Italia
Glauco Cartocci ed il mondo dei Beatles

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Intervista a Glauco Cartocci
Di Francesca Rossetti
Glauco Cartocci, già autore del fortunato libro “Il caso del doppio Beatle” relativo la presunta morte di Paul McCartney avvenuta nel lontano 1966 e la sostituzione con un sosia, ha da poco pubblicato un nuovo libro sul quartetto di Liverpool: a lui la parola.
Chi è Glauco Cartocci e come nasce la passione per la storia dei Beatles?
“Sono un loro appassionato fin dal 1965: mi piacerebbe dire “fin dalla nascita” ma mi accontento. In realtà fino al 2004 mi limitavo a fruire della loro musica, poi mi dedicai a un’indagine approfondita sul Mistero “Paul Is Dead” che sfociò nella pubblicazione di un libro abbastanza noto, che ha avuto ad oggi 7 edizioni e ha coinvolto un gran numero di interessati. Il Libro è “Paul Is Dead (?) Il Caso del Doppio Beatle” edito dalla Robin. E’ una delle pochissime pubblicazioni al mondo riguardante quel tema, e ritengo di poter affermare che è il più completo ed esaustivo. Successivamente ho pubblicato una raccolta di racconti “rock” e un “Rock-Thriller”. Solo ora mi riaffaccio nel campo della saggistica, col nuovo libro sui “Fab 4”.
Di che cosa parla ” I Beatles nello spirito del tempo” e quali aspetti inediti emergono del quartetto di Liverpool?
“Il libro spiega come, nei decenni, i Beatles siano divenuti, da persone reali, dei Personaggi (con la P maiuscola) facenti parte dell’Immaginario Collettivo; ovvero quell’insieme di simboli e concetti presenti nella Memoria della nostra Società. In altri termini, quelli che erano (e sono) individui reali, viventi nella cronaca, sono transitati nella Leggenda. In questo processo si sono anche perse, o modificate, molte delle loro caratteristiche effettive, per renderli astrazioni, quattro caratteri simbolici, “archetipi”. Detta così sembra un concetto molto “pesante” e filosofico, ma vediamola in modo più semplice: i Beatles agiscono costantemente in ogni campo della cultura, come riferimento.
Articoli, trattati, racconti, Innumerevoli libri li citano come riferimenti epocali, inserendoli – con le loro canzoni – nel contesto.
Sceneggiature per il teatro, musical e rappresentazioni; Film, ma non solo semplici documentari. Pellicole con i Beatles come protagonisti della narrazione, dalle trame parzialmente o totalmente inventate, fiction, cartoni animati. Sit-com e telefilm, fumetti, performance di ogni tipo, perfino spettacoli di burattini li usano come soggetto. Si organizzano mostre di pittura, con la partecipazione di professionisti o semplici dilettanti, incentrate sul tema “Beatles”. Le loro canzoni vengono riproposte in dialetto napoletano, o tradotte virandole in poesia romanesca. Persino libri di cucina o di economia arrivano a utilizzare i Beatles e la loro produzione come aggancio. Incredibile a dirsi, esistono addirittura trattati a tema religioso che discutono sulla loro influenza nel campo etico e dei costumi. Per non parlare di tutte le bizzarrie della Rete, in cui i Quattro di Liverpool sono spessissimo protagonisti. Non si può dire che questi siano “aspetti inediti” o scoop, ma è la prospettiva ad essere nuova, il modo di leggere il loro fenomeno. Ognuno di noi ha un film che ama, e ha visto parecchie volte, ma magari non ricorda che in esso vengono citati i “Fab Four”; oppure che in una serie TV cult i Beatles siano un riferimento ricorrente. Sono certo che ogni lettore, dal neofita al Beatles-fan incallito ed esperto, troverà in questo libro aspetti interessanti e bizzarri che non conosceva, o ritroverà molte cose già osservate che non ricordava.”
Come sono state raccolte le notizie e quali sono le fonti maggiormente attendibili sulla storia del gruppo?
“Molte cose le ricordavo, le ho sempre sapute. Poi, oltre a basarmi sui testi più blasonati, come i libri di McDonald, Lewison etc, mi sono avvalso di una forte collaborazione da parte dei miei amici di Facebook, dove ho una pagina, il “Club di GC”. Ogni giorno, mentre scrivevo, mi arrivavano segnalazioni di questo o quell’altro film in cui venivano citati i Beatles, o gli innumerevoli episodi delle Fiction o Serial TV. Infine, molti riferimenti ai Beatles comparivano in Rete di continuo, anche ispirati da fatti di attualità. Diciamo che i Nostri sono onnipresenti, oggi molto più che negli anni 70-80.”
Quali episodi particolari sono riportati nel libro e quale ruolo ha rivestito Yoko Ono all’interno del quartetto?
“Non essendo una cronaca, non riporto episodi particolari, ma effettuo un’attenta ricostruzione delle vicende posteriori allo scioglimento, con il continuo cambio di “percezione” da parte del pubblico. I Beatles per un decennio vengono sentiti come un gruppo “importante ma vecchio”, poi, dalla morte di Lennon in poi – nel ventennio 1981-2001 -gradualmente, entrano nella leggenda. Il libro ripercorre (nei capitoli iniziali) proprio questo divenire. Quanto a Yoko, è importante per la mia argomentazione il “sotto-Mito nel Mito” della coppia Lennon-Ono. Non è un mito dirompente come quello della band, ma è interessante comunque, come dinamica di coppia molto particolare, a fianco (e in alcuni casi “contro”) la band stessa.”
A quali altri personaggi famosi dell’epoca è possibile rapportarli e quali valori hanno trasmesso ai fan?
“Tralasciando personaggi storici o leader politici, oserei dire che nessuno riveste un’analoga posizione nell’immaginario della gente. Alcuni ci si avvicinano, ma alla lontana: Hendrix, Michael Jackson, Morrison e Presley, forse Dylan e Madonna. Nel cinema viene da pensare a Chaplin, la Monroe, Laurel e Hardy, Bogart, James Dean o Brando, poi Woody Allen, ma il paragone con gli attori del grande schermo è falsato a priori dal fatto che costoro interpretano – di regola – dei personaggi, quindi non è facile capire chi sia l’icona (Chaplin o Charlot? Connery o Bond?). Nel campo musicale, invece, non esiste tale ambiguità: se una “persona” diviene Personaggio, lo fa sotto il suo vero nome. Nessun gruppo rock, comunque, è diventato un’icona mondiale, proprio in quanto “gruppo”, insieme di caratteri: non certo gli Stones, né gli Who, i Pink Floyd, i Led Zeppelin o gli U2. Anche se queste band contano moltissimi ammiratori, spesso l’attenzione è focalizzata sul leader, o su un paio di elementi; e sono ben pochi, nel pubblico, quelli che conoscono bene i nomi, le storie, la personalità di ogni singolo componente della band. Al di là di gusti musicali e preferenze, bisogna farsene una ragione: ad oggi, gli unici “favolosi” (“Fab”) – in senso letterale – sono loro. Mai appellativo fu più profetico. Forse era lo “Spirito del Tempo” che soffiava in quel momento e in quel posto preciso, e aveva necessità di alcuni corpi in cui incarnarsi. Le immagini, le frasi dei Beatles, le parole delle loro canzoni hanno, negli anni, acquisito una valenza universale. Io sono grato ai Beatles per avere cambiato la mia vita e quella di tanti miei coetanei. Siamo stati fortunati a vivere nella loro epoca. Difficilmente si ripeterà, in futuro, un fenomeno del genere.”