Politica
La settimana dell’indecisione
La settimana dell’indecisione
L’arte della politica vuol dire letteralmente l’arte del popolo ed è ora che i cittadini italiani capiscano che loro hanno creato i problemi che affliggono il paese quanto i politici che scelgono
di Gianni Pezzano
Mentre gli italiani all’estero scappano per inviare i loro voti ai rispettivi consolati per assicurare che arrivino in tempo valido per le elezioni, il paese aspetta per vedere se una maggioranza funzionante uscirà da un elettorato profondamente spaccato almeno quanto se non addirittura più dei partiti che lottano per i seggi nel parlamento del paese.
Benché l’Italia non sia l’unico paese che attraversa una crisi d’identità politica, gli Stati Uniti di Donald Trump ne sono un altro esempio, il paese non ha ancora capito che la Democrazia non funzione da sola, ma ha bisogno dell’aiuto dei suoi cittadini.
L’Utopia e il Principe
Nel 2000 Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato Tommaso Moro il Santo Patrono dei politici. L’ex Cancelliere di Enrico VIII fu giustiziato per aver rifiutato di inchinarsi alla volontà del re di accettare e approvare la sua decisione di rompere con la chiesa che aveva rifiutato di permettergli di divorziare la prima moglie per poter sposare Anna Bolena.
More aveva scritto un libro che descriveva un luogo di armonia perfetta con una vita idilliaca che ricordiamo perché Il titolo del libro e il nome dell’isola che descrive fa parte del nostro vocabolario, Utopia. Morì in difesa dei suoi ideali e in fede con la sua coscienza, ma non è coincidenza che un suo contemporaneo italiano scrisse un trattato politico ancora più importante
Le opere politiche di Niccolò Macchiavelli, e in particolare il suo “Il Principe” descrisse per la prima volta la realtà politica di un paese che era sempre stato diviso in fazioni e l’instabilità attuale d’Italia è tanto il fallimento dei suoi cittadini quanto dei suoi politici.
Franza o Spagna
Con Franza o con Spagna purché se magna, con questa frase attribuita a Francesco Guicciardini, l’altro autore politico importante del Rinascimento e l’Ambasciatore di Firenze in Spagna, descrisse la tendenza della Signorie italiane di mettere gli interessi individuali prima di un fronte unito contro le due superpotenze europee che di lì a poco avrebbero diviso la penisola tra di loro e quindi di rimuovere l’influenza di quasi tutte le casate responsabili per il boom culturale del Rinascimento con il loro mecenatismo, anche se per motivi politici almeno tanto quanto per generosità.
Il Principe di Macchiavelli era il modello che sperava avrebbe ispirato un leader capace di unire le Signorie ricchissime e potentissime in un’unione per affrontare le aggressive Francia e Spagna. Infatti, riconobbe i pericoli per le Signorie dei mercenari nelle loro guerre e il tempo dimostrò che aveva ragione.
Queste divisioni non erano nuove nella Storia d’Italia e chiunque abbia studiato la Storia di Roma sa che questo è stato un fattore costante nei suoi secoli di dominio.
Questa tendenza non è mai sparita e l’esasperazione degli italiani a queste divisioni eterne è probabilmente uno dei motivi principali che per cui ancora oggi molti italiani sognano un “uomo forte” capace di guidare il paese, ma anche in questo gli italiani sono rimasti delusi.
L’uomo forte
Nella storia d’Italia soltanto un uomo è riuscito a ottenere con successo l’appoggio di una grande maggioranza del paese e non è un caso che la sua biografia dimostri tutte le debolezze del paese nel corso dei secoli.
Benito Mussolini ha avuto molte trasformazioni politiche, da renitente alla leva a esponente importante del Partito Socialista e direttore del suo giornale, abbandonò il partito in opposizione al suo atteggiamento neutrale verso la Grande Guerra per appoggiare l’entrata in guerra, infine fondò un partito che avrebbe sostenuto la sua ascesa alla dittatura e fu il responsabile di una guerra che distrusse il giovanissimo “impero italiano”.
Nono è mera coincidenza che le ricerche storiche moderne hanno dimostrato che alcune di queste trasformazioni furono “incoraggiate” da pagamenti non solo da industriali italiani in cerca di grandi guadagni, ma anche dalla Francia e l’Inghilterra in una eco di quel che era successo in Italia nell’epoca di Macchiavelli. E, come il Rinascimento, durante la Seconda Guerra Mondiale la sorte del paese fu decisa dalle potenze straniere e non dai suoi cittadini.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale si continua a cercare un Leader per prendere le redini del paese e guidarlo verso un futuro luminoso a rivaleggiare le glorie del passato e fin ad ora tale leader, se esiste, non è mai apparso.
