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Arte & Cultura

La Mostra di Tracey Emin a Palazzo Strozzi: Un Viaggio nell’Intimità e nella Vulnerabilità

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Tempo di lettura: 5 minuti

A Palazzo Strozzi, fino al 20 luglio 2025, la più grande mostra italiana sull’artista britannica indaga desiderio, dolore e resilienza attraverso oltre 60 opere che parlano il linguaggio crudo dell’anima.

Di Maria Cristina Martinelli Carraresi

Fino al 20 luglio 2025, Palazzo Strozzi ospita Tracey Emin, “Sex and Solitude”, la più grande mostra istituzionale mai realizzata in Italia dedicata a una delle artiste britanniche più celebri e influenti del panorama contemporaneo. Un percorso potente e viscerale, che invita a confrontarsi con la fragilità delle relazioni umane e con temi profondi come l’intimità, la solitudine e la vulnerabilità.

Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra offre un’immersione nell’arte poliedrica di Tracey Emin, che spazia tra disegno, pittura, arazzi, ricami, film, sculture in bronzo e installazioni al neon. Il titolo stesso richiama due parole chiave, sesso e solitudine, che attraversano oltre sessanta opere, delineando un percorso che tocca momenti cruciali della carriera e della vita privata dell’artista, dagli anni Novanta a oggi. L’esposizione si fa così viaggio nell’esperienza umana, affrontando con una sincerità disarmante temi ancora spesso considerati tabù: la violenza sessuale subita in adolescenza, gli aborti, la malattia, la passione, il sacrificio, l’amore concesso o negato. E ancora: il corpo, la sessualità, la perdita, la rinascita.

Nel 2020, a Tracey Emin venne diagnosticato un cancro alla vescica in stadio avanzato. Le vennero dati sei mesi di vita. In quel momento, espresse due desideri: realizzare una grande mostra istituzionale negli Stati Uniti e un’altra in Italia. Oggi, entrambi quei desideri stanno diventando realtà. Dopo l’apertura di “I Loved You Until the Morning” al Yale Center for British Art di New Haven (dal 29 marzo), sua prima esposizione istituzionale negli USA, arriva anche il debutto museale italiano con “Sex and Solitude”, nella maestosa cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi. “Sono nel momento più sereno della mia vita”, ha dichiarato l’artista, sottolineando il significato speciale di questa doppia consacrazione.

La mostra fiorentina si articola in diverse sezioni, ciascuna delle quali offre uno spaccato del pensiero e dell’esperienza di Emin. Man mano che si attraversano le sale, diventa sempre più evidente, tra opere e suggestioni, l’influenza, più volte dichiarata dall’artista, di figure come Egon Schiele, Edvard Munch e, naturalmente, Louise Bourgeois, con la quale Emin ha anche collaborato.

Tra le opere esposte spiccano elementi di grande impatto visivo ed emotivo, come la scultura in bronzo collocata nel cortile e alcuni quadri che, pur sembrando dipinti, sono in realtà realizzati con una sorprendente tecnica di cucito. Una scelta che conferma la straordinaria capacità dell’artista di trasformare materiali e linguaggi tradizionali in strumenti di espressione contemporanea.

A completare l’esperienza della mostra, Sex and Solitude è accompagnata da un ricco public program di incontri, laboratori, visite guidate, talk e attività educative. Al centro di questo percorso parallelo, anche proposte dedicate all’educazione sessuale e affettiva, pensate per affrontare con consapevolezza e linguaggi accessibili temi come il corpo, il consenso, l’identità e la libertà di espressione. Il programma approfondisce i nuclei tematici centrali dell’opera di Tracey Emin, trasformando il museo in un luogo di dialogo attivo, inclusivo e profondamente contemporaneo, capace di dare voce a esperienze spesso silenziate.

Un’ulteriore esperienza immersiva si svolge fuori dal percorso espositivo principale: tre dei suoi video più significativi sono proiettati al Gucci Garden, nello spazio intimo e rivestito di velluto rosso del piccolo cinema, creando un dialogo intenso tra immagine, parola e ambiente.

“Sex and Solitude” di Tracey Emin a Palazzo Strozzi è un’esperienza che va oltre l’arte visiva: è un invito a esplorare le complesse sfumature delle emozioni umane. Un viaggio che ci chiede di guardare con occhi nuovi le pieghe dell’esistenza, soprattutto quelle che troppe donne, ancora oggi, sono costrette a vivere in silenzio.

Tracey Emin Tracey Emin è nata il 3 luglio 1963 a Londra, nel quartiere di Croydon. Cresciuta in una famiglia di origini turche e britanniche, la sua infanzia è stata segnata da esperienze difficili che hanno profondamente influenzato la sua vita e, di conseguenza, la sua arte.

È emersa alla fine degli anni ’90 come una delle protagoniste del movimento dei Young British Artists (YBAs), affermandosi rapidamente grazie a opere iconiche come “Everyone I Have Ever Slept With 1963–1995”, una lista delle 105 persone con cui è andata a letto, e “My Bed”, installazione composta dal suo letto, disordinato e circondato da oggetti personali come bottiglie di alcol, sigarette e preservativi. “My Bed” ha suscitato ampio dibattito e interesse: un’installazione cruda, autentica, senza filtri, che trasmette un forte messaggio di indipendenza femminile e rompe le convenzioni legate al genere e alla rappresentazione della donna. Entrambe le opere furono esposte al Tate modern.

Nel 2007 ha rappresentato il Regno Unito alla 52ª Biennale di Venezia, prima donna britannica ad avere una personale nel Padiglione nazionale. Le sue opere fanno oggi parte delle collezioni dei maggiori musei del mondo, tra cui il Tate, il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi e la National Gallery of Australia.

Nel 2011 è stata nominata Commander of the Order of the British Empire (CBE) per i suoi servizi all’arte. Nello stesso anno, è diventata la prima donna ad essere nominata Professore di Disegno presso la Royal Academy of Arts di Londra, una delle cariche più prestigiose nel mondo accademico artistico britannico.

Negli ultimi anni, dopo aver affrontato una grave malattia, la sua produzione ha assunto toni ancora più intensi e meditativi, pur conservando quella tensione emotiva che da sempre la contraddistingue. Tracey Emin continua oggi a lavorare tra Londra e Margate, dove ha fondato un nuovo centro per artisti emergenti, sostenendo attivamente la creatività delle nuove generazioni.

LUOGO: Palazzo Strozzi INDIRIZZO: Piazza degli Strozzi CURATORI: Arturo Galansino

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