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Apre la Mostra su Barbie, la bambola più famosa e iconica al mondo

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Presentata a Milano il 12 settembre la mostra “BARBIE: A Cultural Icon Exhibition” dedicata ai 65 anni di Barbie e all’impatto che sin dalla sua nascita ha sulla moda e sull’evoluzione sociale e culturale della donna.

di Gisella Peana

E’ stata presentata a Milano il 12 settembre la mostra “BARBIE: A Cultural Icon Exhibition” dedicata ai 65 anni di Barbie e all’impatto che sin dalla sua nascita ha sulla moda e sull’evoluzione sociale e culturale della donna.

Con un vernissage esclusivo, presso lo spazio Next Exhibition, è stata celebrata quella che è sempre più una vera e propria icona culturale e di stile. Gli ospiti hanno potuto visitare la mostra in anteprima e immergersi nel fantastico mondo di Barbie.

La Mostra che rimarrà aperta al pubblico fino al 19 gennaio 2025, ripercorre tutta la storia dell’iconica bambola, dalla sua nascita nel 1959 fino ai giorni nostri, con l’ultima creazione del 2024.

Il viaggio attraverso la storia di Barbie parte dalla sua nascita nel 1959 ai giorni nostri. Il visitatore ripercorre tutta la vita di Barbie attraverso foto con didascalie e racconti, esposizioni di oltre 250 bambole vintage, accessori, video, scenari iconici: la prima Dreamhouse del 1962; l’inconfondibile macchina rosa fabbricata nel 2009, per celebrare il 50° anniversario di Barbie, il marchio ha collaborato con la Fiat per creare una Fiat 500 completamente rosa, con accessori e interni personalizzati speciali, tra cui veri cristalli Swarovski, rimane un pezzo unico che è stato messo all’asta per beneficenza da Sotheby’s per oltre 20.000 euro; una fantastica tavola da surf sempre a grandezza reale che rimanda all’iconica spiaggia di Malibù, alle due postazioni che riproducono il celebre packaging di Barbie e Ken a grandezza naturale dove poter entrare per scattare delle divertenti foto souvenir e sentirsi per un giorno Barbie o Ken.

Il percorso della mostra inizia con l’illustrazione della prima creatrice della bambola, Ruth Handler, la quale volle disegnare una Barbie in cui le bambine si potessero identificare per realizzare i loro sogni e fare liberamente le proprie scelte di vita. Questa filosofia si è mantenuta nel tempo attraversando tutte le diverse epoche e le sue evoluzioni.

Ruth Handler, co-fondatrice di Mattel, si era accorta che l’assortimento di giocattoli, tra cui sua figlia Barbara poteva scegliere era molto limitato. La bambina poteva giocare solo a fare la mamma o la babysitter, mentre suo figlio aveva giocattoli che gli permettevano di immaginarsi come pompiere, astronauta, medico e molto altro ancora. Osservando Barbara giocare per ore con le bambole di carta, Ruth capì l’opportunità di sostenere e ispirare le bambine creando una bambola tridimensionale che mostrasse loro che potevano essere tutto ciò che desideravano. Ruth volle creare una bambola con caratteristiche adulte, in modo che le bambine potessero sognare il loro futuro. Tuttavia, il suo team incontrò difficoltà nel modellare su una scala così piccola dei dettagli realistici. Fu solo quando Ruth si recò in Europa e si imbatté in una bambola di un negozio svizzero che il suo sogno divenne realtà. Comprò quella bambola immediatamente e la portò con sé negli Stati Uniti. Ruth diede alla bambola il nome di sua figlia, Barbara Handler: “Barbie” e a Ken quello di suo figlio, Kenneth Handler.

Nel percorso della mostra è raccontata tutta la storia della bambola più famosa al mondo. Il suo debutto nel 1959 alla Fiero d& Giocattolo di New York con indosso un costume da bagno a righe bianche e nere e la sua caratteristica coda di cavallo. Nonostante i rivenditori di giocattoli fossero scettici perché Barbie era diversa dalle bambole dell’epoca e dubitavano che avrebbe avuto successo, in realtà Barbie ha conquistato il mondo: da quel momento in poi, le bambine hanno potuto immaginare il loro futuro come mai prima di allora.

