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Gli Angeli di Marco Monaldi

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Intervista al giovane pittore marchigiano che dipinge Angeli

Di Francesca Rossetti

angeliAscoli Piceno, 23 ottobre- Marco Monaldi è un giovane pittore marchigiano che dipinge Angeli. Questo bellissimo ed affascinante soggetto da sempre appassiona artisti di tutto il mondo e sono nati diversi musei che ne raccolgono splendide testimonianze. L’ho incontrato per conoscerlo meglio.

Chi è Marco Monaldi come pittore e come persona?

“Ho un personalità abbastanza complessa e a volte sono un mistero anche per me stesso. Sono una persone in continuo cambiamento, e dalle molte sfumature. Seguo dei principi di base determinati dalla mia educazione e da ciò che credo sia giusto, ma poi sono molte le strade che percorro. In questo caso per descrivermi, non Le parlerò tanto del mio passato, quanto ciò che rappresenta il mio presente. Oggi mi reputo una persona molto fortunata, un uomo che per “buon Karma”, per le scelte giuste e per la determinazione, fa uno dei lavori più belli e antichi del mondo. Quando prendi coscienza che, se le tue scelte sono determinate dal cuore, di conseguenza si innescano tutta un serie di fattori che fanno in modo che, tu vada avanti e riesca nell’obbiettivo prefissato. Allora l’obbiettivo è giusto e tu confidi in qualcosa di più grande. Il tuo approccio alla vita cambia, e ti metti alla ricerca, la ricerca porta al cambiamento, il cambiamento in fine porta alla comprensione e all’esigenza di trasmettere. L’ultimo step è materializzare, lasciando un’ impronta che per quanto mi riguarda sono i miei quadri, il mio lavoro. Le filosofie orientali e le arti marziali in combinazione al lavoro di artista, sono i punti cardine attorno ai quali la mia vita gira. Tutte si combinano tra loro e tutte mi stimolano a percorrere naturalmente la via dell’ autoconoscenza. Ma non c’è mai perfezione nella vita di chi dedica il proprio tempo a queste passioni. Mai identificarsi e farsi identificare in un ideale. Il gioco tra materia e spirito è senza tregua.”

Come nasce la Sua passione per le rappresentazioni angeliche?

“Può sembrare banale, ma la mia passione per gli angeli nasce da quando ero piccolo, quando spesso nei miei momenti di solitudine, giocavo con il mio Big Jim e apponevo sopra la sua schiena delle ali di carta che accuratamente ritagliavo. Le ali erano belle aperte e il mio pupazzo volava libero nel cielo. Credo che per me fosse come un supereroe, che aveva il potere di potersi distaccare dalla terra, e io con lui, perché così potevo allontanarmi e distaccarmi dai problemi della vita. Già da bimbo col mio carattere complesso,vivevo i problemi con poca leggerezza e fortunatamente trovavo forza nelle mie fantasie e nei miei mondi interiori. Poi col crescere, la mia passione si è oltremodo enfatizzata leggendo fumetti della Marvel, e poi col tempo apprezzando anche le iconografie storiche delle rappresentazioni angeliche. Ma sicuramente non erano i piccoli putti a cogliere la mia attenzione, piuttosto le rappresentazioni degli angeli e soprattutto degli arcangeli. Grandi e forti uomini con le ali che combattevano in nome del bene. Un soggetto dalle fattezze umane, dai grandi poteri e con la possibilità di librarsi nel cielo e guardare l’umanità dall’alto. Le due immagini che ricreavo continuamente sulla carta, erano aquile e angeli. Dal simbolismo alquanto comune.”

Che cosa ha imparato da questo tipo di esperienza?

