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Nigeria: candidata alla presidenza la donna che ha salvato ragazze rapite dai terroristi

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Tempo di lettura: 3 minuti

Ha liberato centosettanta ragazze catturate. Gode di grande popolarità in Nigeria ma la sua corsa al potere è tutta in salita.

di Vito Nicola Lacerenza.

Oby Ezekwesili è candidata alle prossime elezioni presidenziali in Nigeria, previste per febbraio prossimo. Tra i vari partecipanti alla corsa per la presidenza, è lei ad avere un profilo internazionale maggiore. Non tanto per gli importanti incarichi ricoperti in precedenza: ministro dell’istruzione e vice presidente della Banca Mondiale, quanto piuttosto per essersi prodigata per la liberazione delle 270 ragazze nigeriane rapite nel 2014 dall’organizzazione terroristica guidata da Boko Haram. Il gruppo islamista ha catturato le giovani facendo irruzione in una scuola di Chibok, città al nord della Nigeria, mentre le giovani erano in classe. I terroristi le hanno prelevate e portate via senza incontrare la minima resistenza da parte delle autorità che, dopo il sequestro, si sono mostrate sorde agli appelli delle famiglie delle vittime. A raccogliere le istanze di centinaia di genitori disperati in quell’occasione c’è stata soltanto Oby Ezekwesili. A lei va il merito di aver portato il caso alla ribalta dei media internazionali e di aver esercitato pressioni sul governo nigeriano, che l’accusava di “strumentalizzare l’episodio per fini elettorali”. Grazie a lei  le 170 ragazze sono state liberate ma le altre cento sono rimaste prigioniere in luoghi sconosciuti. Per il loro rilascio continua a lottare  Oby Ezekwesili che, però, dovrà prepararsi ad affrontare in campagna elettorale i due politici più potenti della Nigeria: il presidente in carica Muhammadu Buhari e il ricco uomo d’affari Atiku Abubakar. I due hanno fatto parte di tutte le maggioranze di governo susseguitesi dal 1999, data in cui in Nigeria è decaduta le legge marziale. Sia  Muhammadu Buhari che Atiku Abubakar, oltre a godere di un cospicuo patrimonio privato, hanno a disposizione partiti politici ben radicati sul territorio il che gli consente di controllare in maniera capillare l’elettorato, specie quello legato alle classi sociali più povere.

In Nigeria  milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema e sono disposte a vendere il proprio voto in cambio di una cifra irrisoria o un po’ di cibo.   Si tratta di una macchina elettorale perversa, capace di raccogliere un’alta percentuale di consensi e che per tale ragione rappresenta il principale ostacolo per  Oby Ezekwesili. Lei non ha alle spalle un partito forte e non dispone neppure di risorse economiche particolarmente ingenti. Tuttavia “la salvatrice delle ragazze di Chibok” può vantare alcuni punti a suo favore. Essendo l’unica donna a correre per la presidenza,  Oby Ezekwesili è la politica più amata dell’elettorato femminile. Inoltre è l’unica candidata originaria del sud della Nigeria e gli abitanti di quell’area  potrebbero essere propensi a votare per una loro conterranea. L’ultimo e più importante punto di forza di Oby Ezekwesili è dato dal discredito che circonda il presidente nigeriano Muhammadu Buhari. Ritenuto il principale responsabile della pesante crisi economica che da due anni attanaglia il Paese, condannando i giovani alla disoccupazione. Eil bacino elettorale più numeroso della Nigeria, una nazione con oltre 190 milioni di abitanti, di cui la metà sono giovani con meno di 30 anni. È su di loro che Oby  Ezekwesili conta per vincere le elezioni. È soprattutto sulla frustrazione delle giovani generazioni che vertono i discorsi della candidata. «Come può un Paese che ha avuto in dono milioni di ragazzi così energici e brillanti restare a guardare senza far nulla?- ha detto  Oby  Ezekwesili- Siete vittime di una cattiva classe dirigente».

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