Ambiente & Turismo
Attivisti dell’ambiente: ‘predicano bene’ praticando condotte vandaliche

Sempre più spesso gli attivisti dell’ambiente, per essere ascoltati, commettono atti di vandalismo ai danni di opere d’arte di inestimabile valore, rendendosi colpevoli di reati che non meritano di restare impuniti
di Giordana Fauci
Non poco scalpore continuano a suscitare le azioni vandaliche poste in essere dagli attivisti dell’ambiente, convinti di attirare l’attenzione mondiale sul tema della lotta ai cambiamenti climatici danneggiando opere d’arte di inestimabile valore e, così, rendendosi colpevoli di reati che non meritano di restare impuniti.
Oltretutto, si è avuto modo di notare che tanti e tali vandalismi non sono più sporadici bensì coordinati. Invero con azioni che avvengono in ogni parte del mondo, come se si trattasse di vere e proprie azioni coordinate.
…Azioni che non possono non inorridire sia gli amanti dell’arte ma non solo.
Perché si tratta di dimostrazioni che affrontano in modo sbagliato un problema che è, senza dubbio, di vitale importanza per ognuno di noi. Nessuno escluso!
Perché l’ambiente Terra che così generosamente ci ospita, è stato irrimediabilmente danneggiato dall’uomo.
Tuttavia, anche a fronte di tali gravità, le azioni vandaliche degli attivisti non meritano di essere tollerate, visto che altrettanti danni cagionano, seppur ad altro ambiente… Quello artistico!
E seppur è vero che gli attivisti utilizzano prodotti che, nella maggior parte dei casi, non andranno ad arrecare danni irrimediabili alle opere imbrattate, è ancor più vero che le loro azioni comportano, in ogni caso, non poche conseguenze e, finanche, costi per la pulizia di quelle stesse opere, laddove si è avuta la fortuna di non danneggiarle irrimediabilmente, si intende!
Ecco perché non si è potuto fare a meno di introdurre nel nostro Ordinamento Giuridico nuovi reati, al fine di evitare che azioni tanto turpi continuassero a rimanere impunite.
Non a caso l’elenco delle opere danneggiate dai gruppi di attivisti più noti quali Just Stop Oil, Extinction Rebellion ed Ultima Generazione si allunga sempre più.
Perché questi attivisti hanno erroneamente ritenuto il solo dialogo insufficiente alla risoluzione del problema. Dunque, anziché limitarsi a scendere nelle Piazze di tutta Europa – come ha fatto e continua ancor oggi a fare Greta Thunberg – hanno preferito mettere in scena veri e propri atti dimostrativi in difesa dell’ambiente e del Pianeta.
E se è vero che le loro richieste sono – e restano – “sacrosante”, visto che intendono dare seguito alle parole della scienza e degli scienziati, impegnati – ed, anzi, preoccupati ed allarmati – dagli esiti sugli studi sul clima, è ancor più vero che non si può pensare di risolvere il problema Ambiente e Mondo creandone altri, altrettanto seri e gravi.
Perché l’idea di sensibilizzare il tema dell’ecologia in modo tanto irriverente e irrispettoso verso altro Ambiente e Mondo, quale è quello straordinario dell’arte, non ha alcun senso.
Del tutto ridicolo, quindi, pensare di continuare ad imbrattare quadri per parlare di ambiente!
Perché ci sono sedi e momenti più opportuni per affrontare il tema.
…Un tema che, affrontato in modo così vandalico, rischia altresì di “rovinare” per sempre la “fedina penale” di giovani, viste le nuove e più severe figure di reati introdotte in Italia ma, ad onore del vero, nel mondo intero.
Verrebbe da dire, impossibile restare impassibili!
Perché i danni sono fin troppi!
Il primo è stato commesso il 29 maggio 2022, al Louvre di Parigi, quando un gruppo di giovani attivisti al grido di “Salviamo il Pianeta” ha lanciato una torta sulla Gioconda di Leonardo da Vinci. E se nessuna conseguenza ha riportato il prestigioso quadro – dal momento che è protetto da un vetro blindato – resta da considerare che rilevanti danni ha, di contro, subito la preziosa cornice dell’opera.
Il secondo atto è stato commesso pochi mesi dopo, nel luglio 2022, presso alcuni musei inglesi presi di mira dagli attivisti di Just Stop Oil, che si occupano di combattere l’uso e l’abuso di combustibili fossili: ad essere colpite sono state, dunque, la Courtauld Gallery di Londra e la Manchester Art Gallery; mentre alla National Gallery della capitale inglese altri attivisti sono arrivati ad incollarsi al quadro The Wain di John Costable, cagionando danni alla stessa opera.
