Italiani nel Mondo
Federitaly nomina Rocco Papapietro delegato Estero per l’area ASEAN – Federitaly appoints Rocco Papapietro as Italian delegate for ASEAN area
Federitaly nomina Rocco Papapietro delegato Estero per l’area ASEAN
L’intervista all’Ing. Rocco Papapietro di recente nominato delegato ‘ da Federitaly, che da 15 anni si occupa di internazionalizzazione per le imprese da Kuala Lumpur (Malaysia).
Rocco Papapietro, ingegnere e imprenditore, di recente nominato delegato ‘ da Federitaly, struttura associativa che si occupa della promozione e lo sviluppo di imprese italiane che portano il made in Italy nel mondo, opera da 15 anni sui mercati asiatici per lo sviluppo di strategie di internazionalizzazione che valorizzino i prodotti italiani contribuendo così ad aumentare l’indotto economico a favore del nostro Paese. Lo abbiamo incontrato online anche perché il suo prezioso lavoro lo ha visto anche impegnato in politica estera con il gruppo da lui fondato ‘Uniti’ e che lo ha visto candidato alle parlamentari del 2022 nel collegio estero AAOA.
Ing. Papapietro, lei è stato uno dei precursori della diffusione del made in Italy nel mondo, in primis con un forte impegno sui mercati asiatici con Compagnia delle Opere…da cosa nasce la scelta di fare base a Kuala Lumpur (Malaysia) con il suo lavoro di internazionalizzazione per le imprese italiane?
Prima di tutto vorrei esprimere la mia più sincera gratitudine al Presidente di Federitaly Dott. Carlo VERDONE e a tutta la dirigenza, per la fiducia che ha riposto in me nominandomi Delegato. Dunque, i miei primi viaggi in Malesia e nel Sud-est asiatico risalgono al 1999. In quel periodo lavoravo come Responsabile dello sviluppo internazionale per una nota società e ho sempre ricoperto ruoli globali in cui il cross culture era fondamentale. Ho apprezzato fin da subito la dinamicità del Sud-Est asiatico, viaggio dopo viaggio notavo una continua evoluzione, chiaramente visibile dall’incessante costruzione di grattacieli e palazzi che modificavano lo skyline delle città. Visto un tale fermento, ho immaginato la creazione di un ponte di conoscenza e affari tra l’Italia e il Sud-Est asiatico. Le aziende locali erano molto curiose e interessate ad apprendere il know-how italiano. Una grande passione per nuove culture, per lo sviluppo internazionale e la voglia di fare sono state la spinta, così inseguendo questo sogno nel 2009 ho iniziato una fase esplorativa e l’anno successivo ho deciso di spostarmi permanentemente in Malesia, così ho fondato Verdevita Sdn Bhd in collaborazione con un partner locale, avviando l’attività di consulenza dalla Malaysia e dal Sud-Est asiatico. Abbiamo compreso che supportare le aziende nei processi di crescita e internazionalizzazione localmente, avrebbe fatto la differenza
In un momento così difficile con due conflitti ai confini dei territori asiatici, quali strategie è necessario adottare?
Io credo che si dovrebbero rinforzare le relazioni diplomatiche con organizzazioni internazionali e regionali come l’ASEAN, promuovere dialoghi multilaterali per facilitare negoziati di pace e risoluzione dei conflitti. Bisognerebbe sostenere il dialogo e la mediazione e cercare di mantenere una neutralità strategica, per evitare l’adesione incondizionata a blocchi o alleanze che potrebbero esacerbare le tensioni. La flessibilità permetterebbe di adattarsi rapidamente ai cambiamenti geopolitici. Dovremmo assicurarci che le risorse naturali, spesso una delle cause di conflitto, siano gestite in modo sostenibile e condiviso, evitando che diventino un ulteriore motivo di tensione. Queste a mio avviso sono le strategie che possono aiutare a mitigare le conseguenze dei conflitti, proteggere la stabilità regionale e promuovere la pace a lungo termine e la crescita economica dell’Italia
La recente nomina come delegato ‘ da Federitaly quali vantaggi porta al suo già brillante lavoro, e quanto può far crescere il made in Italy nei territori da lei esplorati? Quali sono i settori dell’impresa e della creatività italiana che più hanno successo nella sua zona di azione?
