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Il menestrello astuto – Angelo Branduardi – The astute minstrel – Angelo Branduardi

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Tempo di lettura: 11 minuti

di emigrazione e di matrimoni

Il menestrello astuto – Angelo Branduardi

Nel decidere di presentare la sua musica in altre lingue, con la collaborazione di parolieri e poeti per assicurare che le canzoni fossero ancora le sue con gli stessi messaggi, Branduardi ha dimostrato un’astuzia vera per le potenzialità della nostra Cultura.

La Cultura italiana ha moltissimi aspetti e volti che il pubblico internazionale non conosce, a partire dagli italiani all’estero. Uno di questi è il fenomeno dei cantautori che è dettato dal fatto che i testi delle canzoni siano importanti quanto la loro musica, e per questo motivo molti dei nostri cantautori non hanno mai ricevuto il riconoscimento internazionale che avrebbero meritato.

L’eccezione è un cantautore milanese che basa la sua musica principalmente sui temi e i ritmi del medioevo che avrebbe dovuto limitare il suo impatto internazionale, invece questo cantautore ha avuto l’astuzia di poter fornire la sua musica in modo che il seguito è stato molto più internazionale di molti dei suoi colleghi.

Nel caso del suo brano più rinomato, abbiamo deciso di presentarlo in due versioni per far capire ai nostri lettori internazionali non solo questa sua astuzia, ma anche le differenze tra la versione originale e le versioni per coloro che non capiscono la lingua italiana.

Presentazione

Ci voleva coraggio per presentare “Alla Fiera dell’est” un brano musicale ispirato a un canto pasquale ebraico del 500, Chad Gadya . Nel fare la presentazione Angelo Branduardi probabilmente non poteva immaginare che il pubblico internazionale avrebbe avuto la sua musica.

Non sappiamo se si era ispirato anche al celebre Scarborough Fair della leggendaria coppia americana di cantanti americani Paul Simon e Art Garfunkel, oppure al gruppo britannico Jethro Tull, ma come loro Branduardi ha dimostrato che, presentata nel modo giusto, la musica medioevale ha ancora un ruolo nel mondo d’oggi.

Il brano originale racconta gli oppressori del popolo ebraico nel corso della loro Diaspora. Nelle mani di Angelo Branduardi per la musica, e di sua moglie Luisa Zappa che scrisse la parole in italiano non solo di questa canzone, ma anche di molti suoi successi, sembra quasi un canto infantile, ma ascoltando bene le parole si percepisce il messaggio originale.

Angelo Branduardi è nato a Milano nel 1950 ed ha amato la musica sin da giovane. Questo amore era tale che si è diplomato in violino a soli 16 anni al Conservatorio di Genova dove si era trasferito con i genitori a pochi mesi dalla sua nascita. Nel corso degli anni ha imparato a suonare molti strumenti, e chi cerca i filmati dei suoi concerti su YouTube vedrà la sua bravura e talento non solo con il violino.

Le Fiere diverse

L’uscita dell’album che prende il nome da “Alla Fiera dell’Est” ha avuto poi un seguito da parte di Branduardi che molti altri cantautori italiani non hanno potuto, oppure non hanno voluto, seguire.

Quell’album è stato tradotto e interpretato da Branduardi stesso nelle altre lingue, compreso l’inglese, il francese e il tedesco. Per queste versioni straniere ha trovato parolieri e poeti capaci di esprimere i messaggi delle canzoni nelle loro lingue.

Perciò presentiamo due versioni di questo brano. Ovviamente il primo è l’originale con immagini divertenti che raccontano la storia della canzone.

La seconda versione è quella in lingua inglese “Highdown Fair” (come dimostra il filmato sopra). Le parole rispecchiano perfettamente il ritmo del testo italiano e Branduardi canta davvero molto bene in quella lingua.

Branduardi ha cercato molte ispirazioni per la sua musica, non solo in Italia, o nella tradizione ebraica. La bellissima e struggente “Confessioni di un malandrino” viene dalle “Confessioni di un teppista”, poeta russo Sergei Esenin, come l’album “Branduardi canta Yeats” dimostra che non gli manca il coraggio nel cercare di presentare a un pubblico italiano le poesie del grande poeta irlandese William Butler Yates.

Nel 1979 ha avuto un grandissimo successo con “Cogli la prima mela”, che è un inno a godere la vita e a non perdere le opportunità che ti presenta, non solo con il testo originale ma anche con le scene del Palio del Tributo a Priverno nel Lazio.

In quel periodo ha fatto tournée importanti sia in Italia che all’estero che si sono trasformate poi in un triplo album con vari brani in altre lingue nei paesi in cui ha fatto i concerti.

Il Santo e il Papa

Sarebbe banale presentare Branduardi come un semplice menestrello e le sue opere nel corso dei decenni ne sono la prova. La prima prova di questo si trova negli album di “Futura antico” nei quali lui presenta in un modo nuovo pezzi importanti della Storia della Musica nel corso dei secoli, con ben otto album nel corso di 20 anni.