Potrete ammirare i 22 completi originali realizzati per il debutto di Barbie nel 1959. Barbie aveva un team di talentuosi stilisti che creavano look solo per lei, ispirandosi all’alta moda e alle principali icone dell’epoca per garantire che fosse sempre all’ultimo grido. Ciascun abito, inclusi gli accessori, era sviluppato da un singolo stilista. I look venivano poi selezionati dai fondatori di Matte!, Ruth ed Elliot, e solo quelli che risultavano sia eleganti sia pratici da produrre finivano nel guardaroba di Barbie.

Troverete anche una grande gigantografia della “First Lady della Moda” Jackie Kennedy, alla quale gli stilisti della Mattel si ispirarono per rendere Barbie come Jackie: elegante, moderna e influente.

Naturalmente alla “BARBIE: A Cultural Icon Exhibition” non può mancare Ken, nato nel 1961 che entrò in scena con un costume da bagno rosso e un sorriso appena accennato. Divenne il fidanzato di Barbie, pronto ad incoraggiarla e accompagnarla ovunque, dalla spiaggia ai balli in smoking.

Potrete ammirare la casa dei sogni di Barbie, creata nel 1962, prima che le donne avessero il diritto di aprire un proprio conto in banca. Barbie precorritrice del futuro e dei diritti delle donne comprò la sua prima casa.

Percorrendo l’itinerario della mostra potrete vedere come Barbie si è adattata alla rivoluzione della moda, indossando minigonne, nate negli anni sessanta e simbolo dell’emancipazione femminile. Nell’era spaziale degli anni ‘60 sono stati creati per la bambola tute e abiti scintillanti. Gli abiti psichedelici e i jeans, originariamente creati per gli operai, divennero negli anni ’50 popolari sia per gli uomini che per le donne, e non potevano mancare nel guardaroba di Barbie sempre alla moda e in linea con i tempi. Barbie ha abbracciato anche il multiculturalismo, attraverso i vestiti che indossava, che rappresentavano culture e razze diverse. La Barbie anni ’80 è agghindata con abiti da sera stravaganti, balze e pellicce pregiate, Barbie mostrava la mentalità “more is more” di quel periodo. A differenza degli stili più modesti del decennio precedente, i look lussuosi degli anni ’80 avevano una marcia in più. Programmi televisivi popolari come “Dynasty” mostravano lo stile di vita dei ricchi e famosi alle masse, oltre che la loro ricchezza.

Gli stilisti di Barbie hanno sempre tratto ispirazione dalle vette dell’alta moda. Ma nel 1984, lo stilista di fama mondiale Oscar de la Renta portò il suo talento e la sua celebrità direttamente sulla passerella di Barbie. Barbie è stata la modella della prima collezione in miniatura di De La Renta, caratterizzata da abiti glamour dai toni metallici e gioiello. Fu la prima di molte collaborazioni con l’alta moda.

Barbie ha seguito anche la moda del fitness. La tendenza legata al fitness degli anni Settanta divenne un’ossessione negli anni Ottanta. Sia le donne che gli uomini si affollavano nei centri benessere e nelle palestre per rimettersi in forma e tonificarsi. Questi club avevano i loro codici di abbigliamento “gym-chic”. anche se informali: i top coordinati, i body e i leggings calzavano alla perfezione mentre le donne si allenavano. Vestita di spandex e con i capelli raccolti in una coda di cavallo, anche Barbie era pronta per andare in palestra e per adeguarsi alla moda del momento. Barbie è protagonista anche nell’alta moda con la collezione “Barbie Fashion Model”, disegnata da Robert Best, con abiti squisitamente dettagliati e un corpo esclusivo in Silkstoner creato con l’aspetto e il peso della porcellana. La collezione celebra lo stile glamour e l’eredità di Barbie con abiti intricati e splendidamente confezionati, gioielli e accessori altamente dettagliati e la fisionomia del volto originale di Barbie del 1959. Sarà anche alta meno di 30 centimetri, ma Barbie ha ispirato ed è stata ispirata dalla comunità creativa e della moda per sei decenni. Molti stilisti e designer hanno raccontato che Barbie è stata la loro prima “cliente”. Barbie ha infatti collaborato con oltre 75 influencer diversi e ha ispirato più di 150 designer. Ha ispirato la linea Moschino Primavera 2015 di Jeremy Scott, che ha debuttato come direttore creativo al Moschino Fashion Show 2014 a Milano. Barbie ha collaborato con Moschino per altre tre collezioni. “La cosa che amo di più di Barbie è che incarna la musa definitiva: ha indossato ogni stile e design immaginabile e allo stesso tempo ha intrapreso tutte le carriere che si possano sognare”, ha dichiarato Jeremy Scott.

