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Politica

Taglio dei Parlamentari: la votano tutti(ma piace a pochi)

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Sì dal M5S, dal Pd (che prima era contrario) e Italia Viva. Ma anche dalla Lega e da Fratelli d’Italia e FI. Contrari 14 tra cui Vittorio Sgarbi. E tuttavia le reazioni e i commenti sembrano andare in altra direzione.

di Sabrina Iadarola

Aria triste quella che si respirava ieri a Montecitorio, Cinque Stelle a parte. Il taglio dei parlamentari diventa legge: la Camera ha approvato in quarta lettura il testo che modifica la Costituzione portando i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Più che un voto compatto e trasversale, soprattutto convinto, sembrava un suicidio collettivo. A confermarlo sono stati diversi deputati, gli stessi che hanno detto sì alla riforma del taglio dei parlamentari portando il numero dei “favorevoli” a quota 553 su 569 deputati presenti in aula. Ha prevalso in molti casi, a sentir le loro dichiarazioni, lo “spirito di partito”, per un partito nel quale peraltro gli stessi deputati talvolta non si identificano più.

Per i 5 Stelle è una promessa mantenuta. “E’ un momento storico per il nostro Paese: presto avremo 345 parlamentari in meno e milioni di euro da investire in servizi per i cittadini. Questo governo è nato principalmente per realizzare subito due obiettivi: ridurre il numero di senatori e deputati ed evitare l’aumento dell’Iva che sarebbe costato 600 euro all’anno per ciascuna famiglia. Con l’ok definitivo di Montecitorio potremo dire di aver mantenuto il primo di questi impegni presi con gli italiani, mentre il secondo verrà realizzato con la legge di bilancio”. E’ quanto si legge in un post del M5S pubblicato sul blog delle Stelle. “Si tratta di una delle battaglie storiche del MoVimento 5 Stelle e siamo orgogliosi di averla portata fino in fondo con coerenza e determinazione”.

Anche Matteo Salvini non perde tempo rivendicando la scelta di votare sì anche dall’opposizione e ricordando che “a differenza del Pd e dei 5 stelle la Lega non tradisce e mantiene la parola”. Mentre Giorgia Meloni ricorda il ruolo di Fratelli d’Italia nell’approvazione del provvedimento: “Sono fiera che questo sia stato possibile soprattutto grazie a noi. Non sarebbe mai passato se Fratelli d’Italia, dall’opposizione e senza chiedere nulla, non lo avesse votato in tutte e quattro le letture. Lo abbiamo fatto perché noi siamo schierati solo con quello che vogliono gli italiani”.

Eppure il malcontento c’è e si fa sentire. Da Italia Viva tuona Roberto Giachetti “Io voto questa legge perché sono nella maggioranza e sono leale” e aggiunge “Si fa questa riforma per offrire scalpo a istinti peggiori dell’elettorato. Un tributo alla fabbrica dell’antipolitica, con questa legge si allargherà il divario della rappresentanza”. “Ma la mia lealtà finisce qui, immediatamente sarò al lavoro per raccogliere le firme – annuncia – per chiedere un referendum per dire no a questa riforma”. E a sancire la fine di “atti di fiducia” è anche il deputato PD Gianluca Benamati che scrive su facebook: “Non condivido non tanto il taglio in sé ma le sue modalità. Un taglio lineare, senza senso e senza costrutto. Un risparmio economico risibile che minaccia solo di mortificare la rappresentanza. Di allentare il rapporto eletto elettore. Di mortificare le minoranze”. “L’ho fatto – sottolinea Benamati – dopo un accordo di maggioranza, che con altri ho fortemente chiesto nell’assemblea di gruppo e quindi ottenuto, e che Graziano Delrio e Andrea Marcucci hanno negoziato sulla legge elettorale e sui contrappesi per rendere accettabile la nuova sistemazione. Ritenevo che questo voto fosse configurabile come un voto di fiducia e se non avessi accettato la linea che abbiamo assunto a maggioranza avrei dovuto essere coerente e trarre le naturali conseguenze. Ma sia chiaro che sul tema in oggetto questo è il mio primo e ultimo atto di fiducia”.

Senza freni il deputato Vittorio Sgarbi già nelle sue dichiarazioni di voto in Aula:”Per tenere in piedi un governo illegittimo, si concede a una banda di parlamentari di fare uno stupro di questo Parlamento, come quello fatto dal figlio di Grillo”. Così Vittorio Sgarbi, del gruppo Misto, parlando in Aula, durante le dichiarazioni in vista del voto sul taglio dei parlamentari. “Voi – dice rivolto al M5s – ricattate il Pd, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ipocriti, falsi e bugiardi”. “Qui celebriamo un funerale – ha proseguito Sgarbi – come quando si è votato contro l’immunità parlamentare. E’ il momento di più alta tristezza di questo parlamento, non c’è categoria che decide di ridurre la sua rappresentanza. Intere regioni saranno senza rappresentanza. E’ un voto di scambio senza precedenti”. Anche in Forza Italia i malumori sono evidenti e Roberto Caon, deputato forzista scrive su facebook: “Fare parte di una squadra significa fare scelte talvolta difficili e, quindi, d’accordo con il mio partito (e con la quasi totalità dei parlamentari) ho votato a favore del taglio di deputati e di senatori. Parlo di “scelta difficile” non perché tenga alla poltrona: quello è davvero l’ultimo dei problemi. Ma perché ancora una volta si è scelto di rincorrere le elucubrazioni degli spin doctor, soprattutto di Movimento 5 Stelle e di Lega, che basandosi quasi esclusivamente sulle reazioni dei social, hanno deciso che era fondamentale votare questa legge che, in realtà, porta a un risparmio minimo: 2,58 euro all’anno per cittadino. Non è così che si fa politica. Inseguendo sempre la “pancia” dell’elettorato si rischia di prendere pessime decisioni. Ora è fondamentale lavorare a una legge elettorale che ci metta al riparo da squilibri nella rappresentanza”. 

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