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Diritti umani

“Ti vorrei amare ma sbaglio sempre”: convegno dell’associazione Consolidal per denunciare la violenza contro le donne

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Il 21 settembre, alla presenza di massimi esperti in campo giuridico, psicologico e criminologico, si è tenuta un convegno-campagna di denuncia contro la violenza sulle donne: fortemente voluto dall’associazione Consolidal che si occupa di tematiche sociali e non solo e che ha visto al suo fianco la Lidu onlus ( Lega Italiana dei diritti dell’Uomo).

 di Giordana Fauci    

Il 21 settembre, presso la sede della Lidu Onlus, in Piazza d’Ara Coeli 12, a Roma, si è tenuto un interessante convegno dal titolo “Ti vorrei amare ma sbaglio sempre”, una campagna di denuncia contro la violenza sulle donne, nella quale sono intervenuti massimi esperti appartenenti all’ambito giuridico, psicologico, criminologico e finanche alle Forze dell’Ordine.

Un convegno fortemente voluto da Loredana Derenti, Presidente dell’Associazione Consolidal – sezione Romana – patrocinato da Eugenio Ficorilli, Presidente della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo.

La Dott.ssa Derenti, al termine dei saluti Istituzionali, è entrata immediatamente nel vivo del tema ma, invero, problema: “Un problema che deve scuotere le coscienze…”.

Del resto, l’elenco di tutte quelle povere donne che hanno trovato la morte per mano dei loro uomini, mariti, compagni, ex la dice lunga sulla gravità del problema.

Già! Perché il numero dei femminicidi, dal gennaio del corrente anno ad oggi ammonta a ben 139 casi.

Un numero non solo allarmante ma, prima ancora, intollerabile, visto che l’uccisione di una donna non è solo un crimine terribile bensì un problema di ordine sanitario, vista la continuità e, invero, quotidianeità con cui continua a verificarsi…”.

Queste le accorate parole della Dott.ssa Derenti, convinta che bisogna impegnarsi ancora molto, anche se parecchio è stato fatto: l’Assocazione Consolidal, ad esempio, nata in Calabria, si è poi espansa ed è oramai da tempo presente nel Lazio, in Puglia, in Basilicata, in Campania e, a breve, sorgerà anche in Sardegna e Lombardia.

Il pensiero della Dott.ssa Derenti è stato, poi, condiviso dal Presidente della Lidu, Dottor Ficorilli, convinto che “parlare e riflettere su comportamenti, o meglio reati tanto orribili, è oltremodo importante perché sensibilizza le persone…”.

Pertanto, il Presidente Ficorilli è e resta certo che sensibilizzare fin dai banchi di scuola e finanche in ambito lavorativo, “è utilissimo a far confrontare le persone con la loro coscienza, oltre a comportare interventi a livello legislativo…”. 

 

Non a caso la Lidu onlus è da sempre in prima linea nel sostenere simili campagne: lo scorso anno ha dedicato ben tre convegni alla violenza di genere.

Interessante l’intervento della Dott.ssa Flavia Di Gennaro, appartenente alla Squadra Mobile della Polizia di Roma: sezione che si occupa, in particolar modo, proprio dei reati di violenza di genere, oltre che di crimini sessuali, pedofilia e maltrattamenti in danno dei minori.

La Dott.ssa Di Gennaro non ha potuto non far emergere “la difficoltà di far venire alla luce tanti e tali terrificanti realtà…”, perché per chi è vittima di cotante sofferenze l’esternazione del male subito è a dir poco ardua ed è, dunque, necessario che le Forze dell’Ordine siano in grado di saper instaurare un dialogo con donne ma, spesso, anche con minori.

Senza dubbio, rispetto al passato molto è stato fatto – è opportuno ribadirlo! –: la nascita dei centri antiviolenza, grazie all’operato delle associazioni; la creazione di aule per audizioni protette, la formazione e specializzazione di consulenti tecnici. Ne è convinta anche la Dott.ssa Di Gennaro.

…Strumenti ed elementi che sono, nel tempo, divenuti anche più tecnologici: “Oltre al 112, numero unico di emergenza ed al Telefono Azzurro, utili al contrasto della violenza sulle donne, esiste da tempo anche una App, denominata YOUPOL, estesa ai reati che sono commessi all’interno delle mura domestiche…”.

…Un’App che si può scaricare gratuitamente e che si sta rivelando utilissima. Perciò, la Dott.ssa Di Gennaro la definisce “geniale…”.

…Un’App che, oltretutto, permette l’invio di segnalazioni anonime, anche per casi di bullismo e spaccio di stupefacenti.    