Questo è il motivo principale per il successo politico di Silvio Berlusconi e sul perché gli italiani erano pronti a fidarsi di un uomo al di fuori del sistema politico devastato dallo scandalo Tangentopoli.
E anche per questo motivo molti italiani oggi guardano verso l’Europa come i loro antenati guardavano verso la Francia e la Spagna per risolvere i loro problemi interni.
Partiti che vengono e partiti che vanno
Se guardiamo i partiti politici che oggi combattono le elezioni attuali vediamo che molti sono i discendenti, e anche loro divisi, dei partiti che guidavano il paese dalla fine della guerra fino a Tangentopoli. Sono cambiati perché i politici hanno litigato in pubblico tante battaglie personali quanto abbiano lottato per le cause che i cittadini volevano che fossero difese.
Queste battaglie erano così miopi che nessuno dei partiti ha formulato, tantomeno applicato, un programma a lungo termine. Infatti, nel caso della Forza Italia di Silvio Berlusconi, il miliardario ha effettivamente silurato chiunque abbia mostrato il minimo segno di guardare verso la futura guida del partito.
Il Movimento 5 Stelle creato dal comico satirico Beppe Grillo doveva essere una soluzione nuova, ma dopo 5 anni nel parlamento ha dimostrato d’essere soggetto agli stessi falli tradizionali della politica italiana dei partiti che avrebbe dovuto distruggere.
Eppure in tutto questo manca un fattore e proprio quello senza il quale nessun cambio al sistema politico italiano è destinato a fallire sin dall’inizio.
Il fattore mancante
Nella ricerca del mitico “uomo forte” che dovrebbe guidare il paese vero un futuro luminoso i cittadini non hanno assunto la propria responsabilità sulla loro azione alle urne. La presenza tradizionalmente forte alle urne sta diminuendo costantemente nel corso degli anni e questo non fa altro che incoraggiare quei gruppi con politiche estreme che sperano di deragliare le procedure politiche del paese.
Il popolo è spaccato e gli ultimi sondaggi prima del blackout prima del voto l’hanno confermato. Inoltre, ci sono le dichiarazioni continue dei politici della possibilità di una seconda elezione se una maggioranza funzionante non dovesse uscire dalle urne il 4 marzo. Eppure i partiti fanno poco o niente per dissipare i crescenti risentimenti e rabbia.
Però, alla fine la responsabilità per la decisione è dei cittadini e soltanto loro sarebbero responsabili se non uscisse un risultato definitivo questa domenica. Le lamentale costanti al social media e ai bar non possono sostituire n esame e una scelta ponderata sui candidati da votare. Votare un volto senza un programma valido e lungimirante non è la soluzione ai problemi endemici del paese. L’indecisione di quel che vogliono gli italiani è tanto parte del problema quanto l’instabilità inerente i partiti politici.
L’arte della politica vuol dire letteralmente l’arte del popolo ed è ora che i cittadini italiani capiscano che loro hanno creato i problemi che affliggono il paese quanto i politici che scelgono. E l’unica soluzione è che gli italiani smettano di credere negli eroi “mitici” e partecipino attivamente nella sola attività che decide il loro futuro, la politica.
The week of indecision
The art of Politics means literally the art of the People and it is time that Italy’s citizens understand that they have created the problems facing the country as much as the politicians they chose
By Gianni Pezzano
As Italian citizens overseas rush to send their votes to the respective consulates to ensure they arrive in time to be counted in Italy’s General Election, the country is waiting to see whether or not a working majority will come out of a national electorate that is a divided, if not more so, than the parties fighting for seats in the country’s parliament.
While Italy is not the only democracy going through a political identity crisis, Donald Trump’s United States is the most important other example, it is the country that has not yet understood that Democracy does not work on its own, but needs the assistance of its citizens.
Utopia and the Prince
In 2000 Pope John Paul II named Saint Thomas More as the Catholic Church’s Patron Saint for politicians. Henry VIII’s former Lord Chancellor was executed for refusing to bow down to his King’s demand that he accept and approve of his decision to break from the Church that refused to allow him to divorce his first wife to marry Anne Boleyn.
More had written a book that described a place of perfect harmony with an idyllic life which is remembered because the name of the book and the island it describes has become part of our vocabulary, Utopia. He died in defence of his ideals and in faith with his conscience, but it is no coincidence that an Italian contemporary of More wrote an even more important political treatise that is still as relevant today as it was then and must be considered when looking at Italy’s current political situation.
