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La giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo celebrata a Monongah in West Virginia (USA)- The Day of the Sacrifice of Italian Labour in the World celebrated at Monongah in West Virginia (USA)

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di emigrazione e di matrimoni

La giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo celebrata a Monongah in West Virginia (USA)

Si è commemorata a Monongah a quasi 117 anni da uno dei disastri minerari più grandi della storia, la Giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel Mondo.

Il 7 Agosto i partecipanti all’evento si sono riuniti al Cimitero di Monongah, dove nella lapide dedicata dal Governo Italiano nel 2007, è stata depositata una corona di fiori dal Console Generale d’Italia a Filadelfia Cristiana Mele, accompagnata dal Cons. del Cgie Vincenzo Arcobelli, da Roberto Le Donne cons. del Comites di Filadelfia, da Susy Leonardis ispiratrice e colonna storica di testimonianza della tragedia, Cora Fazio punto di riferimento Locale, e Nicola Trombetta pres. della Federazione delle Associazioni della Campania in USA. A seguire vi è stata la benedizione di Padre Meo.

Giorno 8 Agosto, alle ore 10.20, orario in cui ci fu 107 anni fa l’esplosione, la campana costruita dalla Pontificia Fonderia Marinelli ha iniziato a suonare in un momento emozionante di riflessione e nel ricordo di tutte le vittime del disastro.

Dopo gli inni nazionali Americano ed Italiano cantati da Denise Roncone dinanzi alla Statua dedicata alle “eroine”, il sindaco di Monongah John Palmer ha dato il benvenuto. In rappresentanza dell’Autorita’ diplomatica consolare della circoscrizione di Fialdelfia, la Console Cristiana Mele ha salutato i partecipanti leggendo i messaggi pervenuti per l’occasione dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani.

La terribile tragedia della miniera di Monongah, consumatasi nel 1907 e in cui morirono centinaia di lavoratori italiani emigrati negli Stati Uniti, è dimenticata o conosciuta da pochi. Trovo giusto e meritorio l’impegno di chi si adopera per rinnovarne la memoria, in omaggio alle vittime e al grande sacrificio che milioni di italiani, sparsi nel mondo, hanno compiuto per decenni.

Il lavoro dei nostri connazionali è stato, non di rado, fonte di dolore e sofferenze. A tutti loro noi dobbiamo eterna riconoscenza per aver saputo aiutare, grazie alle loro rimesse, lo sviluppo dell’Italia in anni durissimi, contribuendo, in maniera determinante, anche alla crescita di importantissime nazioni Oltreoceano, a cominciare dagli Stati Uniti, e in Europa. Troviamo italianità in ogni angolo del mondo e lo dobbiamo, soprattutto, a questi uomini e donne che hanno fatto del lavoro e della dignità la propria cifra di vita, molto spesso in condizioni di assoluto disagio, privazioni, fatica estrema e difficoltà di ogni genere.

Alle vittime della tragedia di Monongah va il mio tributo e la mia sincera commozione, ai loro familiari la mia ammirazione e gratitudine per aver dovuto sopportare il peso immane dell’assenza e del dolore”- così nel suo messaggio la nostra premier Giorgia Meloni cui ha fatto seguito il messaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Il dovere della memoria ci lega fortemente anche alla catastrofe di Monongah, dove il 6 dicembre 1907 persero la vita centinaia di minatori italiani mentre contribuivano alla crescita economica del Paese che li aveva accolti e al benessere delle loro famiglie, spesso rimaste lontane nei borghi di origine in Italia. Il tricolore italiano che sventola insieme alla bandiera americana, accanto alla campana commemorativa e al monumento all’Eroina di Monongah, è un simbolo forte della straordinaria amicizia che lega Italia e Stati Uniti. Un rapporto che viene ancora oggi continuamente alimentato da un solidissimo partenariato politico e da relazioni economiche e commerciali in continua crescita. Centrale in tutto questo è il ruolo di una vastissima comunità di connazionali e di italo-discendenti perfettamente integrati in ogni aspetto della vita politica, economica, sociale e culturale degli Stati Uniti ma rimasti saldamente legati alle proprie radici. A loro e agli organi di rappresentanza della collettività va il riconoscimento del Governo e mio personale per il grande servizio che anche in questo modo rendono al nostro Paese”.

“Sono molto grato a tutti coloro che hanno permesso l’organizzazione di questa commemorazione nella giornata dedicata al Sacrificio del Lavoro Italiani nel mondo, istituita nel 2001 e fortemente voluta da Mirko Tremaglia Ministro degli italiani nel Mondo. E’ molto significativo che oggi a Monongah siano arrivati i messaggi delle Istituzioni Italiane, sensibili a questa iniziativa, per ricordare una tragedia dimenticata e poco conosciuta. E’ nostro dovere mantenere viva la memoria, informare la collettività, i mezzi di comunicazione, e se la societa’ ha fatto progressi lo si deve anche a coloro che persero la vita come le vittime del lavoro di Monongah e nel mondo. Continueremo a sensibilizzare le Istituzioni, le Autorita’ Civili Locali e Politiche affinche’ si possa arrivare ad organizzare un grande evento in occasione del 120mo anniversario della tragedia, e per mettere le basi al progetto di un Museo a Monongah”, conclude Vincenzo Arcobelli presidente del Comitato Tricolore per gli italiani nel Mondo e Rappresentante al Consiglio Generale degli italiani all’Estero.

