Diritti umani
UNICEF: massima attenzione e tutela ai minori migranti e rifugiati bloccati in Grecia
Oltre 22.000 bambini migranti e rifugiati bloccati in Grecia; tra questi: 2.000 minorenni non accompagnati o separati
7 aprile 2016 – Dall’entrata in vigore dell’accordo UE-Turchia (lo scorso mese) oltre 22.000 bambini migranti e rifugiati sono rimasti bloccati in Grecia e devono far fronte ad un futuro incerto, quando non persino a forme di detenzione. I bambini non accompagnati o separati sono la categoria più a rischio e rappresentano circa il 10% della popolazione migratoria minorile presente attualmente in Grecia: se ne stimano circa 2.000, ma non tutti sono registrati. Fra gennaio e metà marzo di quest’anno, in Grecia sono stati registrati 1.156 minorenni non accompagnati, con un incremento del 300% rispetto al medesimo periodo del 2015. Mentre prosegue il processo di rinvio dei migranti e dei rifugiati dalle isole greche verso la Turchia, in applicazione del recente accordo tra Unione Europea e Turchia, l’UNICEF ricorda il dovere degli Stati di prendersi cura e proteggere tutti i bambini e di offrire loro una possibilità equa e piena di essere ascoltati al momento di prendere decisioni sul loro futuro. L’UNICEF plaude alla nuova norma entrata in vigore in Grecia lo scorso 4 aprile, che esenta dalle cosiddette “procedure frontaliere straordinarie” o rinvii una serie di categorie particolarmente vulnerabili: i minorenni non accompagnati o separati dagli adulti, quelli con disabilità, le vittime di traumi, le donne in gravidanza e quelle che hanno partorito da poco. Tuttavia, occorre fare molto di più. L’UNICEF chiede che siano messi in atto procedimenti per determinare il superiore interesse per ciascun minorenne e che siano soddisfatti i bisogni basilari di tutti i bambini: un alloggio adeguato, assistenza medica e protezione da sfruttamento o tratta, in linea con quanto prevedono il diritto internazionale e le norme europee. I bambini hanno ragioni specifiche per avere diritto alla tutela internazionale: è il caso ad esempio di quelli che fuggono dall’arruolamento o da matrimoni forzati. La Commissione Europea ha preso l’impegno che i rinvii verso la Turchia saranno effettuati in accordo con il diritto internazionale e con le normative UE. «Qualsiasi decisione su ogni minorenne, che sia un neonato o un adolescente, con o senza famiglia, dev’essere guidata dal principio del superiore interesse del bambino» afferma Marie-Pierre Poirier, Coordinatore UNICEF per la crisi di migranti e rifugiati in Europa. «Bisogna che questi bambini siano ascoltati. Una decisione sbrigativa di rimandarli indietro può significare gettarli nuovamente in uno scenario di terrore e violenze.» La capacità delle strutture greche di accogliere e tutelare i minorenni non accompagnati è al limite del collasso. In mancanza di alloggi adeguati, molti di essi sono ospitati in centri di “custodia protettiva temporanea”, di fatto centri di detenzione, in ambienti chiusi all’interno di posti di polizia, e per periodi non brevi. «Siamo preoccupati per le notizie di minorenni che vengono reclusi a causa del loro status di migranti. Fuggire da una guerra e cercare di sopravvivere non può mai essere considerato un reato» ribadisce Marie-Pierre Poirier. Nel corso di questa settimana, i partner dell’UNICEF hanno monitorato al porto di Dikili, nella provincia turca di Izmil, i primi rinvii provenienti dalle isole greche. L’UNICEF continuerà ad offrire assistenza umanitaria, cooperando strettamente con le autorità turche. Attualmente la Turchia ospita oltre 2,7 milioni di rifugiati siriani. L’UNICEF è impegnato ad aiutare i bambini e le famiglie siriane rifugiate all’estero fin dal 2012. Nel solo 2015 l’UNICEF, collaborando con governi e società civile di diversi paesi, ha garantito istruzione, protezione e servizi di base per oltre 400.000 bambini siriani rifugiati.
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