La mostra evidenzia le epoche che cambiano e Barbie che si adatta o anticipa le rivoluzioni sociali, come la creazione della prima bambola nera nel 1968, Christie, che rivelò un cambiamento significativo dell’atteggiamento americano nei confronti delle minoranze etniche. Barbie e Christie divennero amiche quando la maggior parte degli americani di origine caucasica e afroamericana ancora studiava, lavorava e viveva separatamente. Le leggi che proibivano la segregazione razziale e consentivano i matrimoni interrazziali erano nuove e spesso non applicate. Tuttavia, i tempi stavano cambiando. Un movimento per i diritti civili molto attivo ottenne l’accesso alle istituzioni bianche e alimentò l’orgoglio per una cultura afroamericana distinta. Gli afroamericani divennero più visibili nella cultura popolare grazie all’apertura di ruoli più significativi nel cinema e nella televisione. Christie, seppur piccola in altezza, ha trasmesso un messaggio potente semplicemente stando sullo scaffale.

Continuando il percorso nella mostra troviamo la Barbie degli anni ’70, che rappresentava la donna in carriera.

Più donne che mai in quegli anni lavoravano e andavano all’università per cercarsi nuove opportunità di carriera. Tuttavia, incontravano resistenza. La legge sui diritti civili, che vietava la discriminazione, spesso non veniva applicata. In risposta, si unirono nel movimento per i diritti delle donne per chiedere inclusione, uguaglianza e liberazione. Le giovani donne dei campus universitari aggiunsero la loro voce al coro e ne raccolsero i benefici. La legislazione chiave del Titolo IX consentì loro l’accesso a programmi universitari precedentemente chiusi e dominati dagli uomini. Ampliò la partecipazione agli sport universitari alle donne, la cui prestanza fisica poteva ora far guadagnare loro una borsa di studio. Alla fine degli anni ’70, le donne iscritte all’università erano più numerose degli uomini. Il numero di studentesse di medicina triplicò. E chiunque avesse un televisore avrebbe potuto vedere Billie Jean King vincere la “Battaglia dei sessi” di tennis uno contro uno. Le donne stavano dimostrando di poter competere con gli uomini, o addirittura di avere la meglio su di loro.

Il viaggio all’interno dell’esposizione continua e si passa agli anni ’80 e il primo passo di Barbie verso l’inclusione. Per la prima volta Barbie aveva diverse carnagioni. Il fenomeno del multiculturalismo giunse al massimo sviluppo alla fine del XX secolo. Mentre la popolazione nazionale diventava sempre più eterogenea, persone di tutte le etnie, e non più solo caucasiche, diventavano più visibili nei media commerciali, nelle compagne pubblicitarie e persino nelle scatole rosa delle Barbie.

Nel percorso della storia di Barbie troviamo in esposizione “Barbie and the Rockers”, la bambola con la sua band nata nel 1986, periodo della popolarità dei video musicali e della musica POP, vestita con abiti che ricordano le cantanti rock. L’anno seguente e per la prima volta, Barbie recitò nel cortometraggio animato “Barbie and The Rockers: Out of this World”, che fu distribuito anche in VHS.

