Italiani nel Mondo
I Cantautori e la Morte – Italy’s Cantautori (singer songwriters) and Death
I Cantautori e la Morte
Benché il titolo potrebbe sembrare orribile a molti lettori, nei molti articoli in cui abbiamo trattato i cantautori nel corso degli anni, abbiamo visto come trattano l’amore, sarebbe uno sbaglio pensare che questa categoria importantissima di artisti veri non abbia trattato anche altri temi importanti della vita, compresa la Morte.
Infatti, i cantautori hanno trattato temi come l’ambiente, la guerra, che è il tema del prossimo articolo, e molti temi sociali perché quel che li rende veramente grandi è la loro capacità di rimanere sempre attuali con gli sviluppi nella nostra società.
Perciò abbiamo deciso di dedicare articoli non a cantautori singoli, bensì a temi particolari trattati da loro, perché nel trattare le loro canzoni avremo la possibilità di vedere come l’Italia è cambiata nel corso degli anni.
E per iniziare questa serie di articoli abbiamo scelto una tema che, come disse il grande statista americano Benjamin Franklin, “Nulla è certo tranne la Morte e le tasse”, allora dedichiamo questo articolo al destino che tutti noi ci aspettiamo, la Morte.
Nel trattare questi temi vedremo, anche in traduzione per i nostri lettori all’estero, non solo come siano i nostri cantautori grandi come musicisti e cantanti, ma in molti casi anche come poeti e vediamo questo già nel primo brano.
Questa è una delle canzoni d’amore più belle, e anche triste dell’ultimo secolo “La canzone di Marinella”, del grande Fabrizio de André, che è stata anche un grandissimo successo di colei che è probabilmente la nostra cantante di musica leggera più importante, Mina.
Anche in traduzione questa canzone fa capire la poesia del testo del cantautore genovese…
La canzone è solo apparentemente semplice, ma capiamo benissimo la solitudine di Marinella, e poi la sua gioia passeggera, che finirà poi nel fiume e l’amante che bussò alla sua porta per cent’anni nella speranza di vederla viva di nuovo.
Ma la vita è crudele e nessuno torna mai da quel destino a senso unico che rende l’addio così straziante.
Il secondo brano del cantautore milanese, poeta e anche insegnante di liceo classico di origini napoletane Roberto Vecchioni, non tratta direttamente la morte, ma la paura di uomo che ha ogni motivo di temerla, un soldato.
Il soldato festeggia la fine di una guerra, con la popolazione in festa per il pericolo scampato. Bruciano le divise dei soldati, e bevendo il vino e suonando la musica per festeggiare la vita che poco tempo prima era in pericolo.
Però, quel soldato vede tra la folla “quella nera Signora”, e teme che il suo destino stia per raggiungerlo. Va dal Re e chiede un cavallo per viaggiare verso la città di Samarcanda. E questa reazione è la prova che il soldato ancora temeva la morte sempre in agguato durante la guerra.
La canzone “Samarcanda” è stata ispirata dal romanzo dell’autore americano John O’Hara, “Appuntamento a Samarra”, a suo turno ispirato da una leggenda araba. Al posto del protagonista servo della versione originale, è un soldato che cerca di fuggire da quella donna “che mi guardava con malignità”.
Lo sforzo della corsa sul cavallo per evitare quella Signora sarà poi invano perché la trova in Samarcanda. Però, non è la Morte, ma una donna che lo aspettava in quella città per un appuntamento.
Difatti, il messaggio della canzone non è di spiegare l’impossibilità di evitare il destino finale, ma la corsa pazzesca nel deserto è la dimostrazione, spiegata poi da Vecchioni stesso che, “Ma non lo senti che è più forte la Vita della Morte?”
E questa canzone serve anche come introduzione della prossima canzone perché il violinista solista all’inizio della canzone è il cantautore Angelo Branduardi che ha scritto la canzone “Ballo in fa diesis major”.
In questa canzone Branduardi dimostra chiaramente tutto il suo amore per la musica medievale, ma l’ispirazione è più moderna.
