Food & Wine
La cucina contemporanea tra arte e cultura
La cucina contemporanea non si limita a sperimentare nuove cotture, accostamenti e presentazioni ma è divenuta una vera e propria forma d’arte. Invero non solo culinaria.
di Damiana Cicconetti
La cucina sperimentale contemporanea è quella branca della gastronomia che indaga i limiti dell’arte culinaria, sperimentando nuove cotture, accostamenti, presentazioni, applicando in cucina ogni genere di esperienza per sintetizzare nuove sensazioni e sapori.
Non pochi sono i ristoranti della Capitale che hanno adottato oramai da tempo questo modo di intendere la cucina: i locali presenti nel pieno centro storico e non solo ne sono la dimostrazione.
Nella Capitale primeggiano i ristoranti in cui gustosi ed artistici piatti sono serviti come opere d’arte, all’interno di locali in cui vengono esposte vere opere d’arte.
In Piazza Navona, ad esempio, vi è Camillo un ristorante nato nel 1890 e che è, perciò, portato avanti da più generazioni dalla famiglia De Sanctis: un ristorante che oggi è diretto dai fratelli Filippo e Tommaso e che, ad onore del vero, non è un semplice ristorante, visto il particolare design che lo contraddistingue.
Camillo, in effetti, è periodicamente rinnovato per essere sempre al passo coi tempi.
Perciò, nell’anno 2020 i giovani fratelli De Sanctis hanno deciso di affidarsi all’ingegno del noto artista Gianni Politi, assiduo frequentatore del locale, che lo ha interamente dipinto di rosa, inclusi gli arredi, un colore che simboleggia libertà, accoglienza, affetto e finanche seduzione.
…Elementi a cui è impossibile non attribuire importanza oggi.
Ed è mentre si è attorniati da un colore che non può non generare serenità che si possono oltretutto gustare le prelibatezze dello Chef Tommaso De Sanctis che si rifiuta di servire menù prettamente turistici, come i suoi stessi familiari hanno fatto per anni e, ad onor del vero, con successo.
Perché lo Chef Tommaso De Sanctis ha viaggiato non poco e, dunque, ama unire elementi della cucina italiana – che, di certo, continua a privilegiare – con quelli presenti nella cucina orientale, ricca di spezie, salse e che è solita ricorrere finanche all’utilizzo di fiori commestibili.
“In ogni piatto inserisco un ingrediente a ricordo di un mio viaggio e tra quelli che maggiormente utilizzo vi è il tonno affumicato, lo zenzero, la maionese giapponese, pur senza dimenticare l’aceto di rose. Perché il mio fine è creare un punto di incontro tra la cultura italiana e quella orientale…”: queste le orgogliose parole di Tommaso De Sanctis.
E così, tra libri che Tommaso ha raccolto durante i suoi viaggi per il mondo e che sono ben disposti e visibili su scaffali rigorosamente rosa, tra lampadari e specchi dello stesso colore, l’arte culinaria si fonde con altre forme d’arte, in un connubio che risulta oltremodo straordinario.
E come dimenticare Maido, lo street food giapponese di Roma in cui l’arte emerge prepotentemente divenendo punto di incontro tra culture.
Maido, infatti, è un locale in cui è possibile gustare piatti oltremodo particolari, perché si tratta di pietanze presenti nei cartoni animati.
…Piatti gustati da Doraemon, Hello Spank, Pollon e Kiss Me Licia che, perciò, ognuno avrà sicuramente avuto modo di vedere e che in questo particolarissimo locale è anche possibile gustare, attorniati da magnifici disegni presenti sui muri e con sotto-fondi musicali rigorosamente a tema.
E tra le tante immagini non può non emergere quella di Marrabbio, uno dei protagonisti della nota serie Kiss Me Licia, che compare dietro un bancone mentre è intento a preparare gli “Okonomiyaki”, ovvero l’iconico piatto di strada della città di Osaka, in Giappone.
E come dimenticare il locale realizzato completamente in ghiaccio e, perciò, denominato Ice Club, presso il quale le stesse bibite sono servite all’interno di un originale cono in ghiaccio, mentre i lati sono adorni di sculture anch’esse rigorosamente in ghiaccio e che rappresentano la città di Roma.
…Lo splendido Colosseo, statue di imperatori romani e molto altro ancora rendono a dir poco suggestivo l’intero ambiente che, tuttavia, dovrà essere visitato in tutta fretta, visto che la temperatura è costantemente a -5° e finanche le coperte termiche obbligatorie per entrare non permettono di non avvertire il freddo glaciale.
Ma non è tutto: i ristoranti e i locali in cui vi è un connubio tra arte culinaria ed altre forme d’arte continuano a sorgere nella Capitale.
Come non citare, tra tutti, il ristorante Mi, presso il quale si è tenuta un’esposizione dal titolo “Una mostra in finestra”, dell’artista Niccolò Feng, del AAIE Center for Contemporary Art.
…Un ristorante all’interno del quale è possibile visionare gli splendidi dipinti realizzati dai migliori studenti dell’Accademia delle Belle Arti: studenti giapponesi che hanno scelto di compiere gli studi in Italia e che, proprio presso il ristorante Mi, sono soliti ritrovarsi per gustare cibi realmente orientali.
Mi, in effetti, significa ricerca: un termine con il quale si intende non solo l’attenta ricerca nel miglioramento dei piatti – che è e resta comunque una priorità – ma altresì “ricerca del senso della vita” di ognuno, finanche attraverso l’arte in ogni sua forma.
Credit photo: di Damiana Cicconetti