Diritti umani
Papa Francesco critica il governo di Milei
“Il governo ha puntato i piedi e invece di pagare per la giustizia sociale ha pagato per lo spray al peperoncino”, denuncia il Santo Padre con chiaro riferimento alla repressione della polizia argentina contro la protesta in piazza per il blocco dell’aumento delle pensioni.
di Luca Santucho
Nel discorso pronunciato lo scorso venerdì in occasione del 10° anniversario del primo incontro dei Movimenti Popolari in Vaticano, Papa Francesco ha parlato in modo critico della realtà argentina: ha appoggiato la lotta delle organizzazioni, ha ratificato l’idea di “giustizia sociale”, ha denunciato la richiesta di tangenti da parte di un ministro libertario e ha criticato i politici che cambiano le loro convinzioni per convenienza personale.
Papa Francesco ha parlato in Vaticano durante un simposio con i movimenti sociali di diverse parti del mondo e ha fatto un riferimento specifico alla repressione della protesta sociale in Argentina, dicendo che “il governo si è impuntato e invece di pagare per la giustizia sociale ha pagato per lo spray al peperoncino”. La settimana scorsa una folla si è mobilitata al Congresso per manifestare contro il veto alla legge sulla pensione, che consentiva un aumento di tredicimila pesos delle pensioni. La risposta del governo alla manifestazione è stata quella di ordinare la repressione da parte delle forze di polizia contro le persone presenti nella Plaza del Congreso, con conseguenti arresti multipli, pensionati feriti e una bambina di 10 anni con problemi alla vista a causa dello spray al peperoncino lanciato dalla polizia.
“Mi hanno fatto vedere una repressione, una settimana fa o poco meno. Lavoratori, persone che chiedevano i loro diritti per strada. E la polizia li respingeva con qualcosa che è la cosa più costosa che ci sia, questo spray al peperoncino di alta qualità. E non avevano il diritto di chiedere i loro diritti, perché erano rivoltosi, comunisti, no, no, no. Il governo ha messo i piedi in testa. Il governo si è impuntato e invece di pagare per la giustizia sociale ha pagato per lo spray al peperoncino, era conveniente per loro. Tenetelo a mente.”
Nella stessa occasione, ha raccontato il caso specifico di un ministro argentino che ha chiesto una tangente a un investitore straniero per facilitare un affare, ha rivendicato la “giustizia sociale” che Javier Milei nega, ha criticato la “meritocrazia” e ha sostenuto la lotta dei movimenti sociali “perché non ci si ritira, si va davanti”.
Francesco è stato sempre enfatico nel denunciare la corruzione, evidenziando sempre queste pratiche come dannose per “le fondamenta di una società giusta”. A suo avviso, la corruzione “avvelena le istituzioni” e devia le risorse che dovrebbero raggiungere i più bisognosi.
Sebbene il Papa non abbia mai citato esplicitamente Javier Milei, ha fatto riferimento all’Argentina quando ha parlato di estrattivismo e colonialismo e, in generale, ha assunto una linea dura contro molte delle idee su cui il Presidente basa il suo discorso. Vale la pena ricordare che Milei si trova attualmente a New York per vari incontri, tra cui uno con Elon Musk -CEO di X- che si è già dimostrato molto interessato a raggiungere un accordo per estrarre tutto il litio appartenente all’Argentina senza lasciare nulla in cambio.
Le dichiarazioni del Papa non hanno mancato di sorprendere sia il governo che il resto dell’arco politico argentino. Sono poche le eccezioni, che in genere si verificano in situazioni di estrema gravità: è insolito che la massima autorità della Chiesa cattolica – che è anche il capo dello Stato Vaticano – faccia riferimenti così diretti e precisi a quanto sta accadendo in un Paese. L’intervento di Francesco nella politica argentina segna una grandissima preoccupazione per la situazione economica e sociale, ma soprattutto per i metodi repressivi applicati da Javier Milei.
Non è cosa da poco che un governo abituato a disorientare si mostri ora disorientato. È chiaro che non si aspettava un attacco del calibro delle parole del Papa, piene di forza argomentativa e di intelligenza politica. Inizialmente, l’ordine del partito di governo era di non rispondere alle affermazioni del Papa, ma il potere libertario non ha nascosto il suo disagio per le dichiarazioni. Il primo a esprimere la propria posizione è stato il portavoce presidenziale, Manuel Adorni, che ha dichiarato: “Questa è l’opinione di Papa Francesco, che abbiamo ascoltato e su cui abbiamo riflettuto. Non siamo obbligati a condividere la sua visione su alcune questioni. Il nostro rispetto è totale”.
Con il passare dei giorni, sempre più persone hanno espresso la loro opposizione alle critiche del Papa. Il deputato libertario José Luis Espert è stato il più duro, definendolo “ignorante” e chiedendogli di “studiare un po’” prima di parlare della realtà argentina.
L’ultima voce ufficiale a parlare delle dichiarazioni del Papa è stato il capo di gabinetto Guillermo Francos, il quale ha affermato che “al di là dell’affetto personale” che nutre per Francesco, “sbaglia in termini politici” e che non dovrebbe affrontare questioni in cui il leader della Chiesa “non dovrebbe essere coinvolto”.