“Sono io la morte e porto corona
Io son di tutti voi signora e padrona
E così sono crudele, così forte sono e dura
Che non mi fermeranno le tue mura “
Infatti, questa frase con cui la Morte si introduce fa parte di un rito dei Benandanti, una setta di sciamani e guaritori nei Friuli che utilizzava la musica e le danze per guarire i malati nel ‘500 e ‘600
Come si sente nel cambio del tono di voce di Branduardi, il popolo non risponde con paura, inchinando la testa per subire la morte, ma con un invito a divertirsi e per questo motivo il messaggio del brano è simile al messaggio di Vecchioni.
Bisogna godere la vita e non vivere intimoriti della morte in arrivo. E in questo, la scienza ci ha aiutato molto a superare questi timori perché la vita media oggi è molto, ma molto più lunga del passato. Senza dimenticare che tanti bambini non arrivavano nemmeno all’adolescenza, tanto meno all’età adulta, senza prendere in considerazione guerra e malattie che oggigiorno sono meno letali…
E questo messaggio di godere la vita finché potrai si trova anche nell’ultimo brano di questo articolo.
“Ridi buffone per scaramanzia,
Così la morte va via”
Con queste parole della canzone “Il Carrozzone” del cantautore romano Renato Zero capiamo il messaggio del Carrozzone che rappresenta la vita che deve fermarsi di tanto in tanto per fare scendere le anime destinate alla vita nuova che nessuno in questa vita ancora conosce.
E c’è solo un modo di poterlo fare.
Quindi i suoi re e regine, insieme al buffone di corte, devono godere la vita finché potranno, perché la vita continua quando la morte ti costringe a scendere
“Bella la vita, che se ne va,”, e con queste parole Renato Zero ci descrive alcune delle cose che rendono la nostra vita bella e di cui dobbiamo godere il più tempo possibile.
Allora la Morte non deve farci paura, è sempre con noi e dobbiamo continuare in ogni caso. E il bello di questi brani, come tutte le migliori canzoni dei nostri cantautori, è che non hanno bisogno di spiegazioni lunghissime.
Riescono a spiegarsi da sole, migliorando la vita, dandoci spunti per cambiare direzione quando ne abbiamo bisogno, oppure, come in queste quattro canzoni, facendoci capire che anche la tristezza e il lutto sono periodi passeggeri, se vogliamo veramente fare il massimo nello spazio di tempo che abbiamo su questa Terra.
Infatti, le forza dei cantautori è che descrivono ogni aspetto della nostra vita, dal più bello al più doloroso, ma nell’ascoltarli ci rendiamo conto che in questo modo ci aiutano a valorizzare ogni aspetto della nostra esistenza.
E nel prossimo articolo, tratteremo un aspetto legato intimamente con la Morte, la Guerra, e anche in questo tema, i nostri cantautori ci offrono brani importantissimi che tutto il mondo dovrebbe conoscere e non solo noi italiani.
Perciò abbiamo deciso di fare queste serie di articoli perché è ora che tutto il mondo conosca il talento che questo nostro paese produce, e il miglior modo di onorarli, e di ricordarli, nel caso di coloro che non ci sono più, è di fare conoscere le loro opere al mondo.
Italy’s Cantautori (singer songwriters) and Death
Although the headline may seem horrible to some readers, in the many articles in which we have dealt with the cantautori (Italy’s singer songwriters) over the years we have seen how they deal with love, but it would be a mistake thinking that this very important category of true artists has not also dealt with other major issues of life, including Death.
Indeed, the cantautori have dealt with issues such as the environment, war, the subject of the next article, and many social issues because what makes them truly great is their capacity to always be relevant and with developments in our Society.
So, we have decided to dedicate articles not to individual cantautori, but rather with specific issues they have dealt with because in dealing with their songs we will have the opportunity to see how Italy has changed over the years.
And to start the series of articles we have chosen an issue that, as the great American statesman Benjamin Franklin said, “Nothing is certain except Death and taxes” and so we dedicate this article to the Fate we all expect, Death.
In dealing with this issue we will see, even in translation for our overseas readers, not only how great they are as musicians and singers, but in many cases even as poets, and we see this already in the first song.
This is one of the most beautiful, and saddest, love songs of the last century “La canzone di Marinella” (Marinella’s song) by the great Fabrizio de André, which was also a huge hit by who is probably the most important songstress of our pop music, Mina.