Vede Dott.ssa Il potenziale di crescita del Made in Italy nei paesi ASEAN è notevole, grazie alla crescente domanda di prodotti di alta qualità e al crescente interesse per la cultura e lo stile di vita italiani. La nostra azione combinata al supporto di Federitaly potrà favorire l’espansione in settori chiave come moda, lusso tecnologia e l’innovazione. Non possiamo dimenticare che l’interesse per il design e l’arredamento italiano è in aumento, soprattutto nei segmenti del lusso e dell’architettura di alto livello, inoltre non perché meno importante, la tecnologia e l’innovazione. Le imprese italiane nel settore della tecnologia, inclusi l’automazione industriale, l’energia rinnovabile e la sostenibilità, possono trovare ampie opportunità nei mercati ASEAN, dove c’è una forte domanda di soluzioni innovative. Certamente la mia nomina potrà accelerare la crescita del made in Italy in queste aree, sfruttando il nostro network e la nostra conoscenza del mercato, per portare le eccellenze italiane a un pubblico sempre più vasto e sofisticato. Come dicevo, le esportazioni e i progetti internazionali influenzano le prestazioni delle aziende, che risultano più proattive e innovatrici, e aumentano anche le loro capacità imprenditoriali. Credo sia necessario comprendere e valorizzare gli impatti positivi dei progetti di export sulle capacità di innovazione e di crescita delle aziende e del personale, poiché queste sono lo stimolo per la diffusione di una cultura globale e di una sana competitività. Le aziende italiane hanno molto da dare. Bisogna abbandonare la diffidenza e aumentare la curiosità perché non ci sono solo ostacoli, ma anche opportunità. Export e internazionalizzazione significano anche scambio di culture e crescita aziendale, non solo vendita all’estero. Questi progetti devono partire dal Governo, dai leader e dai driver aziendali. Le aziende devono maturare la consapevolezza della propria realtà imprenditoriale e del Sistema Italia e utilizzare anche i finanziamenti per l’internazionalizzazione, non porsi sempre in un atteggiamento di attesa. Nei prossimi anni, anche grazie ai fondi che arriveranno dall’Europa, sarà necessario formare il capitale umano. Facciamo diventare le aziende italiane cittadine del mondo.
Lei è stato fondatore del gruppo ‘Uniti’ cui hanno aderito numerosi italiani all’estero, una realtà politica che nel 2022 le ha fatto guadagnare una candidatura come rappresentante alla Camera degli italiani residenti nella circoscrizione Asia-Africa-Oceania-Antartide. Qual è oggi l’impegno politico e le prospettive future di ‘Uniti’?
Vede, io sono un sognatore e ho sempre immaginato che potesse nascere un’Italia più giusta, più libera, più forte, anche per gli italiani all’estero. UNITI (Italia nel Mondo) nasce come movimento culturale e politico, con lo scopo di coinvolgere gli italiani che vivono all’estero per promuovere Cultura, Bellezza e Made in Italy, con la precisa volontà di dare vita ad un nuovo Rinascimento, nel quale il ruolo degli italiani all’estero è centrale. Stiamo crescendo e guardando al futuro, Uniti ha diverse prospettive e obiettivi, vogliamo ampliare la base di aderenti, coinvolgendo un numero crescente di italiani all’estero e rafforzando la struttura organizzativa del gruppo per essere ancora più influente a livello politico. Uniti potrebbe considerare la partecipazione a future elezioni, sia a livello nazionale che europeo, per continuare a dare voce agli italiani all’estero. La candidatura del 2022 è stata solo un inizio, e il gruppo potrebbe ambire a un ruolo più prominente nelle istituzioni italiane. Abbiamo elaborato e promosso proposte legislative specifiche per affrontare le problematiche degli italiani all’estero e le abbiamo trasmesse al Governo, lavorando in sinergia con altri gruppi e partiti politici, e continueremo a farlo, UNITI ha già iniziato un progetto di espansione portando la sua influenza in altre continenti, creando una rete globale di italiani impegnati politicamente e socialmente. Il nostro impegno politico e le prospettive future di UNITI indicano un movimento dinamico, pronto a rispondere alle esigenze di una comunità in crescita e sempre più consapevole del suo ruolo globale.
