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Storia, Arte e Memoria ad Ether il Quinto Elemento va in scena la salvaguardia della bellezza, come specchio dell’umanità

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Ether il quinto elemento, nella  sua nuova conversazione ha voluto incontrare Luca Nannipieri, uno dei critici d’arte italiani più stimati e riconosciuti anche all’estero

di Isabel Russinova

Ether, il quinto elemento, il podcast di intrattenimento culturale tutto al femminile, che potete seguire sulla piattaforma  Canale Europa, la più grande piattaforma di tv web, che conduco dall’aprile del 2020 assieme a Tiziana Primozich e Macri Martinelli Carraresi, rispettivamente direttrice e redattrice del web magazine  The Daily Cases,  la testata giornalistica aperta anche agli italiani all’estero, partner di  Ether il quinto elemento, nella  sua nuova conversazione ha voluto incontrare Luca Nannipieri, uno dei critici d’arte italiani più stimati e riconosciuti anche all’estero, divulgatore, scrittore, operatore culturale che ha tenuto conferenze nei maggiori musei,  dalla  Pinacoteca di Brera, ai Musei  Capitolini,  al Parco archeologico  di Pompei e in molte altre eccellenze internazionali.  Luca Nannipieri è anche fondatore di “Casa Nannipieri arte”, attraverso la quale ha realizzato pubblicazioni e mostre tra le più amate dal pubblico. Nannipieri, che scrive anche su diverse importanti testate italiane come Il Giornale, ll Resto del Carlino, il Corriere della Sera, è stato insignito di molti riconoscimenti come, ad esempio, il Premio arte per la critica, al Gran Galà Arte Cinema e Imprese, Fondazione Mazzoleni, durante la 75° Mostra del Cinema di Venezia (2018).

ECCO IL LINK DELL’INCONTRO

 

Nannipieri ha concentrato buona parte del suo impegno professionale alla salvaguardia e protezione dell‘arte attraverso, la divulgazione della memoria, l’impegno di ricerca sul campo e documentando il contrabbando di opere d’arte saccheggiate in Medio Oriente e Africa, dove si è assistito ad un vero e proprio scempio di opere trafugate, proposte e vendute anche semplicemente attraverso i canali social.  Ecco alcune delle sue interessanti pubblicazioni a riguardo, L’arte del terrore (allegato al quotidiano Il Giornale), L’arte del terrorismo, sulla distruzione islamica del patrimonio storico artistico, (Rubettino editore) e Capolavori rubati (Skira edizioni).  E’ davvero vasta la produzione letteraria di Nannipieri, sono molte le sue pubblicazioni, eccone soltanto alcune tra le tante, Il grande spettacolo dell’arte, raccolta di oltre 200 dei suoi interventi su Il Giornale, Libero e Panorama (2018), Raffaello (Skira edizione 2020).     Assieme a Carla Guiducci Bonanni, direttrice storica delle maggiori biblioteche italiane, Nannipieri ha scritto anche il volume La memoria e il futuro dei libri. Tra gli artisti italiani di cui si è occupato possiamo ricordare il pittore, scultore e scenografo Giacomo Balla (Torino 1871- Roma 1958), esponente di spicco del Futurismo, Keith Haring pittore e writer statunitense (Reading 1958, N Y. 1990) e lo scultore contemporaneo, astratto, il veneziano Gianfranco Meggiato (Venezia 1963).

L‘ultima fatica di Nannipieri, presentata lo scorso autunno al Senato della Repubblica, A cosa serve la storia dell‘arte è stato tradotto e pubblicato in Francia dalla casa editrice Editions L’Harmattan e distribuito in tutte le librerie francesi. In A cosa serve la storia dell’arte, Luca Nannipieri, che ha incentrato la sua riflessione sul rapporto, persona, comunità e patrimonio storico artistico, riflette sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d’arte, mettendo a confronto il suo pensiero, non solo con i punti di riferimento della disciplina, ma anche con l’opinione dei direttori storici di alcuni dei più autorevoli musei. “La storia dell’arte ha bisogno, non soltanto di studi specifici su singoli artisti o movimenti, stili, tendenze, ma anche di libri capaci di meditare sulle questioni fondative, sulla domanda a cosa serve la storia dell’arte e perchè si conservano le opere e che cosa  le fa distruggere o conservare?”  Ecco la domanda a cui ci invita Nannipieri, una potente riflessione di fatto su cosa siamo noi uomini, perché è l’arte la diretta proiezione dell’uomo.  

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