Inoltre, lui ha contributo a film e fiction televisive come “State buoni se potete” che racconta la vita di san Filippo Neri, nel quale recita anche la parte di un personaggio insolito all’interno della trama. Questo lavoro gli è valso sia il David di Donatello come migliore musicista che il Nastro d’argento per la miglior colonna sonora.

Nel 2000, insieme alla moglie, Branduardi ha messo la vita di San Francesco d’Assisi in musica, compresa una versione cantata del bellissimo “Cantico della Creature” del santo. In riconoscimento di questa opera lui ha avuto l’onore di interpretarlo alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. Questo album è straordinario anche per la partecipazione di alcuni dei personaggi più importanti della musica italiana degli ultimi 50 anni, compresi Ennio Morricone, Franco Battiato (un altro cantautore non conosciuto abbastanza all’estero), Madredeus e la Nuova Compagni di Canto popolare di Napoli.

Negli ultimi anni, oltre ai concerti, Angelo Branduardi ha continuato i suoi progetti ambiziosi e il suo nuovo “Il cammino dell’anima” racconta la vita della santa benedettina Hildegard von Bingen.

Ma la vita di Branduardi ci da anche una lezione che dobbiamo capire se vogliamo promuovere la Cultura italiana nel mondo.

Lezione

Per quanto sia bella la lingua italiana, e malgrado il fatto che sia la quarta seconda lingua insegnata nel mondo, gli italofoni non sono sufficienti per promuovere la nostra Cultura, a partire dai cantautori per poi passare ai poeti e gli autori che hanno vinto anche Premi Nobel per la Letteratura.

Possiamo dire altrettanto del nostro cinema che spesso non riusciamo a vendere a mercati molto più grandi, perché per capirli fino in fondo bisogna avere almeno una buona conoscenza della nostra lingua.

Nel decidere di presentare la sua musica in altre lingue, con la collaborazione di parolieri e poeti per assicurare che le canzoni fossero ancora le sue con gli stessi messaggi, Branduardi ha dimostrato un’astuzia vera per le potenzialità della nostra Cultura.

Ripetiamo sempre che il nostro Patrimonio Culturale è il più grande del mondo, ma come possiamo promuoverlo nel modo giusto e davvero mondiale se insistiamo nella “purezza” di promuoverlo principalmente nella nostra lingua? Possiamo già immaginare le proteste dei “puristi”, ma troppi di loro non conoscono bene il mercato internazionale.

Parliamo degli italiani nel mondo per darne l’esempio più lampante. Sappiamo che sono circa 5 milioni coloro che registrati all’AIRE nei consolati presumiamo sappiano la nostra lingua. La Farnesina stima i discendenti degli emigrati italiani nel corso oltre un secolo a circa 85-90 milioni di persone (probabilmente una cifra contenuta). Allora chiediamoci, quanti di loro hanno una padronanza tale della nostra lingua per poter apprezzare davvero le opere, non tanto dei Premi Nobel, ma almeno dei cantautori? Temiamo che la risposta sia, pochi.

Allora, prendiamo l’esempio del menestrello astuto e presentiamo al mondo le opere dei nostri cantautori, autori e poeti in formati che il pubblico internazionale possa capirle. E non solo in un modo limitato.

Dobbiamo presentarle in modo tale da incoraggiare il pubblico internazionale a voler imparare la nostra lingua per capire davvero la grandezza della nostra Cultura. Non accontentiamoci del quarto posto delle lingue insegnate nel mondo, ma puntiamo al prima posto.

Se davvero teniamo a cuore la promozione della nostra Cultura nel mondo, cominciamo a pensare a livello internazionale e non insistiamo che basti farlo solo in italiano. In fondo, non abbiamo niente da perdere a tutto da guadagnare.

 

 

di emigrazione e di matrimoni

The astute minstrel – Angelo Branduardi

In deciding to present his music in other languages, with the collaboration of lyricists and poets to ensure that the songs were still his with the same messages, Branduardi showed true astuteness for our Culture’s potential.

Italian Culture had many aspects and faces that the international public does not know, starting with the Italians overseas. One of these is the phenomenon of the cantautori, the country’s singer songwriters, which is dictated by the fact that the lyrics of their songs are as important as their music and for this reason many of our cantautori have never received the international recognition they deserved.

The exception is a cantautore from Milan who bases his music mainly on medieval themes and rhythms that would have limited his impact overseas. Instead this cantautore had the guile to produce his music in a way that the outcome was much more international than many of his colleagues.

In the case of his most famous song we decided to present it in two versions in order to to let our international readers not only understand his guile but also the differences between the original version of the song and the version in English for those who do not understand Italian.

Presentation

It toook courage to present Alla Fiera dell’est (At the Fair of the East), a piece of music inspired by Chad Gadya , a Jewish Passover chant of the 16th century. When he was making his presentation Angelo Branduardi probably could not have imagined the international audience his music would have.

We do not know if he was also inspired by the famous Scarborough Fair by the legendary American duo Simon and Garfunkel or by the British group Jethro Tull but like them Branduardi showed that, presented in the right way, medieval music still has a role to play in today’s world.