Niccolò Macchiavelli’s political works, and in particular his “The Prince”, described for the first time the political realities of a country that had always been split into factions and Italy’s current political instability is as much the failure of its citizens as it is of the politicians.
France or Spain
Con Franza o con Spagna purché se magna (With France or with Spain as long as we eat), with this phrase, attributed to the other important political Renaissance author and Florence’s Ambassador to Spain Francesco Guiccardini, described the tendency of the Italian city states to put their individual interests in front of a united front against the two European superpowers that would soon divided the peninsula between them and remove the influence of virtually all the important ruling Houses that were responsible for Italy’s incredible Cultural explosion by their patronage of the most important artists, albeit for political purposes at least as much as for generosity.
Macchiavelli’s Prince was the model he hoped would inspire a leader capable of bringing together the powerful and enormously wealthy cities into a political union to present a united front against the aggressive France and Spain. In fact, he recognized the dangers of these City States hiring mercenaries to fight their wars and time would prove him right.
These divisions were not new in Italian History and anyone who has studied Roman History knows that this was a constant factor in its centuries of dominion.
This tendency has never disappeared and the exasperation of Italians in these eternal divisions is probably one of the main reasons that even today many Italians dream a “strong man” capable of leading the country, but even in this Italians were disappointed.
The strong man
In Italy’s history only one man has successfully managed to gain the support of a large majority of the citizens and it is no coincidence that his biography shows all the weaknesses of the country over the centuries.
Benito Mussolini undertook many political transformations, from what we now call a draft dodger to an important member of the Socialist Party and editor in chief of its newspaper, to abandoning the party in opposition to its neutralist stance in the Great War to support Italy’s entry and finally to founding a party that would support his rise to political dictatorship and into a war that would destroy the very young “Italian Empire”.
It is no mere coincidence that modern historical research has shown that some of these political transformations were “encouraged” by payments not only Italian industrialists looking for quick profits, but also from France and England in an echo of the what happened in Italy during Macchiavelli’s lifetime. And like the Renaissance, during World War II the country’s fate was decided by foreign powers and not by its citizens.
Since the war Italy has continued to look for a Leader to take the reins of the country and lead it into a bright future to rival the glories of the past and so far such a leader, if one exists, has failed to appear.
This was the main reason for the political success of building magnate Silvio Berlusconi and why Italians were willing to trust a man from outside a political system that had been devastated by the Tangentpoli (Bribe City) scandal of the early 1990s.
And also for this reason many Italians today look towards Europe as once their ancestors looked to France and Spain to resolve their internal problems.
Parties come and go
If we look at the political parties now fighting the current elections we see that they are descendants, and fractured ones at that, of the parties that led the country from the end of the war until the bribery scandals. They have evolved because the politicians have publicly fought as many personal party battles as they fought for the causes that the citizens wanted defended.
These battles have been so short sighted that none of the parties have formulated, let alone undertaken, any form of long term plan. In fact, in the case of Silvio Berlusconi’s Forza Italia the billionaire has effectively torpedoed anyone who showed the minimum sign of looking at future leadership of the party.
The Movimento 5 Stelle (the 5 Star Movement) created by former satirical comic Beppe Grillo was supposed to be a new solution but the five years of the Parliament just ended have shown they are as much subject to the traditional faults of Italian politics as the parties it was created to destroy.
Yet in all this one factor is missing and it is the one without which any change to the country’s political future is doomed before beginning.
Missing Factor
In their search for a mythical “Strong Man” to lead the country towards the future Italian citizens have not taken proper responsibility for their actions at the polling booth. The traditionally strong presence at the ballot box has been decreasing steadily over the years and this only encourages those groups with radical policies who hope to hijack the country’s political processes.
The population is fractured and the latest polling figures before the pre-poll blackout have only confirmed this. In addition, there is continuous talk by politicians about the possibility of a second election if a working majority does not come out of the ballot boxes on March 4th. Yet the parties are doing little or nothing to dispel the growing resentment and anger.
But in the end the responsibility for the decision is that of the citizens and only they are responsible if there is no decisive result on Sunday. The constant complaining on the social media and the bar is not a substitute for examining and choosing which candidates will get the votes. Voting a face without a valid and long term programme is no solution for Italy’s endemic problems. The indecision of what Italians truly want is as much the problem as the inherent instability of the political parties.
The art of Politics means literally the art of the People and it is time that Italy’s citizens understand that they have created the problems facing the country as much as the politicians they chose. And the only solution is that Italians stop believing in “mythical” heroes and actively participate in the one activity that decides their future, Politics.