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Quelle accoglienze infelici in Italia ai discendenti dei nostri emigrati — Those unhappy welcomes in Italy to descendants of our migrants

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di emigrazione e di matrimoni

Quelle accoglienze infelici in Italia ai discendenti dei nostri emigrati

“La storia dei nostri emigrati è terribile e bellissima nello stesso tempo. Io sono nipote e figlio di emigrati negli USA. GRANDE orgoglio e tanto dispiacere insieme. La tua storia è bellissima e te la devi tenere ben stretta perché gli emigranti non sono sempre stati rispettati dalle loro famiglie in Italia. In molti casi è successo che i nostri emigrati, facendo molti sacrifici, riempivano di soldi le famiglie italiane. Il sogno era quello di aiutarli ma anche di tornare un giorno e trovare un mezzo tesoro. Ti posso assicurare che in molti casi le famiglie italiane si erano rubato tutto e gli emigrati tornati in Italia non hanno trovato niente… spesso neanche un grazie!”

Questo è il commento di un lettore italo-americano sui social al recente articolo Foto di una famiglia spezzata — Photo of a fragmented family che ha trattato il prezzo pagato dagli emigrati per la decisione di cercare una vita nuova all’estero.

In primis vorrei dire che nella maggioranza dei casi i rapporti tra parenti in Italia e all’estero sono buoni, ma sarebbe sciocco dire che non ci siano i casi che descrive, e sarebbe altrettanto sciocco dare la colpa solo ai parenti in Italia in tutti i casi, perché raramente le colpe sono sempre solo da una parte…

Quindi, anche se ho risposto direttamente a quel commento, e per questo motivo ho deciso di non nominarlo, vorrei trattare i temi toccati dal lettore perché, benché avesse ragione su alcuni punti, non possiamo trattare l’emigrazione in un modo così generale perché fin troppo spesso il nostro passato non è mai stato così bianco o nero come molti ora pensano.

Infatti, la prova molto spesso si trova nelle esperienze dei non pochi discendenti dei nostri emigrati che dopo anni e a volte dopo generazioni, non trovano l’accoglienza gioiosa da parte dei parenti in Italia che pensavano quando hanno cominciato a fare le ricerche per le loro origini, ed il motivo è qualcosa che dobbiamo ricordare sempre, che quando cerchi il passato non sempre sai quel che scoprirai…

Certo, come dice anche l’articolo originale, moltissimi emigrati hanno spedito soldi alle famiglie in Italia, ma la realtà in molti casi non è affatto semplice e per capire questo dobbiamo citare anche un altro articolo del recente passato, perché non raramente il motivo vero della decisione di emigrare non è stato semplicemente per “cercare una vita nuova”, ma in molti casi, e non sapremo mai quanti, per fuggire da qualcosa nella vita vecchia.

Il titolo di questo articolo precedente Ma perché si decide di emigrare?— Why do people decide to migrate? potrebbe sembrare una banalità per i lettori, ed infatti, all’epoca molti hanno risposto al titolo senza aver letto l’articolo, perché non pochi hanno considerato l’emigrazione come una via di fuga da situazioni difficili, e/o imbarazzanti, se non addirittura illecite nei casi più estremi. Perciò, invito il lettore che non l’abbia letto a farlo ora.

Ovviamente chi è emigrato per uno di questi motivi oscuri non avrebbe mai spiegato alla famiglia all’estero il vero motivo e perciò i discendenti di questi casi non sanno che stanno per scoprire verità del passato che potrebbero cambiare le loro idee dei genitori, nonni o bisnonni.

Ora consideriamo l’altro verso della medaglia: quel che è successo in Italia DOPO la partenza degli emigrati. Nel corso degli anni abbiamo sentito tante volte il racconto di problemi legati ai patrimoni dei genitori degli emigrati, ovviamente in Italia. Ed in molti casi questo è il motivo della accoglienza fredda ai discendenti dei nostri emigrati quando vogliono conoscere questi parenti.