The original piece tells the story of the oppressors of the Jewish people during their Diaspora. In the hands of Angel Branduardi for the music and his wife Luisa Zappa, who wrote the words in Italian not only for this song but also for many of his hits, it almost seems like a child’s song but listening to the words closely the original message can be understood.

Angelo Branduardi was born in Milan in 1950 and loved music since he was a child. This love was such that at only 16 he graduated on the violin from the Conservatory in Genoa where he had moved a few months after his birth. Over the years he learnt to play many instruments and anyone who looks at the film clips of his concerts on YouTube will see his skill and talent not only with the violin.

The different fairs

The release of the album that took the name of Alla Fiera dell’est then had a follow up on Branduardi’s part that many other Italian singer songwriters could not or did not want to follow.

This album was translated into other languages, including English, French and German, and performed by Branduardi himself. For these foreign versions he found lyricists and poets who could express the messages of the songs in their languages.

Therefore we present two versions of this song. Obviously the first is the original with entertaining images that tell the song’s story.

The second is the English version “Highdown Fair” (as shown in the film clip above). The words perfectly reflect the rhythm of the Italian text and Branduardi truly sings very well in that language

Branduardi has sought for many inspirations for his music and not in Italy or the Jewish tradition. The beautiful and poignant Confessioni di un malandrino, “The Hooligan’s confession” in English, came from a poem of the same name by Russian poet Sergei Yesenin, just as the album Branduardi canta Yeats (Branduardi sings Yeats) shows he does not lack courage in presenting the poems of the great Irish poet William Butler Yates to the Italian public.

In 1979 he had a huge hit with Cogli la prima mela (Life is the only teacher) that is a hymn to enjoying life and to not lose the opportunities that present themselves which we introduce not only with the original lyrics but also with scenes from the Palio del Tributo event in Priverno in the Lazio region.

 

At that time he made major concert tours in Italy and abroad that were then transformed into a triple album with a number of pieces in other languages from the countries where he performed.

The Saint and the Pope

It would be banal to present Branduardi as a simple minstrel and his work over the years proof of this. The first proof is found in the Futuro Antico (Ancient future) albums in which he presents in a new way important pieces from the history of music over the centuries with eight albums over twenty years.

Furthermore, he contributed to films and TV series such as State buoni se potete potete (Be good if you can) which tells the life of Saint Philip Neri in which he also plays the role of an unusual character. This work earned him both the Davide di Donatello award for the best music and the Nastro d’argento award for the best musical score.

In 2000 Branduardi, together with his wife, put the life of Saint Francis of Assisi to music, including a musical version of the saint’s beautiful Cantico della Creature (Canticle of the creatures). In recognition of this work he had the honour of performing this work in the presence of Pope John Paul II. This album is also extraordinary for the participation  of some of the most important people of Italian music of the last 50 years, including Ennio Morricone, Franco Battiato (another cantautore who is not recognized enough overseas), Madredeus and Naples’ Nuova Compagnia di Canto Popolare.

In addition to his concerts, in recent years Angelo Branduardi has continued his ambitious projects and his latest album Il cammino dell’anima (The soul’s path) tells the story of the Benedictine Saint Hildegard von Bingen.

But Branduardi’s life also gives us a lesson we must learn if we want to promote Italian Culture around the world.

Lesson

As beautiful as the Italian language is and despite the fact that it is the fourth taught second language in the world, Italian speakers are not enough to promote our Culture, starting with the cantautori and then passing on to the poets and the authors who have also won Nobel Prizes for Literature

We can say the same about our cinema that we often do not manage to sell to much bigger markets because understanding them well requires having at least a good knowledge of our language.

In deciding to present his music in other languages, with the collaboration of lyricists and poets to ensure that the songs were still his with the same messages, Branduardi showed true astuteness for our Culture’s potential.

We always say that our Cultural heritage is the world’s largest but how can we promote it in the right and truly global way if we insist on the “purity” of promoting it mainly in our language? We can already imagine the protests of the “purists” but too many of them do not know the international market well.

Let us talk about the Italians around the world to give the most striking example. We know there are about 5 million of them registered in the AIRE (Register of Italians resident overseas) in the consulates and we presume they know our language. The Italian Foreign Ministry estimates the number of descendants of Italian migrants over more than a century and a half at about 85-90 million people (probably a modest estimate). So, let us ask ourselves, how many of them have sufficient mastery of our language to be able to truly appreciate the works, not so much of the Nobel Prize winners but at least our cantautori? We fear that the answer is few.

So let us take the astute minstrel as an example and let us present the works of our cantautori,  authors and poets to the world in formats that let the international public understand them. And not only in a limited way.

We must also present them in a way that encourages the international audience to want to learn our language to truly understand our Culture’s greatness. We must not be content with fourth place in the languages taught around the world but we must aim for first place.

If we truly care for the promotion of our Culture around the world let us start to think internationally and not insist that doing this only in Italian is enough. After all, we have nothing to lose and everything to gain.

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