Italia
Programma residenze multidisciplinari 2016
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Da ottobre a dicembre 2016, tre compagnie selezionate attraverso il bando MU.D. – residenze artistiche multidisciplinari ideato da TEATRI ASSOCIATI DI NAPOLI/TEATRO AREA NORD, utilizzeranno gli spazi del TAN in costante confronto con tutte le realtà che li abitano e il territorio circostante per approfondire la loro ricerca artistica
2 PROPOSICIONES di Siviglia è la compagnia diretta da Raquel Madrid, danzatrice e coreografa che persegue l’obiettivo di stimolare la comunicazione diretta con un pubblico non necessariamente esperto di danza contemporanea. Negli spettacoli di 2 proposiciones il movimento è sempre un veicolo attraverso il quale raccontare storie. Il lavoro che svilupperanno nel corso della residenza artistica presso il TAN è “La evangelista laundery / dry cleaner” una lavanderia self service, un luogo dove ci si ritrova per ripulire, i propri abiti sporchi, in presenza di sconosciuti, da macchie antiche e ostinate. In questo luogo i performers avranno la possibilità di esaminare le loro macchie personali, utilizzando questo concetto come pretesto per sviluppare il proprio lavoro artistico.
BATIGNANI & FALOPPA
David Batignani (scenografo, costruttore e performer) e Simone Faloppa (attore e drammaturgo) si sono associati in un percorso di collaborazione nel 2012, mettendo al centro della loro pratica di mestiere l’umanità e le loro passioni linguistiche: l’opera, il circo, le arti plastiche e la costruzione artigianale. Realizzano spettacoli auto-portanti basati sul calore dei materiali e delle relazioni. Nel 2013 hanno realizzato TU, ERI ME a partire da un’indagine nelle case di riposo per artisti dello spettacolo. Il progetto che svilupperanno al TAN è COSTRUIRE E’ FACILE? una singolare ricerca che fonde la pratica teatrale con quella artigianale. “Una compagnia teatrale, per deformazione professionale, è abituata a impiantarsi in un luogo di residenza teatrale isolato e al chiuso per verificare il proprio spettacolo. L’incontro col pubblico è la risultante di questo procedimento. Al contrario, la nostra pratica di mestiere, basata sul calore dei materiali e delle relazioni, ci sta spingendo a rompere lo schema abituale della nostra professione. Preferiamo perciò porci come dei collettori gentili tra i bisogni della comunità e le competenze delle botteghe artigianali. La manodopera ha un prezzo e una singolarità che nessuna produzione industriale a basso costo può restituirci. Eppure le cose si rompono, non sappiamo dove mettere le mani e, quindi, buttiamo indiscriminatamente. Nel 1981 Bruno Munari scrive: L’uso giusto delle tecniche e dei materiali può far nascere un’estetica. Perciò occorre far capire che finché l’arte resta estranea ai problemi della vita interessa solo a poche persone. Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita, di cose belle da guardare e brutte da usare. Che il nostro fare, quindi, venga guidato dalle nostre mani“.
INGENITO- LIMODIO
La compagnia Ingenito-Limodio nasce dall’incontro di attori, musicisti e drammaturgi che decidono di unirsi intorno a progetti che hanno come oggetto la contemporaneità, la drammaturgia contemporanea, la musica dal vivo, il lavoro dell’attore. Non ha posto fisso e non ha persone che vi risiedono, è alla continua ricerca di incontri nuovi, di ritornanti e di viaggiatori che decidono di fermarsi e restare a lavorare intorno ai progetti. La compagnia Ingenito- Limodio cerca di essere un luogo dell’incontro fra sconosciuti. Ha esordito con lo spettacolo “Lunapark – Studio sulla provincia”, per poi debuttare con un reading sull’opera di Koltes, lavora per completare una trilogia sulla provincia. “Le cinque rose di jennifer” di Annibale Ruccello nasce come secondo capitolo dopo “Luna Park – studio sulla provincia”. Il testo dell’autore stabiese vuole essere materiale d’indagine per approfondire una provincia lontana dal locale, per poter analizzare una “provincia universale”, una terra di mezzo, un limite. Le protagoniste del testo di Annibale Ruccello attendono l’amore della loro vita fra continui squilli del telefono, rumori disturbanti, radio che si accendono su canzonette, spari e rumori urbani. Esse credono così tanto nell’amore che sono disposte a morire per amore. Ma il sentimento amoroso che pervade l’intero testo è anche la possibilità di disegnare lo spazio in cui si muovono: una stanza. Il tentativo, infatti, che si propone la compagnia è quello di riuscire a disegnare uno spazio intorno alla provincia tramite il delirio amoroso delle due protagoniste del testo, uno spazio de-localizzato dalla geografia e localizzato nel loro eterno, continuo e violento bisogno d’amore. Necessario per il nostro progetto sarà mettersi in completo ascolto del testo non solo grazie al lavoro attoriale, ma anche tramite il lavoro musicale e sonoro che saranno parte attiva, fisica della performance, infatti tutto quel che nel testo è annunciato dalla radio (canzonette, trasmissioni, jingle) saranno suonati e cantati dal vivo – non registrati come voce off – ; tale meccanismo mira ad amplificare silenzio e solitudine, a rendere un potente eco del vuoto della provincia, quasi a farne un canto di un corifeo che ha perso il suo coro e che non gli resta che essere testimone delle attese di Jennifer. Rendere la provincia, quindi, uno spazio abitabile e agito non solo dagli artisti coinvolti nel progetto ma anche dal pubblico.