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UNICEF: allarme per le morti di rifugiati e migranti nel Mediterraneo

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Una media di 1000 minorenni non accompagnati al mese sono arrivati quest’anno

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30 maggio 2016 – L’UNICEF esprime preoccupazione per il numero di migranti e rifugiati morti nel corso della scorsa settimana nel Mediterraneo centrale, molti dei quali ritenuti minorenni non accompagnati. In previsione del forte incremento che si verificherà durante l’estate del numero di bambini migranti che utilizzeranno la pericolosa rotta tra la Libia e l’Italia, l’UNICEF a breve inizierà un’operazione con il Governo italiano e i suoi partner  per dare supporto nella protezione. La stragrande maggioranza dei bambini che utilizzano questa rotta, sono adolescenti non accompagnati, che hanno affrontato terribili abusi, sfruttamenti e hanno rischiato la vita in ogni fase del loro viaggio. “Le storie che ho personalmente sentito da bambini che hanno fatto questo viaggio sono terribili. Nessun bambino dovrebbe affrontarle. Le loro vite sono nelle mani di trafficanti a cui interessano solo i soldi che  possono estorcere loro”, ha detto Marie-Pierre Poirier, Coordinatore speciale UNICEF per la crisieuropea dei rifugiati e dei migranti. Una media di 1000 minorenni non accompagnati al mese sono arrivati quest’anno in Italia, ma l’UNICEF si aspetta che questa cifra aumenti nei prossimi mesi.  Sulla base di un accordo siglato la scorsa settimana al Viminale, l’UNICEF sosterrà il Governo italiano in alcune attività: dal  monitoraggio  degli standard di accoglienza dei minorenni migranti e rifugiati – soprattutto quelli non accompagnati, alla verifica delle condizioni di vita dei minorenni migranti nei Centri di accoglienza presenti in Sicilia, Calabria e Campania; inoltre l’UNICEF promuoverà il monitoraggio delle attività a sostegno della prima integrazione e dell’inclusione sociale dei bambini e degli adolescenti migranti e rifugiati. “Non possiamo più tollerare la continua perdita di vite umane. Dobbiamo assicurare a tutti i bambini migranti e rifugiati assistenza e protezione, ma soprattutto un futuro. Non possiamo avere sulla coscienza il rischio di una generazione perduta”, ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia.

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