È facile immaginare che sin dalle prime emigrazioni le distanze enormi dell’epoca hanno creato grandi difficoltà nelle comunicazioni. Figuriamoci nel preparare procure e gli altri documenti necessari per poter soddisfare l’iter legale-burocratico per finalizzare queste pratiche.

Allora, non pochi parenti in Italia hanno approfittato dell’opportunità e quindi le proprietà sono state vendute con documenti fasulli e firme false ed i fondi divisi tra i parenti rimasti in Italia.

E nei casi in cui i parenti all’estero sono stati contattati e hanno potuto preparare la documentazione per queste pratiche all’estero, la mancanza di persone esperte per preparare eventuali procure ha costretto a chiederle al consolato locale. In questi casi, almeno fino a non tanti anni fa, gli addetti consolari preparavano procure generali che sono state poi trattate in modo scandaloso da non pochi parenti in Italia, cioè i parenti in Italia hanno firmato la documentazione in Italia, però, invece di spedire i soldi, ecc. all’estero, oppure metterli in un conto corrente in Italia a nome degli emigrati, magari mentendo d’aver fatto proprio questo, hanno intascato i soldi e poi quando i parenti emigrati tornavano in Italia, magari anni dopo, hanno scoperto d’essere stati derubati dei loro diritti.

Quindi, in questi casi alla sola idea dell’arrivo dei discendenti, i parenti in Italia si saranno chiesti se il motivo fosse proprio per chiedere la loro parte dell’eredità. Una richiesta che non è un semplice inconveniente legale ma un diritto protetto dalla legge con possibili conseguenze legali e penali pesanti.  

E anche qui, i motivi dell’emigrazione potrebbero aver anche impedito ai parenti in Italia di poter rintracciare gli emigrati. Ovviamente molti potevano essere morti nel frattempo per motivi naturali, incidenti su lavoro, stradali ecc., senza che le notizie siano arrivate ai parenti in Italia, ma in non pochi casi l‘emigrato, partito magari per lasciare un matrimonio infelice in Italia, l’origine delle famose “vedove bianche” nominate nel secondo articolo, ha colto l’occasione del nuovo paese per cambiare il nome e “sparire” più facilmente…

Allora, l’arrivo di parenti sconosciuti alla porta potrebbe comportare conseguenze inattese anche per le future generazioni che non solo probabilmente non sanno di avere parenti emigrati all’estero, ma nemmeno conoscono le azioni dei genitori/nonni nei riguardi di questi parenti…

Infatti, l’autore del commento che ha aperto l’articolo, indubbiamente a causa di esperienze della propria famiglia, fa di tutte l’erba un fascio, e non considera che ogni caso deve essere trattavo nei propri meriti e demeriti, senza dire che considera che qualcuno sia “colpevole” solo perché parente in Italia, oppure “innocente” solo perché emigrato.

E nel trattare questi temi tristi di inganni, furti e altro, vediamo come il fenomeno dell’emigrazione non è facile da trattare con i soliti luoghi comuni, ma un concetto difficile perché, come tutte le vicende della vita, bisogna tenere a mente che gli esseri umani sono tutti diversi, chi bravo e chi cattivo, chi onesto e chi “furbo”, ecc., ecc. e con questa consapevolezza dobbiamo ricordare di essere onesti quando parliamo della nostra Storia…

Those unhappy welcomes in Italy to descendants of our migrants

 “The history of our migration is terrible and wonderful at the same time. I am the grandson and son of migrants in the USA. GREAT pride and a lot of sorrow together. Your story is beautiful and you must hold on to it tight because migrants have not always been respected by their families in Italy. In many cases it happened that our migrants, making many sacrifices, filled the families in Italy with money. The dream was to help them but also to go back and find a small treasure there. I can assure you that in many cases Italian families had stolen everything and the migrants returned to Italy to find nothing… often not even a thank you!”

This was the comment of an Italian American reader on the social media to a recent article Foto di una famiglia spezzata — Photo of a fragmented family that dealt with the price paid by migrants for the decision to look for a new life overseas.

