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“Pay me to do nothing”: la geniale trovata del trentenne Carlo Farina    

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Da ormai sette mesi un giovane trentenne di nome Carlo Farina soggiorna per interi pomeriggi in Via del Corso, munito di bevande – fredde o calde a seconda della stagione – e casse acustiche, oltre ad un cartello oltremodo inequivocabile sul quale ha scritto, in lingua inglese, “Pagami per non far niente”… Un’idea geniale o, forse, un geniale nullafacente.

di Damiana Cicconetti

Carlo Farina è un ragazzo di trent’anni che, a partire dal mese di luglio, soggiorna nel pieno centro della Capitale, in Via del Corso per gran parte del pomeriggio: Carlo è munito di sdraio e bibite, fresche d’estate e calde in inverno e continua a rimanere sdraiato, ora dotato finanche di una coperta evidentemente adatta a queste giornate d’inverno particolarmente rigide.

Pay me to do nothing”: questa è la scritta che ha posto innanzi al suo sdraio in bella vista, ovvero “Pagami per non fare niente”.

E questa sua strana filosofia di vita, a quanto pare, c’è chi la apprezza, arrivando ad offrirgli monete in realtà non richieste…

…Monete che, al termine della giornata, ammontano anche ad 80 Euro.

Per l’esattezza, Carlo, ogni pomeriggio verso le ore 15:00 si colloca a Via del Corso, con una cassa della musica e l’ormai famosa scritta.

Lì, sprofondato nel suo sdraio, rimane per quattro-cinque ore consecutive fino a sera.

Di certo, vi sono giornate in cui il suo guadagno è inferiore: mai, in ogni caso, inferiore ai 40.00 Euro giornalieri.

Ed è proprio in tal modo che Carlo Farina si sta mantenendo da quasi sette mesi.

Come per ogni altro genere di questione, vi sono diverse scuole di pensiero.

Vi è chi ritiene la sua “pensata geniale… e, perciò, non può fare a meno di lasciargli anche soli cinquanta centesimi per ripagarlo della simpatia e chi, di contro, lo ritiene spudorato, al punto che “lo prenderebbe volentieri a schiaffi per la sfrontatezza…”.

E, infine, vi è chi ha voluto a tutti i costi vedere in questa sua insolita condotta “una provocazione al reddito di cittadinanza…”.

Il diretto interessato, a chi desidera avere informazioni in merito alla sua “scelta” ha spiegato che intende “trovare semplicemente il tempo per fare ciò che più gli piace… Soprattutto comporre musica…”.

Dunque, conoscendolo meglio, Carlo Farina non ha problemi ad aprirsi ed a raccontarsi: ha, in effetti, un gruppo musicale che si chiama Hawaiki, col quale fa musica tropicale da ormai diverso tempo.

Ed ognuno dei componenti la pensa esattamente come lui…

Bisogna godersi la vita, al tempo stesso prendendosi del tempo per realizzare ciò che più ci piace ed interessa…”.

E non vi è dubbio che, se Carlo lavorasse per dieci ore al giorno, non potrebbe assolutamente fare quel che ora fa, sognando e, magari, realizzare i suoi sogni.

Non a caso, la maggior parte di noi continua a rimandare quegli stessi progetti e sogni, proprio per mancanza di tempo.

…Sogni e progetti che chissà se mai potrà realmente realizzare!

Ecco perché Carlo chiarisce: “Non sono qui per dare chissà quale messaggio. Anzi! Sono qui per fare quello che mi va e basta…”.

Del resto, Carlo non chiede l’elemosina: sono i passanti che decidono volontariamente di lasciargli qualcosa.

E se non vi è dubbio che laddove ognuno incominciasse a ragionare come lui, nessuno più lavorerebbe e l’intero mondo si fermerebbe, dall’altro vi è da considerare che quanto afferma Carlo non è del tutto sbagliato.

A suo dire, infatti, la società che abbiamo costruito grazie a cotanto lavoro non è comunque costituita da individui felici né liberi; ma, al contrario “ da schiavi…”.

Così mentre ognuno continua ad avere le reazioni più disparate innanzi a questo simpatico nullafacente, sta di fatto che nessuno gli resta indifferente.

E, ad onore del vero, vi è chi afferma una verità inconfutabile: Carlo, secondo taluni, ha avuto “una trovata originale…”. Quanta gente, del resto, è pagata per non vare niente… Almeno Carlo Farina ha la lealtà di dirlo!

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