Un’ultima domanda, cosa pensa dei tanti giovani che espatriano all’estero alla ricerca di un lavoro dignitosamente retribuito?
L’espatrio dei giovani italiani alla ricerca di un lavoro dignitosamente retribuito è un fenomeno che riflette sia le sfide del mercato del lavoro in Italia che le opportunità offerte da una crescente mobilità globale. Questo trend presenta aspetti sia positivi che problematici, all’estero, i nostri giovani spesso trovano opportunità di lavoro che in Italia possono essere limitate, sia in termini di salario che di avanzamento di carriera. L’esperienza internazionale arricchisce il loro profilo professionale, migliorando competenze linguistiche, interculturali e tecniche, vivere e lavorare all’estero espande le prospettive dei giovani, permettendo loro di acquisire una visione globale e un’apertura mentale che possono essere preziose per il loro futuro personale e professionale. Per l’Italia però, uno degli aspetti più preoccupanti è la perdita di talenti qualificati, che scelgono di lasciare l’Italia per cercare migliori opportunità altrove. Questo può impoverire il tessuto economico e sociale del Paese, limitando l’innovazione e la crescita. Inoltre, per molti giovani, l’esperienza di vivere lontano dal proprio Paese e dalla propria cultura può portare a un senso di sradicamento e a difficoltà nell’integrazione, sia nel Paese ospitante che in caso di ritorno in Italia. È tempo che l’Italia affronti questo fenomeno non solo come una questione economica, ma anche sociale e culturale. Il Paese dovrebbe investire nella creazione di opportunità di lavoro dignitosamente retribuite e nella valorizzazione del talento giovanile, rendendo l’Italia un luogo dove i giovani possano realizzare le loro ambizioni senza dover necessariamente emigrare. Allo stesso tempo, come UNITI ribadiamo che è essenziale riconoscere e supportare i giovani che scelgono di vivere all’estero, valorizzando il loro contributo alle comunità italiane e facilitando eventuali processi di ritorno. In questo contesto, il mio ruolo come delegato estero e fondatore di Uniti può essere cruciale nel rappresentare le loro istanze e nel promuovere politiche che rispondano alle loro esigenze.
E quanto le manca l’Italia?
Mi aspettavo questa domanda, ora lei punta dritta al cuore, vede, l’Italia con la sua ricca cultura, la storia millenaria, i paesaggi incantevoli e, soprattutto, i legami personali e familiari, occupa sempre un posto speciale nel cuore di chi vive all’estero. Il senso di appartenenza, le tradizioni e la familiarità con il proprio Paese d’origine sono sentimenti profondi che possono suscitare una nostalgia costante, indipendentemente da quanto ci si adatti alla vita in un altro Paese, come dice Cesare Pavese nel suo affresco mentale
«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».
Tuttavia, l’esperienza all’estero, con le sue sfide e opportunità, porta anche una ricchezza di esperienze che arricchiscono l’identità, permettendo di portare con sé un pezzo d’Italia e i valori ovunque ti trovi, e di contribuire a diffonderne la Cultura, la Bellezza e il Made in Italy, in nuove terre.
Federitaly appoints Rocco Papapietro as Italian delegate for Asean area
The interview with Engineer Rocco Papapietro recently appointed as Italian delegate for Asean area by Federitaly, who has been dealing with internationalisation for companies from Kuala Lumpur (Malaysia) for 15 years.
