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Attualità

Catalogna: caos totale e uno sciopero a metà.

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La paura che la situazione precipiti. Fischiato il giocatore del Barcellona Piquet, perché catalano, all’allenamento della nazionale spagnola.

 

di Nicola Lacerenza

Negozi delle vie principali di Barcellona quasi tutti aperti, i settecento dipendenti del porto di Tarragona tutti al lavoro, tranne dieci persone. Questa la misura di quello che doveva essere lo “sciopero generale” di ieri. «Non possiamo far guastare i nostri prodotti, siamo venuti a lavorare senza problemi finora» ha detto la titolare di un negozio nel centro di Barcellona. «Volevo rispettare il mio diritto al lavoro» ha spiegato una signora uscendo dal suo ufficio. A fare davvero paura invece sono stati gli alberghi presi d’ assalto dai cittadini catalani, che hanno costretto i poliziotti alloggiati al loro interno ad andarsene. Inutile l’appello alla “tranquillità” fatto dal re di Spagna, Filippo VI, nel suo discorso alla nazione. Difronte ad una tensione ormai alle stelle, il governo spagnolo ha parlato di “atteggiamento mafioso” da parte dei catalani nei confronti degli agenti mandati da Madrid e ha accusato le autorità catalane di alimentare un clima di odio. «Non tollereremo alcun comportamento mafioso in Catalogna.

Noi siamo per la difesa dei diritti degli spagnoli e della loro libertà di stare insieme, che sono state sistematicamente calpestate» ha precisato la vicepresidente del governo nazionale Soraya Sàenz de Santamarìa. Contemporaneamente il governo si è schierato a favore delle forze dell’ordine, chiedendo agli agenti di non lasciare gli alberghi e cinque sindacati di polizia hanno dato vita a manifestazioni in decine di città spagnole. L’obbiettivo era quello di ottenere dal ministro dell’interno Juan Ignacio Zoido l’autorizzazione a reagire agli attacchi subiti dalla cittadinanza catalana e le dimissioni dello stesso ministro per non aver concesso questa autorizzazione fin dall’inizio. Col passare delle ore, la possibilità di una soluzione pacifica alla crisi sembra svanire tra mobilitazioni sempre meno pacifiche e discorsi improntati alla violenza e allo scontro. Basta constatare come i tifosi di calcio hanno accolto con fischi e grida di “fuori, fuori!” il giocatore del Barcellona Piquet,catalano e aperto sostenitore dell’indipendenza, quando si è presentato all’allenamento della nazionale spagnola. “Sono pronto a fare un passo indietro” ha detto il giocatore. La possibilità che la situazione precipiti non appare tanto remota. Nel frattempo il parlamento catalano si riunirà lunedì prossimo per votare la Dui, la dichiarazione di indipendenza.

 

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