Firstly I would like to state that in the majority of cases the relations between relatives in Italy and overseas are good but it would be foolish to say that there were no cases that he describes but it would be just as foolish to blame only the relatives in Italy in all the cases because the blame is rarely only on one side…

Therefore, even though I answered him directly, and this is the reason I decided not to name him, I would like to deal with the issues pointed out by the reader because, although he was right on some points, we cannot deal with emigration in such a general way because all too often our past is not as black and white as many not think.

Indeed, very often the proof is found in the experiences of not a few descendants of our migrants who, after years and sometimes generation, do not find the joyful welcome by their relatives in Italy that they thought when they began looking for their origins and the reason is something that we must always remember, that when you start to look for the past you do not always know what you will find…

Of course, as the original article stated, many migrants sent back money to the families in Italy but the reality in many cases was not at all simple and to understand this we must also cite another article of the recent past because, not infrequently, the real reason for the decision to migrate was not merely “to look for a new life” but in many cases, and we will never know how many, to run away from something in the old life.

The title of this previous article Ma perché si decide di emigrare?— Why do people decide to migrate?  would seem trivial to many readers, and in fact at the time many answered the title without having read the article, because not a few treated emigration as a means of escape from difficult and/or embarrassing, if not downright illegal situations in the more extreme cases. Thus, I invite the reader who has not read the article to do so now.

Obviously the migrant for one of these obscure reasons would never have explained to his or her family the real reason and therefore the descendants of these cases do not know that they are about to discover truths from the past that could change their ideas of the parents, grandparents or great grandparents.

Now we will deal with the other side of the coin: what happened in Italy AFTER the departure of the migrants. We have heard many times over the years of the problems tied to the inheritance of the parents of the migrants, obviously in Italy. And in many cases this is the reason for the cold welcomes to the descendants of our migrants when they want to meet these relatives.

It is easy to imagine that, from the first migration, the huge distances in terms of the time created great difficulty in communications. Let alone in preparing powers of attorney and the other documents needed to be able to satisfy the legal/bureaucratic process to finalise these cases.

So not a few relatives in Italy took advantage of the opportunity and therefore the properties were sold and the moneys divided amongst the relatives left in Italy.

And in the cases of the relatives being contacted and were able to prepare the documentation for these cases overseas, the lack of expert people to prepare any powers of attorney meant requesting them at the local consulate. In these cases, at least until not many years ago, the consul’s workers prepared general powers of attorney that were handled in a scandalous way by not a few relatives in Italy, in other words, they signed the documentation in Italy, however, instead of sending the money, etc, overseas or putting them into bank accounts in the migrants’ names in Italy, possibly lying that they had done precisely that, the relatives in Italy pocketed the money and then when the migrant relatives returned to Italy, maybe years later, they discovered that they had  been robbed of their rights.

Therefore, in these cases at the mere idea of the arrival of the descendants the relatives in Italy wonder if the reason is to ask for their share of the inheritance. A request that is not a mere legal inconvenience but a right protected by law with possible heavy legal and criminal consequences.  

But here too the reasons of the migration could also have prevented the relatives in Italy from being able to trace the migrants. Obviously many would have died in the meantime for natural reasons, workplace accidents or road accidents, etc. without the news reaching relatives in Italy but in not a few cases the migrant left, maybe leaving an unhappy marriage behind, the origin of the famous “white widows” mentioned in the second article, and took the opportunity in the new country to change their name to “disappear” even more easily…

So the arrival of unknown relatives at the door could lead to unexpected consequences also for future generations who not only probably do not know that they have migrant relatives overseas or even the actions of their parents/grandparents concerning these relatives…

In fact, the author of the comment that opened the article, undoubtedly due to experiences in his own family, tarred everybody with the same brush and did not consider that each case must be judged on its merits or faults, without mentioning that he considers that someone is “guilty” only because he or she is a relative in Italy or “innocent” only because he or she is a migrant.

And in dealing with these sad issues of deception, thefts and other things we see how the phenomenon of migration is not an easy phenomenon to deal with the usual clichés but a difficult concept because, like all matters in life, we must take into account human beings who are all different, some good and some bad, some honest and some “crafty”, etc, etc, and therefore we must always keep this awareness well in mind because we must be honest when we talk about our migration…

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