ai 475 visitatori in un solo anno.
Così, finalmente, a partire dal 2023, è giunta la conferma che ci si attendeva: il Vesuvio rientra, ormai, tra le mete favorite di chi ama i circuiti del turismo. E, più in particolare, del turismo naturalistico.
Ecco perché il Vesuvio sta ora vivendo una vera e propria “stagione d’oro”, al pari dei vicini siti culturali del Parco Archeologico di Ercolano e Pompei.
Né merita di essere dimenticato l’importante lavoro di recupero e di valorizzazione dei sentieri circostanti, eseguito di recente.
Lavori che hanno portato il Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Dottor Raffaele De Luca, ad affermare con orgoglio, che “Il 2024 sarà l’anno del boom, perché l’impegno di tutti, nessuno escluso, è mettere in campo sempre più iniziative per incrementare ancor più il turismo…”.
E se il riferimento di De Luca è, certamente, al turismo sostenibile, al contempo non si può non ricordare tutto ciò che ruota attorno al Vesuvio: dunque, attività ricettizie quali alberghi, hotel, ristoranti, musei, siti archeologici.
Non pochi, ad esempio, sono i Palazzi Storici che, abbandonati per anni, sono stati recentemente recuperati e ristrutturati, così divenendo strutture ricettizie oltremodo straordinarie, in grado di permettere di godere di cotante meraviglie.
Dimore storiche quali Palazzo Caracciolo o Primo Piano, collocato in posizione strategica per il suo panorama, con affaccio sul Golfo di Napoli e sulla perla di Posillipo, nei pressi del noto Palazzo Donn’Anna, importante Palazzo Monumentale a strapiombo sul mare risalente al XVII Secolo ma, invero, il più celebre Palazzo di Napoli.
Storiche dimore che offrono sì scorci mozzafiato su incantevoli paesaggi ma altresì collocate a ridosso dei monumenti-principe di Napoli quali Palazzo Reale, Teatro San Carlo, Castel Dell’Ovo, con vedute sul maestoso Vesuvio, che non potrà non continuare ad attirare un numero sempre maggiore di turisti, che – non a caso! – anche in questi giorni di vacanza, per Pasqua, hanno preso letteralmente d’assalto tante e tali bellezze.
Credit Photo by Damiana Cicconetti