La manifestazione si e’ conclusa dopo una Santa Messa alla memoria delle Vittime del disastro minerario, rappresentanti locali e della comunita’ italo americana durante i loro interventi hanno potuto esprimere i loro sentimenti di vicinanza alle famiglie delle vittime e apprezzamento per l’evento. E’ stato letto il messaggio del Sindaco di Torella del Sanzio Gianni Meffe durante il momento conviviale organizzato dai dirigenti di OSDIA di Morgontown, dove si sono potute visionare anche delle testimonianze grazie ad alcuni libri, e ad un grande reportage mediatico a partire del 2003 per mettere in evidenza la tragica storia dal quotidiano Gente d’Italia.

L’iniziativa e’ stata supportata dal Consolato Generale d’Italia a Filadelfia, dal CTIM, dalla NIAF, OSDIA, la citta’ di Monongah, e con il patrocinio del Consiglio Generale degli Italiani all’estro (CGIE)

Approfondimento Storico

 Muh-nahn-guh nella lingua dei Nativi Americani Seneca significa “fiume dalle acque ondulate”.  La tragedia mineraria di 117 anni fa in West Virginia costò la vita a mille minatori, almeno la metà dei quali Italiani secondo alcune fonti, e a moltissimi bambini. Sono Americani, Polacchi e Russi, ma sono soprattutto Italiani. La tragedia di Monongah e’ considerata la più grave catastrofe mineraria degli Italiani all’Estero. Secondo Joseph L. Tropea le ricerche statunitensi imprecise hanno reso difficili le ricostruzioni. La memoria di quella tragedia, infatti, è ancora sconosciuta al cinema ed alla letteratura. Molti i Molisani, Abruzzesi e Calabresi tra le tante vittime. A Monongah, si consumò un’ecatombe incredibile. La stima ufficiale delle vittime è per difetto perché i morti furono più di 900: neanche un terzo dei minatori era registrato. Fra le centinaia di corpi moltissimi europei emigrati in cerca di fortuna in America. Molti di loro erano ragazzini. I corpi di 135 vittime non identificate vennero sepolti in una fossa comune. Alle vittime ufficiali sono da aggiungere bambini e aiutanti che ogni minatore “regolarmente assunto” portava con sé, senza l’obbligo di comunicarlo al datore di lavoro. In un primo momento, secondo il rapporto della Commissione Amos, parve che le vittime fossero “circa 350” ma già nei giorni immediatamente successivi alcuni resoconti giornalistici parlarono di 425 morti.

Alla stampa Leo L. Malone, General Manager delle due gallerie, riferì che la mattina della sciagura all’ingresso nell’impianto erano stati registrati 478 uomini, e che comunque tale numero non includeva circa 100 altri lavoratori (tra cui conducenti di muli, addetti alle pompe, “raccoglitori” ragazzini) non soggetti alla registrazione. In un quotidiano di Washington, una corrispondenza datata 9 Marzo 1908 riferì di 956 vittime. A commemorare le vedove e gli orfani di tutti i minatori, la statua “All’Eroina di Monongah”, una campana pontificia e una lapide. Monongah con i suoi quasi mille morti rappresenta oggi il simbolo del sacrificio dei lavoratori italiani del Sud depredato e umiliato, costretti ad emigrare per poter sopravvivere.

The Day of the Sacrifice of Italian Labour in the World celebrated at Monongah in West Virginia (USA)

Nearly 117 years after one of the biggest mining disasters in history, the Day of the Sacrifice of Italian Labour in the World was commemorated in Monongah.

On 7 August, participants in the event gathered at the Monongah Cemetery, where a wreath was placed on the tombstone dedicated by the Italian Government in 2007, by the Consul General of Italy in Philadelphia, Cristiana Mele, accompanied by Cgie Councillor Vincenzo Arcobelli, Roberto Le Donne, Councillor of the Comites of Philadelphia, Susy Leonardis, inspirer and historical witness of the tragedy, Cora Fazio, local reference point, and Nicola Trombetta, President of the Federation of Campania Associations in the USA. This was followed by a blessing by Father Meo.

On 8 August, at 10.20 a.m., the time when the explosion occurred 107 years ago, the bell built by the Pontificia Fonderia Marinelli began to toll in an emotional moment of reflection and in memory of all the victims of the disaster.

After the American and Italian national anthems sung by Denise Roncone in front of the Statue dedicated to the ‘heroines’, Monongah Mayor John Palmer welcomed the participants. Representing the Consular Diplomatic Authority of the Fialdelfia constituency, Consul Cristiana Mele greeted the participants by reading the messages received for the occasion from Prime Minister Giorgia Meloni and Minister of Foreign Affairs Antonio Tajani.