Rocco Papapietro, an engineer and entrepreneur, recently appointed as Italian delegate for Asean area by Federitaly, an association structure that deals with the promotion and development of Italian companies that bring made in Italy to the world, has been working for 15 years in Asian markets to develop internationalisation strategies that enhance the value of Italian products, thus contributing to increasing the economic spin-off in favour of our country. We met him online also because his valuable work has also seen him engaged in foreign policy with the group he founded ‘United’ and which saw him as a candidate in the 2022 parliamentary elections in the AAOA foreign constituency.
Mr Papapietro, you have been one of the forerunners in the diffusion of Made in Italy in the world, first and foremost with a strong commitment to Asian markets with Compagnia delle Opere… what prompted the decision to base your internationalisation work for Italian companies in Kuala Lumpur (Malaysia)?
First of all, I would like to express my sincerest gratitude to the President of Federitaly Dr. Carlo VERDONE and all the management, for the trust they placed in me by appointing me as Delegate. My first trips to Malaysia and South-East Asia date back to 1999. At that time, I was working as Head of International Development for a well-known company, and I have always held global roles where cross culture was key. I immediately appreciated the dynamism of South East Asia; trip after trip I noticed a continuous evolution, clearly visible in the incessant construction of skyscrapers and buildings that changed the skyline of cities. Seeing such ferment, I imagined the creation of a bridge of knowledge and business between Italy and South-East Asia. Local companies were very curious and interested in learning Italian know-how. A great passion for new cultures, international development and a desire to get things done were the driving force, so pursuing this dream in 2009 I started an exploratory phase and the following year I decided to move permanently to Malaysia, so I founded Verdevita Sdn Bhd in collaboration with a local partner, starting the consulting business from Malaysia and South-East Asia. We realised that supporting companies in their growth and internationalisation processes locally would make a difference.
At such a difficult time with two conflicts on the borders of Asian territories, what strategies should be adopted?
I believe that one should strengthen diplomatic relations with international and regional organisations such as ASEAN, promote multilateral dialogues to facilitate peace negotiations and conflict resolution. We should support dialogue and mediation and try to maintain strategic neutrality to avoid unconditional adherence to blocs or alliances that could exacerbate tensions. Flexibility would allow rapid adaptation to geopolitical changes. We should make sure that natural resources, often one of the causes of conflict, are managed in a sustainable and shared manner, preventing them from becoming an additional cause for tension. In my view, these are the strategies that can help mitigate the consequences of conflicts, protect regional stability and promote long-term peace and economic growth in Italy.
The recent appointment as Italian delegate for area by Federitaly what advantages does it bring to your already brilliant work, and how much can you grow the made in Italy in the territories you explore? Which sectors of Italian enterprise and creativity are most successful in your area?
We see… The growth potential of Made in Italy in ASEAN countries is remarkable, thanks to the increasing demand for high quality products and the growing interest in Italian culture and lifestyle. Our action combined with Federitaly’s support can foster expansion in key sectors such as fashion, luxury technology and innovation. We cannot forget that interest in Italian design and furnishing is on the rise, especially in the luxury and high-end architecture segments, and last but not least, technology and innovation. Italian companies in the technology sector, including industrial automation, renewable energy and sustainability, can find ample opportunities in the ASEAN markets, where there is a strong demand for innovative solutions. Certainly, my appointment will be able to accelerate the growth of Italian-made products in these areas, leveraging our network and market knowledge to bring Italian excellence to an increasingly broad and sophisticated audience. As I said, exports and international projects influence the performance of companies, which are more proactive and innovative, and also increase their entrepreneurial skills. I believe it is necessary to understand and enhance the positive impacts of export projects on the innovation and growth capacities of companies and personnel, as these are the stimulus for the spread of a global culture and healthy competitiveness. Italian companies have much to give. We must abandon mistrust and increase curiosity because there are not only obstacles, but also opportunities. Export and internationalisation also mean the exchange of cultures and business growth, not just selling abroad. These projects must start with the government, leaders and company drivers. Companies must become more aware of their own business reality and of the Italian System and also make use of funding for internationalisation, and not always adopt a wait-and-see attitude. In the coming years, also thanks to the funds that will arrive from Europe, it will be necessary to train human capital. Let us make Italian companies citizens of the world.