Even in translation, this song lets us understand the poetry of the lyrics of the cantautore from Genoa…
The song is only apparently simple, but we understand very well the loneliness of Marinella, and then her fleeting joy which will end when she finishes in the river, and the lover who knocked on the door for a century in the hope of seeing her alive once more.
But life is cruel, and nobody ever returns from that one-way fate that makes goodbyes so heart breaking.
The second song by the Milanese cantautore, poet, and also high school teacher of Neapolitan origins Roberto Vecchioni does not deal directly with Death, but the fear of a man who has every right to dread it, a soldier.
The soldier celebrates the end of a war, with a population celebrating the danger averted. They are burning the uniforms of the soldiers, and drinking wine and playing music to celebrate life that only a short time earlier was in danger.
But that soldier sees amongst the crowd “that woman in black” and fears that his Fate is about to catch up with him. He goes to the King and asks for a horse to travel to the city of Samarkand. And that reaction is proof that he still fears Death that is always lurking in war.
The song “Samarcanda” (Samarkand) was inspired by the novel “Appointment in Samarra” by the American author John O’Hara, which in turn was inspired by an Arab legend. Instead of a servant as the protagonist in the original version, the protagonist is a soldier who tries to flee from that woman who “looked at me with malice”.
The effort of riding his horse to avoid the Lady will be in vain because he finds her in Samarkand. But she is not Death, she is a women awaiting him for an appointment in that city.
In fact, the song’s message is not to explain the impossibility of avoiding the final Fate, but the wild dash in the desert is the demonstration that, as Vecchioni himself later explained when he asked, “But don’t you feel that Life is stronger than Death?”
And this song also serves as an introduction to the next song because the solo violinist at the start of the song is the cantautore Angelo Branduardi who wrote the song “Ballo in fa diesis major” (Dance in F sharp major).
In this song Branduardi shows all his love for medieval music, but the inspiration is more modern.
“I am Death, and I wear the crown,
I am the Lord and Master of all of you,
And I am so cruel, powerful and harsh,
That your town’s walls will not stop me”
In fact, this phrase with which Death introduces itself is part of the rites of the Benandanti, a sect of shamans and healers in the Friuli region that used music and dances to heal the sick in the 16th and 17th centuries .
As can be heard in the changes of tone in Branduardi’s voice, the population does not respond with fear, bowing their heads in submission to Death, but with an invitation to have fun and for this reason the song’s message is like Vecchioni’s message.
Life must be enjoyed and not to be lived in fear of coming death. And in this science has helped us a lot to overcome these fears because the average life span today is much, much longer that in the past. Without forgetting that many children did not reach adolescence, let alone adulthood, without taking into consideration war and disease that today are innocuous…
And this message of enjoying life while you can also be found in the last song of this article.
“Laugh jester so as not to tempt Fate,
So, Death will go away”
(Editor’s note, the video mistranslated the first part of the quotation)
With these words of the song “Il Carrozone” (The Bandwagon) by the Roman cantautore Renato Zero we understand the message of the “Bandwagon” that represents Life that must stop from time to time to bring down the souls destined to a new life that nobody alive knows yet.
And there is only one way to be able to do so.
So, its kings and queens, together with the court jester, must enjoy life as long as they can because Life continues when Death forces you to get off.
“Beautiful is life that goes away”, and with these words Renato Zero describes for us some of the things that make our lives beautiful and that we should enjoy as much as possible.
So, Death need not frighten us, it is always with us, and we must continue anyway. And the wonderful thing of these songs, like all the best songs of our cantautori, is that they do not need very long explanations.
They explain themselves on their own, improving our lives, giving us cues to change direction when we need to, or, as in these four songs, they let us understand that even sadness and mourning are passing phases and that we really must make the most of the time we have on this Earth,
Indeed, the strength of the cantautori is that they describe every aspect of our lives, from the most beautiful to the most painful, and when we listen to them, we realize that in this way we appreciate every aspect of our existence.
And in the next article we will deal with an issue intimately linked to Death, War, and even in this issue, our cantautori give us very important songs that all the world should know and not just us Italians.
This is why we have decided to write this series of articles because it is time the whole world knows the talent our country produces, and the best way to honour them, and to remember the ones who are no longer with us, is to make their works known to the world.