The terrible tragedy of the Monongah mine, which occurred in 1907 and in which hundreds of Italian workers who emigrated to the United States died, is forgotten or known by few. I find the efforts of those who work to renew the memory of this tragedy just and meritorious, as a tribute to the victims and to the great sacrifice that millions of Italians, scattered around the world, have made for decades. The work of our compatriots has not infrequently been a source of pain and suffering. To all of them we owe eternal gratitude for having been able to help, thanks to their remittances, the development of Italy in very hard years, contributing, in a decisive manner, also to the growth of important nations overseas, starting with the United States, and in Europe. We find Italianness in every corner of the world, and we owe it, above all, to these men and women who have made work and dignity their life’s mission, very often in conditions of absolute hardship, deprivation, extreme fatigue and difficulties of all kinds.

To the victims of the Monongah tragedy goes my tribute and my sincere emotion, to their families my admiration and gratitude for having had to bear the immense weight of absence and pain,” said our Prime Minister Giorgia Meloni in her message, which was followed by a message from Foreign Minister Antonio Tajani: “The duty of remembrance also binds us strongly to the Monongah catastrophe, where hundreds of Italian miners lost their lives on 6 December 1907 while contributing to the economic growth of the country that had welcomed them and to the well-being of their families, who often remained far away in their home villages in Italy. The Italian tricolour flying alongside the American flag, next to the memorial bell and the Monongah Heroine Monument, is a powerful symbol of the extraordinary friendship between Italy and the United States. A relationship that is still continually nurtured today by a very solid political partnership and ever-growing economic and trade relations. Central to all this is the role of a vast community of compatriots and Italo-descendants who are perfectly integrated into every aspect of the political, economic, social and cultural life of the United States but have remained firmly attached to their roots. To them and to the community’s representative bodies goes the recognition of the Government and my own for the great service they render to our country in this way as well”.

“I am very grateful to all those who made it possible to organise this commemoration on the day dedicated to the Sacrifice of Italians in the World, established in 2001 and strongly desired by Mirko Tremaglia Minister of Italians in the World. It is very significant that today in Monongah the messages of the Italian Institutions, sensitive to this initiative, arrived to remember a forgotten and little known tragedy. It is our duty to keep the memory alive, to inform the community, the media, and if society has made progress, it is also due to those who lost their lives as the victims of the work in Monongah and around the world. We will continue to sensitise the Institutions, Local Civil and Political Authorities so that we can get to the point of organising a major event to mark the 120th anniversary of the tragedy, and to lay the foundations for the project of a Museum in Monongah,” concludes Vincenzo Arcobelli president of the Tricolour Committee for Italians Worldwide and Representative to the General Council of Italians Abroad.

The event ended after a Holy Mass in memory of the victims of the mining disaster. During their speeches, local representatives and representatives of the Italian American community expressed their feelings of closeness to the victims’ families and appreciation for the event. A message from the Mayor of Torella del Sanzio, Gianni Meffe, was read during the convivial moment organised by the OSDIA leaders in Morgontown, where testimonies were also viewed thanks to a number of books, and a major media report from 2003 to highlight the tragic story from the newspaper Gente d’Italia.

The initiative was supported by the Consulate General of Italy in Philadelphia, the CTIM, the NIAF, OSDIA, the City of Monongah, and under the patronage of the General Council of Italians Abroad (CGIE)

Historical background

Muh-nahn-guh in the Seneca Native American language means ‘river of rolling waters’.  The mining tragedy 117 years ago in West Virginia cost the lives of a thousand miners, at least half of them Italians according to some sources, and many children. They were Americans, Poles and Russians, but mostly Italians. The Monongah tragedy is considered the most serious mining disaster of Italians abroad. According to Joseph L. Tropea, inaccurate US research has made reconstructions difficult. The memory of that tragedy is still unknown in film and literature. Many people from Molise, Abruzzo and Calabria were among the many victims. At Monongah, an incredible carnage took place. The official estimate of the victims is by default because the dead numbered more than 900: not even a third of the miners were registered. Among the hundreds of bodies were many Europeans who had emigrated in search of their fortune in America. Many of them were children. The bodies of 135 unidentified victims were buried in a mass grave. To the official victims were to be added children and helpers, whom every ‘regularly employed’ miner brought with him, without being obliged to inform his employer. At first, according to the Amos Commission’s report, it appeared that the victims numbered “about 350”, but already in the days immediately following some newspaper reports spoke of 425 dead.

To the press, Leo L. Malone, General Manager of the two tunnels, reported that 478 men had been registered on the morning of the disaster at the entrance to the plant, and that this number did not include about 100 other workers (including mule drivers, pump operators, ‘pickers’ boys) who were not subject to registration. In a Washington newspaper, a correspondence dated 9 March 1908 reported 956 victims. To commemorate the widows and orphans of all the miners, a statue ‘To the Heroine of Monongah’, a papal bell and a plaque. Monongah, with its almost one thousand dead, today represents the symbol of the sacrifice of Italian workers from the despoiled and humiliated South, who were forced to emigrate in order to survive.

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