You were the founder of the group ‘Uniti’ joined by many Italians abroad, a political reality that in 2022 earned you a candidacy as a representative in the Chamber of Deputies of Italians living in the Asia-Africa-Oceania-Antarctica constituency. What is the political commitment and future prospects of ‘Uniti’ today?
You see, I am a dreamer and I have always imagined that a fairer, freer, stronger Italy could be born, also for Italians abroad. UNITI (Italy in the World) was born as a cultural and political movement, with the aim of involving Italians living abroad to promote Culture, Beauty and Made in Italy, with the precise intention of giving life to a new Renaissance, in which the role of Italians abroad is central. We are growing and looking to the future, Uniti has different perspectives and objectives, we want to expand the membership base, involving a growing number of Italians abroad and strengthening the organisational structure of the group to be even more influential at the political level. Uniti could consider participating in future elections, both at national and European level, to continue to give Italians abroad a voice. The 2022 bid was just a start, and the group could aspire to a more prominent role in Italian institutions. We have drafted and promoted specific legislative proposals to address the problems of Italians abroad and have forwarded them to the Government, working in synergy with other groups and political parties, and we will continue to do so. UNITI has already begun a project of expansion by taking its influence to other continents, creating a global network of politically and socially committed Italians. Our political commitment and the future prospects of UNITI indicate a dynamic movement, ready to respond to the needs of a growing community that is increasingly aware of its global role.
One last question, what do you think of the many young people who expatriate abroad in search of a decent paid job?
The expatriation of young Italians in search of a decent paid job is a phenomenon that reflects both the challenges of the labour market in Italy and the opportunities offered by increasing global mobility. This trend has both positive and problematic aspects. Abroad, our young people often find job opportunities that may be limited in Italy, both in terms of salary and career advancement. International experience enriches their professional profile, improving linguistic, intercultural and technical skills; living and working abroad expands young people’s perspectives, allowing them to acquire a global vision and open-mindedness that can be invaluable for their personal and professional future. For Italy, however, one of the most worrying aspects is the loss of qualified talent, who choose to leave Italy to seek better opportunities elsewhere. This can impoverish the economic and social fabric of the country, limiting innovation and growth. Moreover, for many young people, the experience of living far from their own country and culture can lead to a sense of uprooting and difficulties in integrating, both in the host country and upon return to Italy. It is time for Italy to address this phenomenon not only as an economic issue, but also as a social and cultural one. The country should invest in the creation of decent paid employment opportunities and in the enhancement of youth talent, making Italy a place where young people can realise their ambitions without necessarily having to emigrate. At the same time, as UNITI we reiterate that it is essential to recognise and support young people who choose to live abroad, valuing their contribution to Italian communities and facilitating any return processes. In this context, my role as foreign delegate and founder of Uniti can be crucial in representing their demands and promoting policies that meet their needs.
And how much do you miss Italy?
I was expecting this question, now she goes straight to the heart, you see, Italy with its rich culture, millenary history, enchanting landscapes and, above all, personal and family ties, always holds a special place in the heart of those living abroad. The sense of belonging, traditions and familiarity with one’s country of origin are deep feelings that can arouse constant nostalgia, no matter how one adapts to life in another country, as Cesare Pavese says in his mental fresco
‘A country is needed, if only for the sake of getting away. A country means not being alone, knowing that in the people, in the plants, in the land there is something of yours, that even when you are not there it remains waiting for you’.
However, experience abroad, with its challenges and opportunities, also brings a wealth of experiences that enrich your identity, allowing you to take a piece of Italy and its values with you wherever you go, and to help spread its Culture, Beauty and Made in Italy, to new lands.