Attualità
Certificato di idoneità alla Dad: botta e risposta tra presidi e pediatri

La nuova incombenza a carico dei medici, sui bimbi «richieste inopportune»
di Dario De Camillis
Un certificato di idoneità alla didattica a distanza: è l’ultima bizzarria richiesta ai pediatri da alcuni dirigenti scolastici.
Ebbene sì, sta avvenendo che alcune scuole chiedano in maniera del tutto autonoma ed arbitraria un’attestazione che l’alunno sia idoneo alle attività che prevedono l’uso di un computer. Un po’ come, mutatis mutandis, 40 anni fa avessero chiesto ai nostri genitori di produrre un certificato per dichiarare l’attitudine dei figli a tenere una penna in mano.
Come se non bastassero le innumerevoli complicazioni, purtroppo spesso giustificate o comunque comprensibili, cui tutti siamo tenuti a sottostare in questo periodo ormai interminabile di pandemia, ci si mettono anche i presidi fantasiosi.
Ovviamente, fanno notare i pediatri della Federazione Italiana Medici Pediatri, oltre che assurdo, questo certificato è assolutamente improprio: prima di tutto perché una certificazione medico legale presuppone necessariamente una visita medica de visu – che non può essere effettuata su un soggetto in quarantena/isolamento – secondariamente perché non esiste normativa specifica che indichi i motivi sanitari di una eventuale “non idoneità alla didattica on line”.
La FIMP chiede ufficialmente, in una nota a tutti gli istituti scolastici, «di sospendere tale formulazione di richieste inutili ed inopportune, che gravano ulteriormente il carico di lavoro ai livelli massimi di sopportazione».
Raggiunto al telefono, il segretario della Confederazione italiana pediatri del Lazio, Patrizio Veronelli, rilancia la necessità di «convocare un tavolo urgente con la direzione regionale della scuola e della sanità del Lazio per definire un iter volto a snellire le procedure burocratiche: massima efficienza e tutela della salute, soprattutto in questa fase molto critica della pandemia, prendano il posto della burocrazia superflua che intasa i nostri studi».