Nella lunga storia di Barbie troviamo la Barbie del 1984 che rompe gli schemi e assume ruoli fino ad allora riservati agli uomini. Dopo decenni di “carriere femminili” negli anni ’80, le donne iniziarono a superare le barriere per raggiungere posizioni di leadership e autorità occupate quasi esclusivamente da uomini. Il decennio ha visto le donne candidarsi alle presidenziali, far parte della Corte Suprema degli Stati Uniti e andare nello spazio. La tendenza continuò sul campo. Le donne che cercarono un’istruzione negli anni ’70, erano ora pronte o lavorare fianco a fianco con gli uomini ed alla pari. Entrarono nei Consigli di amministrazione, nei tribunali e negli uffici dirigenziali, tracciando la strada che altre avrebbero seguito. Tuttavia, le sfide da affrontare erano molte. Una delle tante era come vestirsi professionalmente come donna in un mondo di uomini. I nuovi ruoli richiedevano un nuovo look. Le lavoratrici si presentarono in “powersuit” che abbinavano le spalle larghe e imponenti a tailleur maschili a gonne dritte e serie. Insieme, manifestavano l’appartenenza delle donne a posizioni di potere.

Nell’itinerario espositivo si trova anche la Barbie disegnata da Andy Warhol. Il famoso artista pop era noto per i suoi famigerati ritratti di icone americane. Nel 1986, Barbie apparve in quello the fu il suo ultimo ritratto. Doveva raffigurare I’artista e designer BillyBoy, musa di lunga data di Warhol. Ma quando gli fu chiesto di essere il soggetto, Billy, un avido collezionista di Barbie, rispose: “Beh, se vuoi davvero fare il mio ritratto, fai un ritratto di Barbie perché Barbie, c’est moi”. E così Warhol fece.

Il guardaroba esposto è innumerevole. Anche se è alta solo 29,5 centimetri, progettare il guardaroba di Barbie non è un compito da poco. L’ispirazione può venire dalla passerella, da una rivista, dallo streetwear, da una mostra, dai social media, da un pezzo di tessuto e molto altro ancora. In seguito i designer daranno vita alla loro visione con uno schizzo scegliendo tra migliaia di tessuti nella libreria tessile di Mattel. Dallo schizzo alla selezione dei tessuti, ogni outfit è unico e di tendenza. Con Barbie, l’ispirazione dei designer diventa un’opera d’arte che i fan custodiranno per le generazioni a venire. Le fasi finali che riguardano i suoi look sono gli accessori. Per completare il suo ensemble, il team di progettazione di Barbie va a fare shopping nell’archivio di accessori Mattel, estraendo da cassetti pieni di migliaia di scarpe, cappelli, gioielli, borsette in miniatura e altro ancora. Se non riescono a trovare quello che stanno cercando, un reparto dedicato darà forma a qualcosa di completamente nuovo per l’occasione. La fase successiva è la progettazione del packaging. Mattel dispone di un team completo di designer dedicato a garantire che ogni scatola sia progettata attorno al prodotto finale. Con il prototipo di Barbie in mano, creano una struttura della scatola, determinano come fissare la bambola e gli accessori e incorporano gli elementi grafici per legare insieme l’intero pezzo. Una volta completati la bambola e gli abiti, tutti i file di progettazione vengono inviati alla produzione per continuare il processo di sviluppo e creare il prodotto finale che vediamo oggi sugli scaffali. Creare ogni bambola Barbie richiede la collaborazione di artisti e designer appassionati che lavorano dietro le quinte per far sì che la magia accada!

Continuando il viaggio nella storia di Barbie, troviamo il corner delle carriere anni ’90. In quegli anni l’ampliamento delle possibilità di carriera ha fatto sì che le donne ottenessero titoli accademici in programmi di istruzione superiore, assumessero ruoli dirigenziali e diventassero medici, avvocati e studiosi. I codici di abbigliamento si allentarono e molte donne optarono per tailleur dalle linee e dai tessuti più morbidi. In questo periodo, anche Barbie ha continuato a costruire il suo curriculum diventando veterinaria, pediatra, chirurgo, paleontologa e pilota. Questo slancio è stato colto nel 1992,  dopo l’elezione di diverse senatrici negli Stati Uniti. Il cosiddetto “anno della donna” fu l’occasione perfetta per Barbie di candidarsi per la prima volta alla presidenza.