Altrettanto importanti le considerazioni dell’Avv. Maria Nellina Spataro che si è soffermata a trattare i cambiamenti dovuti all’introduzione del Codice Rosso, ovvero la Legge n. 69/2019, perché “prima della sua entrata in vigore la vera vittima non arrivava mai al processo… Trovava sempre la morte…”.

Ora, invece, “i termini sono stati accorciati…”, afferma con orgoglio l’Avv. Spataro.

Ora il reato presunto è trasmesso anche oralmente al Pubblico Ministero di turno e quest’ultimo, entro tre giorni, deve necessariamente ascoltare la Persona Offesa. Quindi i termini investigativi si accelerano non di poco.

Inoltre altre garanzie sono state messe in atto: in primis, misure pre-cautelari con divieto di avvicinamento alla vittima e/o obbligo di allontanamento dalla stessa. E per chi, poi, decidesse di contravvenire a tali obblighi e/o divieti la pena non è da poco.

Lo stesso Avv. Gianmarco Cesari presidente Osservatorio vittime della Lidu onlus non ha potuto fare a meno di constatare che “parecchio si deve ancora fare…”. Ed a conferma di ciò ha fatto riferimento a recenti sentenze della Corte di Strasburgo a tutela delle donne che subiscono violenza.

Perché non vi è chi non veda quel che è fin troppo evidente: “L’articolo 111 della Costituzione parla di giusto processo. Già! Ma riferendosi all’imputato, non certo alle vittime che divengono così vittime per ben due volte…”.

L’Avv. Cesari, infine, non ha potuto fare a meno di riflettere su altro: sul fatto che “una donna su tre è vittima di violenza nel corso della vita…”. Senza dubbio perché “le pene sono fin troppo miti…”.            

Ecco perché l’Avv. Cesari ha sottolineato che “è la stessa Commissione Europea a proporre all’Italia di fare di più…”.

Né si può fingere di non vedere quanto associazioni come Lidu onlus e Consolidal fungano da stampelle rispetto alle carenze dello Stato.    

Il Criminologo Giuseppe Bruno ha così ribadito “la necessità di scuotere la coscienza di tutti, entrando nelle scuole e così sensibilizzando ognuno… Genitori, docenti, figli…”.

Perché vi sono “fattori predittivi e di rischio che, laddove evidenziati, evitano il compimento di tali reati…”.  

Dello stesso avviso la Dott.ssa Simona Montuoro, Psicologa e Psicoterapeuta, esperta di violenza di genere e assistita che, non a caso, oltre ad essere profondamente preoccupata per l’aumento dei casi di femminicidio, si è soffermata a descrivere la personalità dei carnefici e le diverse forme di violenza esercitate sulle donne: di tipo psicologico ed economico, prima ancora che fisico.

Carnefici che rientrano “nel nucleo familiare della vittima… Partner, amici, fidanzati, mariti…”. E per questo fanno ancor più male!

“…Vittime che si ritrovano a non avere modo di uscire da rapporti così malati…”. E per questo restano vincolate!

Vittime che, prima di subire l’atto estremo del femminicidio, magari lasciando anche orfani dei figli, subiscono altri mali: “fasi…”, come sono tecnicamente denominate dalla Dott.ssa Montuoro; “campanelli d’allarme…”, per chi non è del mestiere.

Campanelli a cui si deve attribuire il giusto peso: “fasi di intimidazione a cui seguono isolamento relazionale prima e segregazione totale poi. E, a seguire, vere e proprie aggressioni e finanche  riappacificazioni. Da ultimo ricatti di cui sono spesso protagonisti altre vittime… I figli…”.

Inevitabile la conclusione della Dott.ssa Montuoro: “agire con colloqui di sostegno per aiutare le donne a prendere consapevolezza della violenza subita e così sfuggirla, al fine di prevenire inevitabili femminicidi che andrebbero tristemente ad allungare la già copiosa lista di tante altre donne che non ce l’hanno fatta e, perciò, sono morte…”.

Un convegno davvero interessante che non potrà non indurre ad ancor più profonde riflessioni, convenendo con ognuno degli esperti intervenuti: molto è stato fatto – da Istituzioni e, prima ancora, da Associazioni – ma parecchio resta da fare…

Perché, a voler concludere con le parole dell’Avv. Gianmarco Cesari, “se è vero che un primo passaggio di civiltà è stato realizzato rispetto al passato – soprattutto con l’introduzione del Codice Rosso e di reati quali quello di stalking –, è ancor più vero che gli elevati numeri delle vittime di femminicidio dimostra che bisogna fare ancor di più…”.

Ognuno deve impegnarsi a rendere possibile tale cambiamento!   

Qui il link per vedere la diretta del convegno    

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