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In passato si moriva per la Patria, a Crotone invece gli “eroi” scappano

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I cittadini chiedono al Prefetto della città calabrese di intervenire per l’incresciosa vicenda dei dipendenti dell’Asp, 300 in tutto,  rimasti tutti insieme a casa per ‘presunta’ malattia.

Di Benedetta Parretta

Sono 151 gli appartenenti al comparto sanitario, tra cui 91 infermieri, 33 medici e 17 Oss, che hanno lasciato il lavoro per malattia in un momento di vera emergenza. Non è accettabile ed è poco verosimile la casualità di tutti i certificati di malattia del personale sanitario di Crotone, in parallelo alla battaglia mondiale che vede impegnati tutti gli ospedali con i suoi professionisti, contro il Covid-19.

Sanità e Sicurezza che vengono a mancare sul territorio calabrese in un momento già difficile, dove le strutture non sono adeguate e non si riescono a garantire nemmeno i servizi essenziali d’emergenza al cittadino, che oltre alla psicosi della paura vive la consapevolezza ancora oggi di una malasanità gestita da decenni da personaggi legati alla criminalità organizzata.

Ancora una volta, una parte dei crotonesi, nello specifico in questo caso il comparto sanitario, ha dimostrato di non avere passione per questo lavoro che è una missione, dove si dovrebbe mettere la propria vita al servizio della persona umana.

Un giuramento, quello di Ippocrate, che viene espresso nel momento in cui vengono ammessi alla professione medica e infermieristica, ma che a quanto pare per una parte del personale sanitario di Crotone non ha alcun significato.

La richiesta dei cittadini all’Asp è di reagire e di non far finta di niente, davanti a tanto menefreghismo e mancanza di responsabilità, in una crisi globale così grave che richiede che le leggi vengono rispettate da tutti.

Fondamentale l’intervento della Guardia di Finanza che ha sequestrato i certificati medici.

“Al Questore e al Procuratore chiediamo di continuare a vigilare e di applicare una condotta seria e punitiva per quest’atteggiamento irresponsabile di massa, per il bene di tutta la comunità crotonese. Oggi è a rischio la vita di un’intera collettività, e in quest’assenteismo volontario deve essere raffigurato il reato di omicidio colposo” spiegano alcuni cittadini di Crotone.

Tutto questo mentre ai cittadini stessi si chiede di rispettare le leggi, con norme regolamentate dallo Stato, a pena di conseguenze sotto forma di ammende, multe, ritiri di patente. Ancor di più in alcuni casi le inottemperanze in questo momento di emergenza rientrano in un campo d’azione del diritto penale.

“Siamo tutti consapevoli delle grandi difficoltà che avrebbe avuto l’ospedale di Crotone, a contenere l’epidemia in corso per un grande numero di persone come nelle altre città per la mancanza di respiratori, di macchinari per la ventilazione polmonare, per la terapia intensiva, ma se manca anche il personale necessario sarà un calvario!” temono i cittadini crotonesi.

Si tratta di una situazione molto pericolosa per la vita di tutti i crotonesi messi con le spalle al muro

L’augurio è che i rappresentati istituzionali del territorio come sempre sapranno attivare delle misure adeguate anche punitive nei confronti di chi, pur avendo giurato abnegazione alla cura delle persone, ha poi scelto di restare a casa dimenticando completamente il proprio senso di responsabilità. Queste stesse persone, oggi in malattia, riceveranno comunque lo stipendio che a molti lavoratori autonomi è negato in questo periodo per l’impossibilità di svolgere il proprio lavoro.

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