Attualità
Cibo e Santi, ogni giorno un piatto legato al Santo che si festeggia

Ad ogni Santo sul calendario è legato anche un piatto della nostra cucina e ne parliamo con l’esperta Romana Cordova che ha da poco pubblicato un libro in materia.
Di Francesca Rossetti
Sul calendario di Frate Indovino che teniamo appeso in cucina e su altri simili, oltre alle fasi lunari ed ai consigli per gli agricoltori, a fianco di ogni giorno è riportato il nome del Santo che si festeggia, ottimo promemoria per ricordarsi l’anniversario di amici e parenti. Non tutti però sanno che ad ogni Santo è legato anche un piatto della nostra cucina e ne parliamo con l’esperta Romana Cordova che ha da poco pubblicato un libro in materia.
Chi è Romana Cordova e come nasce l’idea di un libro sul cibo e i Santi?
Sono redattore per un magazine online di cucina e per uno di informazione religiosa. L’idea di scrivere “Il cibo e i Santi” è nata dopo aver condotto per 3 anni una trasmissione radiofonica su RadioMaria proprio su questi temi.
Come è strutturato e in che modo ogni cibo è abbinato ad un Santo?
È stata fatta una selezione di 40 Santi e 40 ricette, ognuna dedicata o associata tradizionalmente al Santo corrispondente. Il libro è strutturato con un breve excursus sulla vita del Santo e subito dopo la storia del piatto e di seguito la ricetta.
Alcuni sono piatti che sono stati dedicati per esprimere la devozione popolare, altri hanno legame con la vita del Santo, ad esempio venivano preparati o mangiati dal Santo stesso.
Ci sono Santi di epoche antiche, ad esempio dei primi secoli, ma anche altri contemporanei.
Oltre ai Santi ogni piatto è legato anche ad una festa o ad una città in particolare?
Alcune pietanze sì, sono legate ad una località specifica e sono state ideate nel corso del tempo per rendere omaggio a un Santo in occasione della sua memoria liturgica o per ringraziamento.
I dolci di Natale e Pasqua
Nel libro non tratto cibi in riferimento specifico a Natale o Pasqua, ma ci sono, per esempio, gli Speculaas di San Nicola, biscotti tipici del periodo prenatalizio.
Come si collegano gastronomia e mondo religioso?
Nella tradizione della Chiesa nei secoli scorsi c’erano i periodi di magra in corrispondenza della Quaresima e dell’Avvento, cioè ai periodi di preparazione alle grandi feste liturgiche, vissuti in spirito penitenziale, per cui molti cibi venivano esclusi (quelli che un tempo erano espressione di lusso come la carne o i grassi e gli zuccheri) e altri che venivano consentiti (come ad esempio il pesce) perché più leggeri e rappresentavano così un senso di moderazione. Comunque questi temi non sono affrontati nel libro.
Nel libro sono riportati piatti tipici dei monasteri soprattutto di clausura e provenienti dalla campagna ed episodi storici su cibo e Santi, ad esempio le castagne dell’estate di S. Martino (11 novembre)?
Sì, sono presenti varie ricette nate nei monasteri e in qualche caso piatti ideati anche da qualche Santo all’interno dei conventi e riferimenti a usi e tradizioni popolari legate ad un determinato Santo, come nel caso di San Martino.