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Diritti umani

Bakhita: da schiava a santa protettrice delle vittime della tratta

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Santa Giuseppina Bakhita, eroina quanto mai attuale canonizzata da Papa Giovanni Paolo II il primo ottobre 2000

di Dario De Camillis

L’otto febbraio ricorre la memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, la Santa africana che ha una storia a dir poco avventurosa.

Nasce nel 1869 in un villaggio del Sudan, dove, all’età di sette anni, viene rapita dai mercanti di schiavi.

Il trauma le fa perdere la memoria, infatti, il nome Bakhita (fortunata in arabo), le viene imposto dai suoi carcerieri.

Dopo molte peripezie, durante le quali viene venduta varie volte e sottoposta a indicibili torture (tra cui la scarificazione rituale), finisce finalmente sotto l’ala protettrice dell’allora console italiano in Sudan, Callisto Legnani, che la acquista sin da subito con l’intento di renderle la libertà, come aveva fatto già in passato con altre ragazze che avevano subito un destino analogo.

Purtroppo, però Bakhita, come sappiamo, aveva perso la memoria e non sapendo dove andare rimane al servizio del console, affrancata dalla schiavitù, col ruolo di bambinaia.

L’incontro con la fede 

Per tre anni, a causa dei continui spostamenti del suo benefattore viene lasciata, con la bambina che accudisce, in affidamento presso l’Istituto dei Catecumeni in Venezia, gestito dalle Figlie della Carità, durante quel periodo avrà modo di avvicinarsi alla fede.

Al ritorno del console questa non vuole più seguirlo né rimanere al suo servizio.

Nonostante il tentativo di quest’ultimo di trattenerla senza successo per le vie legali, il tribunale le riconoscerà pieno diritto di scelta.

La scelta di prendere i voti

Dopo aver preso i voti, per ben 45 anni sarà cuoca, sacrestana e soprattutto portinaia del convento di Schio, dove imparerà a conoscere la gente e a catturarla per la sua bontà e la sua gioia di vivere.

Diventa per tutti la “moreta”, la suora di cioccolata che i bambini tentano sempre di assaggiare.

La sua vita ha anche ispirato vari libri e una miniserie televisiva mandata in onda dalla RAI nel 2009.

Muore l’8 febbraio 1947 a causa di una polmonite.

Avrà modo di dire: «Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita e anche quelli che mi hanno torturata, mi inginocchierei a baciare loro le mani, perché, se non fosse accaduto ciò, non sarei ora cristiana e religiosa».

Il primo ottobre 2000 viene canonizzata da Papa Giovanni Paolo II con il nome di Santa Giuseppina Bakhita, come protettrice contro la tratta di esseri umani.

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