Per quel che concerne l’Italia, il 22 luglio gli attivisti hanno agito nella Sala Botticelli degli Uffizi, a Firenze, appendendo uno striscione con la scritta “Ultima Generazione – No Gas, No carbone” per, poi, incollarsi al dipinto La Primavera di Botticelli, per fortuna protetto da un vetro.
Né si può dimenticare quanto accaduto pochi giorni prima, in Toscana, in provincia di Lucca, dove altri ambientalisti si sono incatenati con un lucchetto ad una balaustra del Teatro Puccini di Torre del Lago, durante l’intervallo dello spettacolo Madama Butterfly.
E, ancora, per restare in Italia, non si può non rammentare l’evento del 3 luglio, quando alcuni esponenti di Ultima Generazione si sono incollati alla struttura che sorregge la scultura Forme Uniche della Continuità nello Spazio di Umberto Boccioni, ospite presso il Museo del ‘900; mentre il 18 agosto ai Musei Vaticani due ragazzi appartenenti allo stesso gruppo si sono legati alla base della statua di Laocoonte e, tre giorni dopo, hanno preso di mira la Cappella degli Scrovegni, nella città di Padova.
L’elenco, a dire il vero, è ancor più lungo per il nostro Bel paese.
Così, ad ottobre dello scorso anno, i telegiornalisti ed i giornali internazionali hanno iniziato a parlare con più insistenza di questa forma di attivismo, soprattutto dopo che 14 militanti ecologisti hanno osato lanciare una zuppa contro il quadro I Girasoli di Vincent Van Gogh, ospitato presso la National Gallery di Londra.
E l’attenzione non è venuta meno anche successivamente, quando analoghe azioni vandaliche sono state commesse dapprima ai danni de Il pagliaio di Monet, conservato presso il Museo Barberini di Postdam, in Germania, vilmente danneggiato dal lancio di un purè di patate e, in seguito, ai danni de La ragazza con l’orecchino di perla di Vermmer, presso il Museo Mauritshuis dell’Aja; senza dimenticare quanto accaduto a Il Seminatore al Tramonto di Van Gogh, in mostra a Roma, all’interno di Palazzo Bonaparte, sul quale gli attivisti hanno avuto l’ardire di lanciare una zuppa di verdure.
Ma di episodi sì vergognosi ve ne sono stati molti altri: quello commesso presso il Prado di Madrid, dove alcune giovani donne si sono incollate alle cornici dei dipinti di Francisco Goya Maja Desnuda e Maya Vestida non meritano di essere dimenticate.
Ovviamente ciascuno dei ragazzi coinvolti non ha potuto fare a meno di difendersi, facendo emergere che, nella maggior parte dei casi, non si tratta di atti volti a danneggiare irrimediabilmente le opere e il patrimonio artistico.
Ma sta di fatto che, seppur in modo lieve, i danni non sono da poco, visto che riguardano opere di inestimabile valore e la cui pulizia, indubbiamente, comporta costi a dir poco esorbitanti.
“Il nostro non è vandalismo; è il grido di allarme di cittadini disperati e che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e con esso della propria vita…”: questo ha sostenuto uno dei tanti che ha, poi, concluso: “Le opere d’arte imbrattate per l’ambiente diventano l’urlo di dolore della stessa Terra e di noi con Lei…”.
Certo è che, al di là di cotanti pensieri, gli atti di questi giovani non sono altro che evidenti ed incontestabili reati vandalici che, perciò, meritano di non restare impuniti.
Per questo il 3 marzo del 2022 la Camera ha introdotto “Nuove Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”, approvate presso il Senato, seppur dopo lievi modifiche, il 14 dicembre scorso.
Il Parlamento, in effetti, non ha potuto non essere concorde sulla necessità di inasprire le pene da adottare verso coloro che si rendono responsabili di danni al patrimonio artistico.
Perciò chi devasta e danneggia beni culturali, musei, monumenti ed aree protette rischia ora la reclusione fino a 10 anni, oltre a multe oltremodo “salate”: questo stabilisce il Titolo VIII Bis del Codice Penale sui Delitti contro il Patrimonio Culturale, negli articoli dal 518 bis al 518 octiesdecies appena introdotti.