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Salute

Neuroscienze e adolescenti, a Firenze il futuro della fisioterapia

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Il secondo Congresso europeo di fisioterapia pediatrica, promosso dal Gis di Aifi in collaborazione con il Master in fisioterapia pediatrica dell’università di Firenze e con il servizio di riabilitazione dell’azienda ospedaliero-universitaria Meyer.

di Alessandro Cammareri

Nel capoluogo toscano il secondo Congresso europeo di fisioterapia pediatrica, promosso dal Gis di Aifi in collaborazione con il Master in fisioterapia pediatrica dell’università di Firenze e con il servizio di riabilitazione dell’azienda ospedaliero-universitaria Meyer.
 
I temi centrali del Congresso Lo sviluppo di nuove tecnologie, modellate sulle ultime acquisizioni delle neuroscienze, ma anche il riconoscimento delle peculiarità delle disabilità complesse e della necessità di adattare i trattamenti all’età dell’adolescenza. 
 
“La fisioterapia pediatrica è davvero paradigmatica di un ambito che è in grado di seguire con altissima competenza la cronicità, le disabilità persistenti e progressive. 
 
E’ il campo della multidisciplinarietà, della gestione long care di patologie croniche e dell’attenzione ai fattori contestuali per il miglioramento della qualità della vita”, ha spiegato Simone Cecchetto, presidente di Aifi, il quale si è detto “orgoglioso” di avere potuto tenere per la prima volta in Italia un congresso internazionale di fisioterapia, soprattutto vista la rilevanza della branca appositamente dedicata all’infanzia e all’adolescenza.
 
L’evento rappresenta la continuazione ideale del primo congresso, svolto a Utrecht nel 2019: “I nostri membri ha dichiarato Claudia Sarno, presidente del Gis di fisioterapia pediatrica- hanno accolto con passione l’idea di realizzare questo congresso, la cui importanza è data anche dal fatto che quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario dalla costituzione del Gruppo di interesse specialistico”.
“I fisioterapisti ha fatto notare Matteo Pirinu, coordinatore del Comitato scientifico organizzativo del congresso possono trarre ispirazione, ma anche cambiare il loro modo di lavorare grazie a esse”.
 
 Le disabilità complesse, con problematiche multisistemiche e multiorgano, richiedono poi uno sforzo ancora maggiore e l’importanza della tre giorni di confronto sta appunto “nel far capire a un’audience internazionale chi sono questi bambini, come ci si può approcciare a loro, alle famiglie, e quanto sia importante lavorare in sinergia con i servizi sanitari, i servizi sociali e la scuola”. 
 
L’altra grande novità per i fisioterapisti riguarda, inoltre, l’attenzione mirata sui trattamenti per gli adolescenti: “In passato- ha evidenziato ulteriormente Pirinu- il nostro lavoro si concludeva con il passaggio del paziente alla maggiore età, con un passaggio molto brusco, oggi invece capiamo l’importanza di aiutare questi ragazzi nel diventare autonomi, è un cambiamento culturale molto rilevante”.
 
A tenere uniti questi concetti è la consapevolezza che gli insegnamenti di questi giorni dovranno tradursi, con spirito di squadra, in gruppi di lavoro capaci di far crescere la professione su scala continentale.
 
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