“Col tempo, la percezione della vita cambia. Vivi all’interno dei limiti umani, condizionato da un infinità di influenze, stereotipi, attrazioni e luci psichedeliche, e parallelamente hai forte in te il contatto con l’ultraterreno che è senza limiti, la tua immaginazione, il mondo spirituale, la percezione di qualcosa che ti accompagna e attende che tu scelga. I miei angeli vivono in quel mondo intermedio. E’ la lotta interminabile e stridente tra le diverse nature di uno stesso essere. Esseri dalle sembianze umane simili a noi creature erranti in questo pianeta, ma al quale sono state donate ali bianche sgargianti e una forte aspirazione verso il divino. Due aspetti, di forte dicotomia all’interno dello stesso tempio corporeo. Convivono due energie tanto forti quanto distanti. Angeli Umani che vivono nell’eternità, e che con una mano toccano e accarezzano l’entità divina e con l’altra sono ancora aggrappati alla materia umana. Il cielo e la terra si contendono queste creature. Ci sono forze di contrasto, uno stridere di energie, una contorsione del corpo che urla basta a questo continuo affanno. Ancora non liberi di volare via, liberi di esprimere fino in fondo la propria natura divina, ancora avvolti da ciò che costringe e condiziona, ancora perseguitati dal desiderio, tendono ad uscire fuori verso la luce più pura che è sempre lì pronta ad accoglierli. Nell’attesa che qualcosa cambi, la mano divina è lì che aspetta.”

A quali artisti si ispira per la Sua arte?

“Sicuramente gli artisti storici: Trovo straordinaria la tecnica, la pittura e lo stile del Caravaggio. La sua forza emotiva e il suo realismo sfrontato. Di lui amo la potenza e sensualità senza filtri. Rembrandt poi. Diciamo che più che ispirare la mia pittura, è stato uno degli artisti più presenti nella mia vita e che probabilmente mi ha trasmesso le emozioni più profonde. Di lui ricordo prima di ogni altra cosa il dipinto del “Ritorno del figliol Prodigo” . La cosa interessante fu quando andai da un prete in un paese vicino il mio, e gli raccontai che qualche giorno prima non ero stato assolto quando mi confessai durante una visita a Loreto. Gli raccontai l’accaduto e lui di risposta mi assolse facendomi vedere l’immagine di un quadro di un artista a me sconosciuto, ma che non dimenticai mai più. Il suo discorso fu veramente bello e le sue parole mi confortarono per la grande intelligenza e sensibilità. Poi le acqueforti di Rembrandt. Quando avevo appena raggiunto Firenze, e mi accingevo a prepararmi per l’esame di ammissione per entrare all’Accademia di belle arti. Avevo appena lasciato la mia casa nelle Marche, e la mia amica Loredana, mi aveva appena ospitato in casa con le sue amiche, finché non avessi trovato un posto dove stare. Mi portò a vedere le acqueforti di questo grande artista olandese di cui non riuscivo neanche a pronunciare bene il nome. Rimasi completamente aggrappato da quello che vedevo. Ma l’esperienza più incredibile, è vedere un suo quadro dal vero. “Geremia che lamenta la distruzione di Gerusalemme.”ne è stato un esempio. Soprattutto nei lavori di piccole dimensioni, la mia attenzione è completamente presa. Rimango ipnotizzato davanti tanta bellezza, spiritualità e bravura che con difficoltà trattengo le lacrime. Michelangelo. Ho vissuto a Firenze per cinque anni e avendo visitato Roma più di una volta, non potevo che non essere colpito da tanta grandezza umana. La scultura, essendo una materia che non tratto, mi da sempre l’impressione di essere qualcosa di veramente lontana e intangibile. Michelangelo sembra andare oltre l’umana capacità del fare.”

Dove è possibile ammirare le Sue opere?

“Che io sappia non ci sono musei degli angeli nel mondo che espongano le mie opere. Solo Aldo Busi ha un mio quadro in casa, ma in realtà, lavorando per una galleria , delle opere da loro vendute non ne conosco mai l’ubicazione finale. Lavoro anche su commissione, ma propongo sempre opere in linea con il mio lavoro. Non mi discosto mai. Per cui se mi chiedono delle copie, dei paesaggi etc…..sono costretto a dire di no. Ma questo non capita quasi mai, le persone dopo che vedono i miei lavori mi lasciano piena libertà, comunque le mie opere sono visibili sul sito www.marcomonaldi.com

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