Oggi il volto dell’America è notevolmente diverso da quello del 1959, anno in cui è nata Barbie. Con l’aumento della varietà della popolazione americana, anche la bambola si è evoluta. Barbie riconosce l’importanza della rappresentazione e si impegna a continuare a riflettere al meglio il mondo contemporaneo. Oggi, Barbie è la linea di bambole più variegata e inclusiva del mondo, con oltre 35 tonalità di pelle, 94 acconciature e 9 corporature differenti. Come ha fatto negli ultimi 60 anni, Barbie continua a cambiare restando al passo con i tempi.

Mentre il mondo entrava nel nuovo millennio, le donne hanno continuato a spingere per l’uguaglianza nella forza lavoro, in particolare ai livelli più alti. Nel 2018 sono state nominate al Congresso degli Stati Uniti un numero record di 125 donne e due anni dopo la nazione ha eletto la sua prima vicepresidente. La rappresentanza femminile è aumentata anche nei settori STEM e nel settore pubblico, dove le donne hanno occupato 1/4 dei posti nei Consigli di amministrazione. Guardando agli ultimi sessant’anni, la società ha assistito a incredibili cambiamenti e progressi. Lo stesso vale per Barbie. Nel corso degli anni 2000, ha continuato ad ampliare la sua esperienza professionale diventando ingegnere robotico, operaio edile, pediatra, produttore musicale e molto altro ancora. Oggi, con oltre 250 carriere, Barbie continua a dimostrare alle ragazze che si può essere qualsiasi cosa e con oltre 250 carriere alle spalle, continua a ispirare il potenziale illimitato di ogni bambina.

La mania di collezionare Barbie è esplosa all’inizio degli anni ’90 grazie alla diffusione dello shopping online e all’introduzione di bambole in edizione limitata. Nel 1990, Bob Mackie, lo stilista dietro i costumi teatrali e glamour indossati da Cher e da altri artisti, è  stato il primo a collaborare con Barbie per una bambola da collezione speciale. Da allora sono state create oltre 50 bambole da collezione, tra cui Lady Liberty, Madame Du Barbie e Gold Barbie. Barbie e Bob Mackie continuano la loro collaborazione ancora oggi.

La Barbie creata per il suo 65° anniversario celebra la bambola con uno stile straordinario. Il look commemorativo del 2024 festeggia la ricorrenza del patrimonio dell’icona, intriso di splendidi dettagli dalla testa ai piedi che strizzano l’occhio alla bambola originale. Questa Barbie indossa un abito bianco e nero ispirato al costume da bagno indossato dalla prima Barbie, e il corpetto a cuore aderente si apre in una voluminosa gonna a righe. Anche la sua coda di cavallo, gli occhiali da sole cat-eye, l’ombretto blu e le labbra rosse rendono omaggio alla Barbie originale. I lunghi guanti neri aggiungono un tocco di eleganza al suo look mozzafiato. Lo zaffiro simboleggia il 65° anniversario, ecco perché le bambole Barbie indossano scintillanti orecchini “gemma” di zaffiro rendendo omaggio a questo straordinario traguardo.

Le bambole Barbie in mostra provengono dalle collezioni di Magia2000 di proprietà di Mario Paglino, collezionista e curatore della mostra.

“Siamo elettrizzati di lavorare con Next Exhibition per portare Barbie: A Cultural Icon Exhibition in Italia” ha detto Julie Freeland, VP Location Based Entertainment in Mattel, “Barbie è un brand che si è evoluto attraverso le generazioni e non vediamo l’ora che i fan di tutte le età facciano un viaggio nel tempo con noi!”.

“Barbie significa qualcosa per tutti. Torna alla tua infanzia e unisciti a noi per questa mostra piena di nostalgia e per capire come Barbie continui ancora oggi ad avere un impatto sul nostro mondo”, ha dichiarato Andrea Alagna, CEO di Next Exhibition. “Siamo soprattutto molto orgogliosi che la mostra sia un inno all’inclusività.”

Una mostra che accompagna il visitatore a percorrere 65 anni di cambiamenti epocali attraverso Barbie. Un viaggio speciale, interessante, ricco di curiosità e nello stesso tempo fantastico all’interno del mondo affascinante di queste meravigliose bambole che hanno accompagnato l’infanzia di ogni bambina, stimolando la creatività, lo stile, il gusto e i sogni per il raggiungimento dei propri obbiettivi nel loro futuro di donne.

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