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I dé Medici, la televisione e la Storia

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La fiction è volano di turismo di qualità per il nostro paese. Gianni Pezzano storico italo australiano:’Con la serie sui dé Medici la RAI dimostra il suo enorme potenziale nel promuovere la nostra Cultura nel mondo

Di Gianni Pezzano

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Era inevitabile che un programma costoso come la serie televisiva sui dé Medici ora in onda su RAI 1 trovasse qualche critica dai puristi storici. Siamo un paese dove ognuno vuole esercitare il diritto d’espressione, ma a volte bisogna domandarci se davvero dobbiamo fare controversie su qualsiasi situazione, importante e non.

La Rai non è nuova a serie televisive ambientate nel nostro Rinascimento. Ebbe grandissimo successo nei primi anni settanta con la Vita di Leonardo con Philippe Leroy che vinse persino un premio speciale ai prestigiosi Golden Globes americani. La serie era semplicemente stupenda, non solo per come presentò la vita del Genio, ma anche per l’idea brillante di far interrompere le scene dal narratore per spiegare vicende e controversie storiche. In un mondo alla ricerca di divertimento dubito che il pubblico d’oggigiorno vorrebbe lezioni di Storia nel corso di un programma leggero, ma è proprio per via della Storia che alcuni mettono in dubbio il valore del nuovo programma.

Nel corso della pubblicità nessuno ha mai detto che la serie avrebbe rivelato verità storiche. Era un periodo controverso, violento e di una fioritura culturale senza precedenti e nella quale la politica era spietata e in questo la serie dà un quadro dei pericoli per i potenti di morte prematura a causa della gelosia dei rivali. Qualsiasi studente italiano che abbia letto la Commedia sa che l’Inferno è pieno di personaggi storici che avevano compiuto orrori nella loro smania per il potere. La vita dei dé Medici non era certamente da meno.

Per questo motivo la scelta di Richard Madden che interpreta Cosimi dé Medici è particolarmente acuta. L’attore era già noto sui palcoscenici internazionali per aver interpretato Robb Stark in “Trono di spade” per tre stagioni e solo questo avrebbe già garantito un buon pubblico, anche senza la presenza di Dustin Hoffman. Allo stesso tempo le due serie hanno un’altra qualità in comune ed è proprio quella di mostrare mondi spietati dove, come dice Cersei in Trono di Spade “Quando si gioca al gioco del trono, o si vince o si muore” e  lo abbiamo visto su RAI in una di queste serate.

Ed è a questo punto che iniziano le controversie della serie. In molti sensi il programma è fantastoria e quindi è da trattare come tale. I critici scordano un fatto importante, che lo scopo del programma non è di riportare i minimi dettagli della Storia, ma di far divertire il pubblico italiano. Purtroppo, in passato abbiamo già avuto il cattivo esempio di un autore di successo mondiale che ha cercato di dire che un suo libro era preciso storicamente ed invece quasi ogni dettaglio era inventato e ancora paghiamo un prezzo per queste pretese.

Nel suo “Codice Da Vinci” l’autore americano Dan Brown dice espressamente che i dettagli storici del libro erano veri, purtroppo la realtà era ben altro. Chiunque abbia letta un solo libro serio di Storia del processo dei Templari sa che in quasi ogni aspetto la trama del libro non è che l’ombra del gioco politico tra il re Filippo il Bello di Francia e il Papa Clemente V che poi aveva la sede ad Avignone e non a Roma come dice il libro. In effetti il romanzo era una critica alla chiesa cattolica da parte dell’autore, ma nello scegliere quel caso non ha fatto altro che confondere le carte, il reato vero della chiesa in Francia non è stato il processo ai Templari, ma la Crociata Albigense contro i Catari. Dall’uscita del libro di Brown l’industria della Storia fantomatica attorno i Templari si è ingrandita e molti lettori utilizzano il romanzo come prova della malvagità del Papato.

Certamente il programma italiano ha rilevanza importante, sia storica che per i suoi effetti “collaterali”. La bellezza delle scene e la storia essenziale dovrebbero avere l’effetto di far capire al pubblico che la Storia non è un ripetizione di dati e luoghi, ma che è composta da personaggi che erano, come dice il titolo del celebre film “buoni, brutti e cattivi” e speriamo che questo programma abbia l’effetto di attirare il pubblico a informarsi di cosa sia successo secoli fa in un periodo che creò quel Rinascimento che è la nostra vera gloria culturale. Infatti abbiamo due esempi di come la fantastoria presentata nei modi giusti può svolgere un ruolo importante per il paese e questi esempi vengono dal nostro unico rivale vero per numero di siti di patrimonio culturali importanti, la Cina.

Due film di grandissimo successo erano ispirati ad un vero episodio della Storia cinese. “Hero” e ”L’Imperatore e l’assassino” trattano in modi diversi, ma bellissimi un capitolo della vita del Primo Imperatore, costui sepolto nella tomba circondato dal celebre esercito di terracotta. Non è un caso che il governo cinese investa soldi in film del genere. Lo fa con l’intenzione di far conoscere la loro Storia e la loro Cultura al mondo che ne è ignorante e con uno scopo preciso che noi dobbiamo seguire per il bene del nostro paese. I film storici cinesi hanno aiutato a far aumentare in modo impressionante il numero di turisti internazionali in quel paese.

La serie RAI, come altri film e serie del genere hanno lo stesso potenziale di attirare l’attenzione del mondo non solo su Firenze, ma anche sulle altre città che hanno avuto ruoli chiave nel nostro Rinascimento. La Urbino di Federico di Montefeltro ebbe anche Raffaello e Piero della Francesca, La Ferrara dei D’Este ispirò Ariosto, i Visconti di Milano ebbero come ospite Leonardo, la Roma papale ebbe Michelangelo e Caravaggio e i Gonzaga di Mantova avevano Mantegna e Giulio Romano. Ognuna di queste Signorie potrebbero ispirare serie e film importanti che a lungo termine avrebbero l’effetto di far capire che il nostro paese non è soltanto Roma, Firenze e Venezia come pensano molti all’estero. In verità, farebbe capire che i nostri luoghi di patrimonio culturale mondiale non si limitano alla cinquantina di oggi, ma sono molti, ma molti di più.

Con la serie sui dé Medici la RAI dimostra il suo enorme potenziale nel promuovere la nostra Cultura nel mondo, ma non basta da sola. Dobbiamo augurarci che la serie avrà grande successo internazionale così anche i nostri altri produttori cominceranno finalmente a finanziare film e serie importanti per un pubblico internazionale che non solo ha voglia di prodotti di qualità, ma soprattutto è in cerca di luoghi nuovi da esplorare ed il nostro paese ne ha per tutti i gusti.

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