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Intervista a Gregorio Sciortino
Di Francesca Rossetti
Da sempre la Sicilia ha fra i suoi simboli distintivi il tipico carretto multicolore, un’autentica opera d’arte realizzata da bravissimi artigiani come Gregorio Sciortino che ci parla di questo meraviglioso oggetto folkloristico.
Chi è Gregorio Sciortino e come nasce la Sua passione per i carretti siciliani?
“Gregorio Sciortino nasce nel 1953 a Bagheria , cuore delle conca d’oro palermitana e si appassiona ai carretti siciliani grazie ad un amico vicino di casa , maestro Matteo Disalvo, che gli insegnò le tecniche di costruzione ed i segreti per la realizzazione del famoso mezzo tipico dell’isola. Le realizzazioni del maestro Sciortino sono perfette riproduzioni dei carretti siciliani costruiti in varie misure e proporzioni realizzate in legno utilizzando gli antichi strumenti di una volta.”
Qual è l’origine storica del carretto e con quali materiali è realizzato? Quali soggetti decorativi e colori si utilizzano e come variano le versioni da una città all’altra?
“Le origini del carretto siciliano risalgono al xIx secolo fino alla seconda metà del xx secolo. Costruito con diverse qualità di legno ,spesso fregiato da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche nonchè uno dei simboli dell’icona folkloristica siciliana. IL carretto è strutturato dal “fonnu di cascia”, cioè il pianale di carico e da due tavulazzi sul quale sono montati parallelamente due masciddari, cioè le sponde fisse del carretto e un putte’ddu cioè portello posteriore removibile. Ogni masciddaru è suddiviso equamente in due scacchi in cui vengono dipinte le scene . Invece sul putteddu vi è uno scacco centrale . Gli scacchi sono divisi da un segmento verticale che congiunge i pannelli al “fonnu di cacsia”. Ci sono 6 ” barruni ” tra ” masciddari e putteddu “. Questa sezione contenitiva sormonta il gruppo portante del carretto ,il quale comprende le aste e la “cascia di fusu”. Essa a sua volta costituita da una sezione di legno intagliata sormontata da un arabesco di metallo . Fra le aste sotto i “tavulazzi”vengono montate due chiave in legno una anteriorela e una posteriore. La chiave anteriore non’è che una semplice barra ricurva , la chiave posteriore consiste in un bassorilievo intagliato rappresentante una scena solitamente cavalleresca . Poi ci sono le ruote composte da 12 raggi definiti in siciliano ” iammozzi” che congiungono il mozzo al cerchione . Il carretto assume diverse caratteristiche a seconda la zona in cui viene costruito. Nel Palermitano il carretto presenta sponde trapezoidali , una tinta di fondo gialla e decorazioni prevalentemente geometriche.Le rappresentazioni sugli scacchi variano tra cavalleresco e religioso , prevalgono le tonalità rosse , giallo, verde ,blu .Le sfumature sono ridotte all’essenziale e la prospettiva bidimensionale . Nel catanese le sponde sono rettangolari, la tinta di fondo rossa e gli’intagli e le decorazioni si presentano più ricercati e meglio rifiniti. Le scene raffigurate contemplano la tridimensionalità prospettica , la gamma di tonalità si arricchisce , le sfumature e i chiari e scuri si fanno più incisive. Meno conosciuto è lo stile del Ragusano in cui il carretto presenta una struttura simile al catanese ma nelle tonalità si distingue per la sua caratteristica gradazione scura. Esiste anche una versione trapanese che però non ha raggiunto la stessa diffusione del palermitano e quello catanese . Il primo simbolo del carretto è u “carritteri” che si occupava di guidare il carretto, esso indossava un vestito di velluto nero o marrone a righe , il gilet con 4 taschini un fazzoletto rosso al collo annodato dietro la nuca , portava scarpe pesanti chiodate e la caratteristica coppula con cui si coprivano il capo. Dopo un altro simbolo è la pittura. In origine il carretto non aveva alcuna pretesa decorativa , ma era colorato soltanto di un semplice tinta blu o grigia, con una filettatura in rosso e con delle chiazze di turchino e giallo . Col passare del tempo ,verso la seconda metà dell’800 si introdusse soggetti di tipo : religioso , popolare ,figure con funzioni protettrici e propiziatorie , immagine della madonna o di santi per ringraziare delle grazie ricevute ed esorcizzare ogni genere di minaccia ,furono usati sempre più spesso i colori giallo e rosso ( i colori della municipalità palermitana). Presto ai motivi religiosi si sostituirono quelli fitomorfi e zoomorfi ,quali uccelli , farfalle , ciliege, per poi terminare con le storie dei paladini di Francia. La decorazione poi si suddivideva in due : la prima da ” carretto povero” a tinta unica con qualche decorazione negli scomparti dei laterali .La seconda molta più diffusa da “carretto ricco “detto anche “patrunali “o del “massaro ” intagliato e dipinto in ogni sua parte .I più famosi pittori operavano in botteghe artigiane delle grandi città come : Palermo ,Catania . Le scene che ornavano le varie parti del carretto raccontano le storie più diverse e seguono ne tempo un’evoluzione a se stante. Pitture semplici e vivaci curiose nello stile che rappresentano fatti storici, avventure di ogni tipo ,simboli e figure religiose. Alcuni episodi sono : i paladini di Carlo Magno , scene delle crociate , la cavalleria rusticana ,le battaglie dei garibaldini , la prim guerra mondiale fino alla vita quotidiana degli anni 20 . Altre scene sono Ruggero il normanno o i Vespri Siciliani poi la battaglia di Otello con i Saraceni , le imprese dei Paladini di Francia , Orlando e Rinaldo ,le vicende di Ruggero , Marfisa e Ganodi Maganza e così via.”
In quali eventi si usa oggi?
“Il carretto siciliano , sebbene in via di estinzione esiste ancora. A Canicattì in occasione della festa del santissimo crocifisso (3 maggio) si svolge la sfilata dei carretti per le vie della città . A Terrasini c’è il museo del “carretto siciliano “. A Vizzini e Trecastagni annualmente si organizzano sfilate dei carretti .Il carretto lo si può trovare ancora nei centri storici della Sicilia come attrattiva per i turisti,duranti eventi popolari quali sfilate esposizioni e feste pubbliche nelle cerimonie folcloristiche ma sopratutto nelle botte degli ultimi artigiani del carretto.”
Quali sono le scuole più importanti per imparare a realizzarlo?
“Le tre scuole principali sono quella di Palermo con Bagheria , Partinico che si estende anche oltre la provincia fino ad Agrigento,Acireale,Caltanissetta , Castelvetrano ,poi Catania con Aci S.Antonio ,Ragusa ,Comiso e Vittoria ed infine Trapani.”
Un grande grazie e complimenti a Gregorio e per informazioni www.carrettisiciliani.it